Mozart – Don Giovanni

DON GIOVANNI

Dramma giocoso

Music: Wolfgang Amadeus Mozart
Libretto: Lorenzo da Ponte
First performance: Prague, 1787
Consulted source: printed libretto, Prague, 1787
Reference copy: Library of Congress, Washington
Image: Pietro Longhi, Il Ridotto, detail, Fondazione Querini Stampalia, Venice

 

 

 

 

SCENA I
Leporello
Introduzione
LEPORELLO Notte e giorno faticar
per chi nulla sa gradir;
piova e vento sopportar,
mangiar male e mal dormir…
Voglio far il gentiluomo,
e non voglio più servir.
Oh che caro galantuomo,
voi star dentro colla bella,
ed io far la sentinella!
Ma mi par che venga gente;
non mi voglio far sentir.
DONN’ANNA Non sperar, se non m’uccidi
ch’io ti lasci fuggir mai.
DON GIOVANNI Donna folle! indarno gridi.
Chi son io tu non saprai.
LEPORELLO Che tumulto! Oh ciel, che gridi!
Il padron in nuovi guai.
DONN’ANNA Gente! Servi! al traditore!
DON GIOVANNI Taci e trema al mio furore.
DONN’ANNA Scellerato!
DON GIOVANNI Sconsigliata!
DONN’ANNA Come furia disperata
ti saprò perseguitar.
DON GIOVANNI Come furia disperata
mi vuol far precipitar.
LEPORELLO Sta’ a veder che il malandrino
mi farà precipitar.
IL COMMENDATORE Lasciala, indegno,
battiti meco.
DON GIOVANNI Va’, non mi degno
di pugnar teco.
IL COMMENDATORE Così pretendi
da me fuggir?
LEPORELLO Potessi almeno
di qua partir!
DON GIOVANNI Misero, attendi,
se vuoi morir.
IL COMMENDATORE Ah soccorso… son tradito…
L’assassino… m’ha ferito…
e dal seno palpitante…
sento… l’anima… partir…
DON GIOVANNI Ah già cade il sciagurato!
Affannosa e agonizzante
già dal seno palpitante
veggo l’anima partir.
LEPORELLO Qual misfatto! qual eccesso!
Entro il sen dallo spavento
palpitar il cor mi sento;
io non so che far, che dir.
SCENA II
Don Giovanni, Leporello
Recitativo
DON GIOVANNI Leporello, ove sei?
LEPORELLO Son qui per mia disgrazia, e voi?
DON GIOVANNI Son qui.
LEPORELLO Chi è morto, voi o il vecchio?
DON GIOVANNI Che domanda da bestia! Il vecchio.
LEPORELLO Bravo!
due imprese leggiadre!
Sforzar la figlia ed ammazzar il padre.
DON GIOVANNI L’ha voluto, suo danno.
LEPORELLO Ma Donn’Anna
cosa ha voluto?
DON GIOVANNI Taci;
non mi seccar, vien meco, se non vuoi
qualche cosa ancor tu.
LEPORELLO Non vo nulla, Signor, non parlo più.
SCENA III
Don’Anna, Don Ottavio
Recitativo
DONN’ANNA Ah del padre in periglio
in soccorso voliam.
DON OTTAVIO Tutto il mio sangue
verserò se bisogna:
ma dov’è il scellerato?
DONN’ANNA In questo loco…
Ma qual mai s’offre, oh Dei,
spettacolo funesto agli occhi miei!
Il padre… padre mio… mio caro padre…
DON OTTAVIO Signore…
DONN’ANNA Ah l’assassino
mel trucidò: quel sangue…
quella piaga… quel volto…
tinto e coperto dei color di morte…
Ei non respira più… fredde ha le membra…
Padre mio… caro padre… padre amato…
io manco… io moro…
DON OTTAVIO Ah soccorrete, amici, il mio tesoro.
Cercatemi, recatemi…
qualche odor… qualche spirto… ah non tardate…
Donn’Anna… sposa… amica…  il duolo estremo
la meschinella uccide…
DONN’ANNA Ahi…
DON OTTAVIO Già rinviene…
Datele nuovi aiuti…
DONN’ANNA Padre mio…
DON OTTAVIO Celate, allontanate agli occhi suoi
quell’oggetto d’orrore.
Anima mia… consolati… fa core…
Duetto
DONN’ANNA Fuggi, crudele, fuggi:
lascia ch’io mora anch’io,
ora ch’è morto, oddio,
chi a me la vita diè.
DON OTTAVIO Senti, cor mio, deh senti,
guardami un solo istante,
ti parla il caro amante,
che vive sol per te.
DONN’ANNA Tu sei… perdon… mio bene…
L’affanno mio, le pene…
Ah il padre mio dov’è?
DON OTTAVIO Il padre… lascia, o cara,
la rimembranza amara…
Hai sposo e padre in me.
DONN’ANNA Ah vendicar, se il puoi,
giura quel sangue ognor.
DON OTTAVIO Lo giuro agl’occhi tuoi,
lo giuro al nostro amor.
DON OTTAVIO, DONN’ANNA Che giuramento, oh Dei!
Che barbaro momento!
Fra cento affetti e cento
vammi ondeggiando il cor.
SCENA IV
Don Giovanni, Leporello
Recitativo
DON GIOVANNI Orsù, spicciati, presto… cosa vuoi?
LEPORELLO L’affar di cui si tratta
è importante.
DON GIOVANNI Lo credo.
LEPORELLO È importantissimo.
DON GIOVANNI Meglio ancora: finiscila.
LEPORELLO Giurate
di non andar in collera.
DON GIOVANNI Lo giuro sul mio onore,
purché non parli del Commendatore.
LEPORELLO Siamo soli?
DON GIOVANNI Lo vedo.
LEPORELLO Nessun ci sente.
DON GIOVANNI Via.
LEPORELLO Vi posso dire
tutto liberamente?
DON GIOVANNI Sì.
LEPORELLO Dunque, quand’è così,
caro signor padrone,
la vita che menate è da briccone.
DON GIOVANNI Temerario! In tal guisa…
LEPORELLO E il giuramento!
DON GIOVANNI Non so di giuramenti… taci… o ch’io…
LEPORELLO Non parlo più, non fiato, o padron mio.
DON GIOVANNI Così saremo amici; or odi un poco,
sai tu perché son qui?
LEPORELLO Non ne so nulla:
ma essendo l’alba chiara, non sarebbe
qualche nuova conquista?
Io lo devo saper per porla in lista.
DON GIOVANNI Va là, che se’ il grand’uom: sappi ch’io sono
innamorato d’una bella dama,
e son certo che m’ama.
La vidi… le parlai… meco al casino
questa notte verrà… zitto: mi pare
sentire odor di femmina…
LEPORELLO (Cospetto!
Che odorato perfetto!)
DON GIOVANNI All’aria mi par bella.
LEPORELLO (E che occhio, dico!)
DON GIOVANNI Ritiriamoci un poco,
e scopriamo terren.
LEPORELLO (Già prese foco.)
SCENA V
Donna Elvira, Don Giovanni, Leporello
Aria
DONNA ELVIRA Ah chi mi dice mai
quel barbaro dov’è,
che per mio scorno amai,
che mi mancò di fé?
Ah se ritrovo l’empio,
e a me non torna ancor,
vo farne orrendo scempio,
gli vo cavare il cor.
DON GIOVANNI Udisti, qualche bella
dal vago abbandonata? Poverina!
Cerchiam di consolare il suo tormento.
LEPORELLO (Così ne consolò mille e ottocento.)
DON GIOVANNI Signorina!
Recitativo
DONNA ELVIRA Chi è là?
DON GIOVANNI Stelle! Che vedo!
LEPORELLO Oh bella, Donna Elvira!
DONNA ELVIRA Don Giovanni!
Sei qui mostro, fellon, nido d’inganni.
LEPORELLO (Che titoli cruscanti! Manco male
che lo conosce bene.)
DON GIOVANNI Via, cara Donna Elvira,
calmate questa collera… sentite…
Lasciatemi parlar…
DONNA ELVIRA Cosa puoi dire
dopo azion sì nera? In casa mia
entri furtivamente, a forza d’arte,
di giuramenti e di lusinghe arrivi
a sedurre il cor mio;
m’innamori, o crudele,
mi dichiari tua sposa, e poi, mancando
della terra e del cielo al santo dritto,
con enorme delitto
dopo tre dì da Burgos t’allontani,
m’abbandoni, mi fuggi e lasci in preda
al rimorso ed al pianto,
per pena forse che t’amai cotanto.
LEPORELLO (Pare un libro stampato.)
DON GIOVANNI Oh in quanto a questo
ebbi le mie ragioni:
è vero?
LEPORELLO È vero.
E che ragioni forti!
DONNA ELVIRA E quali sono,
se non la tua perfidia,
la leggerezza tua? Ma il giusto Cielo
volle ch’io ti trovassi
per far le sue, le mie vendette.
DON GIOVANNI Eh via,
siate più ragionevole… (Mi pone
a cimento costei.) Se non credete
al labbro mio, credete
a questo galantuomo.
LEPORELLO (Salvo il vero.)
DON GIOVANNI Via, dille un poco…
LEPORELLO E cosa devo dirle?
DON GIOVANNI Sì sì, dille pur tutto.
DONNA ELVIRA Ebben, fa presto…
LEPORELLO Madama… veramente… in questo mondo
conciossia cosa quando fosse che
il quadro non è tondo…
DONNA ELVIRA Sciagurato!
così del mio dolor gioco ti prendi?
Ah voi… Stelle! L’iniquo
fuggì! Misera me! Dove, in qual parte…
LEPORELLO Eh lasciate che vada; egli non merta
che di lui ci pensiate…
DONNA ELVIRA Il scellerato
m’ingannò, mi tradì!
LEPORELLO Eh consolatevi:
non siete voi,
non foste e non sarete
né la prima né l’ultima, guardate,
questo non picciol libro; è tutto pieno
dei nomi di sue belle.
Ogni villa, ogni borgo, ogni paese
è testimon di sue donnesche imprese.
Aria
LEPORELLO Madamina, il catalogo è questo
delle belle che amò il padron mio;
un catalogo egli è che ho fatto io,
osservate, leggete con me.
In Italia seicento e quaranta,
in Lamagna duecento e trentuna,
cento in Francia, in Turchia novantuna,
ma in Ispagna son già mille e tre.
V’han fra queste contadine,
cameriere e cittadine,
v’han contesse, baronesse,
marchesane, principesse,
e v’han donne d’ogni grado,
d’ogni forma, d’ogni età.
Nella bionda egli ha l’usanza
di lodar la gentilezza,
nella bruna la costanza,
nella bianca la dolcezza.
Vuol d’inverno la grassotta,
vuol d’estate la magrotta;
e la grande maestosa,
la piccina è ognor vezzosa.
Delle vecchie fa conquista
pel piacer di porle in lista,
ma passion predominante
è la giovin principiante,
Non si picca se sia ricca,
se sia brutta, se sia bella:
purché porti la gonnella
Voi sapete quel che fa.
SCENA VI
Elvira
Recitativo
DONNA ELVIRA In questa forma dunque
mi tradì il scellerato? È questo il premio
che quel barbaro rende all’amor mio?
Ah vendicar vogl’io
l’ingannato mio cor: pria ch’ei mi fugga…
Si ricorra… si vada… Io sento in petto
sol vendetta parlar, rabbia e dispetto.
SCENA VII
Zerlina, Masetto
ZERLINA Giovinette che fate all’amore,
non lasciate che passi l’età.
Se nel seno vi bulica il core,
il rimedio vedetelo qua.
Che piacer, che piacer che sarà!
MASETTO Giovinotti leggeri di testa,
non andate girando qua e là,
poco dura de’ matti la festa,
ma per me cominciato non ha.
ZERLINA Vieni, vieni, carino godiamo
e cantiamo e balliamo e saltiamo.
Che piacer, che piacer che sarà!
MASETTO Vieni, vieni, carina godiamo
e cantiamo e balliamo e saltiamo.
Che piacer, che piacer che sarà!
SCENA VIII
Don Giovanni, Leporello, Zerlina, Masetto
Recitativo
DON GIOVANNI Manco male è partita… Oh guarda guarda
che bella gioventù! Che belle donne!
LEPORELLO Tra tante, per mia fé,
vi sarà qualche cosa anche per me.
DON GIOVANNI Cari amici, buon giorno, seguitate
a stare allegramente,
seguitate a suonar, o buona gente.
C’è qualche sposalizio?
ZERLINA Sì Signore,
e la sposa son io.
DON GIOVANNI Me ne consolo.
Lo sposo?
MASETTO Io, per servirla.
DON GIOVANNI Oh bravo! Per servirmi: questo è vero
parlar da galantuomo!
LEPORELLO Basta che sia marito!
ZERLINA Oh il mio Masetto
è un uom d’ottimo core.
DON GIOVANNI Oh anch’io, vedete!
Voglio che siamo amici: il vostro nome?
ZERLINA Zerlina.
DON GIOVANNI E il tuo?
MASETTO Masetto.
DON GIOVANNI O caro il mio Masetto!
Cara la mia Zerlina! V’esibisco
la mia protezione… Leporello…
Cosa fai lì, birbone?
LEPORELLO Anch’io caro padrone
esibisco la mia protezione.
DON GIOVANNI Presto, va con costor: nel mio palazzo
conducili sul fatto; ordina ch’abbiano
cioccolatte, caffè, vini, presciutti;
cerca divertir tutti,
mostra loro il giardino,
la galleria, le camere; in effetto
fa’ che resti contento il mio Masetto.
Hai capito?
LEPORELLO Ho capito: andiam.
MASETTO Signore…
DON GIOVANNI Cosa c’è?
MASETTO La Zerlina
senza me non può star.
LEPORELLO In vostro loco
ci sarà Sua Eccellenza, e saprà bene
fare le vostre parti.
DON GIOVANNI Oh la Zerlina
è in man d’un cavalier: va’ pur, fra poco
ella meco verrà.
ZERLINA Va’, non temere!
Nelle mani son io d’un cavaliere.
MASETTO E per questo?
ZERLINA E per questo
non c’è da dubitar.
MASETTO Ed io, cospetto…
DON GIOVANNI Olà, finiam le dispute, se subito
senz’altro replicar non te ne vai,
Masetto, guarda ben, ti pentirai.
Aria
MASETTO Ho capito, signor sì,
chino il capo e me ne vo,
già che piace a voi così.
Altre repliche non fo.
Cavalier voi siete già,
dubitar non posso affé:
me lo dice la bontà!
Che volete aver per me.
Bricconaccia, malandrina,
fosti ognor la mia ruina.
Vengo, vengo! Resta, resta!
È una cosa molto onesta:
faccia il nostro cavaliere
cavaliera ancora te.
SCENA IX
Don Giovanni, Zerlina
Recitativo
DON GIOVANNI Alfin siam liberati,
Zerlinetta gentil, da quel scioccone.
Che ne dite, mio ben, so far pulito?
ZERLINA Signore, è mio marito…
DON GIOVANNI Chi? colui?
Vi par che un onest’uomo,
un nobil cavalier, qual io mi vanto,
possa soffrir che quel visetto d’oro,
quel viso inzuccherato,
da un bifolcaccio vil sia strapazzato?
ZERLINA Ma signor, io gli diedi
parola di sposarlo.
DON GIOVANNI Tal parola
non vale un zero; voi non siete fatta
per essere paesana: un’altra sorte
vi procuran quegli occhi bricconcelli,
quei labbretti sì belli,
quelle dituccia candide e odorose;
parmi toccar giuncata e fiutar rose.
ZERLINA Ah non vorrei…
DON GIOVANNI Che non vorresti?
ZERLINA Al fine,
ingannata restar; io so che rado
colle donne voi altri cavalieri
siete onesti e sinceri.
DON GIOVANNI Eh un’impostura
della gente plebea! La nobiltà
ha dipinta negl’occhi l’onestà.
Orsù, non perdiam tempo: in questo istante
io ti voglio sposar.
ZERLINA Voi?
DON GIOVANNI Certo: io.
Quel casinetto è mio: soli saremo,
e là, gioiello mio, ci sposeremo.
Duettino
DON GIOVANNI Là ci darem la mano,
là mi dirai di sì;
vedi non è lontano,
partiam ben mio da qui.
ZERLINA Vorrei, e non vorrei,
mi trema un poco il cor;
felice, è ver, sarei,
ma può burlarmi ancor.
DON GIOVANNI Vieni, mio bel diletto.
ZERLINA Mi fa pietà Masetto.
DON GIOVANNI Io cangerò tua sorte.
ZERLINA Presto non son più forte.
DON GIOVANNI, ZERLINA Andiam, andiam, mio bene,
a ristorar le pene
d’un innocente amor.
SCENA X
Don Giovanni, Zerlina, Donna Elvira
Recitativo
DONNA ELVIRA Fermati, scellerato: il Ciel mi fece
udir le tue perfidie; io sono a tempo
di salvar questa misera innocente
dal tuo barbaro artiglio.
ZERLINA Meschina, cosa sento!
DON GIOVANNI (Amor, consiglio!)
Idol mio, non vedete
ch’io voglio divertirmi…
DONNA ELVIRA Divertirti,
è vero! Divertirti! Io so, crudele,
come tu ti diverti.
ZERLINA Ma signor cavaliere…
è ver quel ch’ella dice?
DON GIOVANNI La povera infelice
è di me innamorata, e per pietà
deggio fingere amore,
ch’io son per mia disgrazia uom di buon core.
Aria
DONNA ELVIRA Ah fuggi il traditor,
non lo lasciar più dir:
il labbro è mentitor,
fallace il ciglio.
Da’ miei tormenti impara
a creder a quel cor,
e nasca il tuo timor
dal mio periglio.
SCENA XI
Don Giovanni, Donn’Anna, Don Ottavio
Recitativo
DON GIOVANNI Mi par ch’oggi il demonio si diverta
d’opporsi a’ miei piacevoli progressi.
Vanno mal tutti quanti.
DON OTTAVIO Ah ch’ora, idolo mio, son vani i pianti!
Di vendetta si parli. Oh Don Giovanni!
DON GIOVANNI (Mancava questo inver!)
DONN’ANNA Amico, a tempo
vi ritroviam: avete core, avete
anima generosa?
DON GIOVANNI (Sta’ a vedere
che il diavolo gli ha detto qualche cosa.)
Che domanda! Perché?
DON OTTAVIO Bisogno abbiamo
della vostra amicizia.
DON GIOVANNI (Mi torna il fiato in corpo.) Comandate:
i congiunti, i parenti,
questa man, questo ferro, i beni, il sangue
spenderò per servirvi.
Ma voi, bella Donn’Anna,
perché così piangete?
Il crudele chi fu che osò la calma
turbar del viver vostro?
SCENA XII
Don Giovanni, Donn’Anna, Don Ottavio, Donna Elvira
Recitativo
DONNA ELVIRA Ah, ti ritrovo ancor, perfido mostro!
Quartetto
DONNA ELVIRA Non ti fidar, o misera,
di quel ribaldo cor.
Me già tradì quel barbaro,
te vuol tradire ancor.
DONN’ANNA, DON OTTAVIO Cieli, che aspetto nobile!
Che dolce maestà!
Il suo pallor, le lagrime
m’empiono di pietà.
DON GIOVANNI La povera ragazza
è pazza, amici miei;
lasciatemi con lei,
forse si calmerà.
DONNA ELVIRA Ah non credete al perfido!
Restate, oh Dei, restate!
DON GIOVANNI È pazza, non badate.
DONN’ANNA, DON OTTAVIO A chi si crederà?
DONN’ANNA, DON OTTAVIO Certo moto d’ignoto tormento
dentro l’alma girare mi sento
che mi dice per quella infelice
cento cose che intender non sa.
DON GIOVANNI Sdegno, rabbia, dispetto, spavento
dentro l’alma girare mi sento
che mi dice per quella infelice
cento cose che intender non sa.
DONNA ELVIRA Sdegno, rabbia, dispetto, tormento
dentro l’alma girare mi sento
che mi dice di quel traditore,
cento cose che intender non sa.
DON OTTAVIO Io di qua non vado via,
se non scopro questo affar.
DONN’ANNA Non ha l’aria di pazzia
il suo volto, il suo parlar.
DON GIOVANNI Se men vado si potria
qualche cosa sospettar.
DONNA ELVIRA Da quel ceffo si dovria
la ner’alma giudicar.
DON OTTAVIO Dunque quella?
DON GIOVANNI È pazzarella.
DONN’ANNA Dunque quegli?
DONNA ELVIRA È un traditore.
DON GIOVANNI Infelice!
DONNA ELVIRA Mentitore!
DONN’ANNA, DON OTTAVIO Incomincio a dubitar.
DON GIOVANNI Zitto zitto, che la gente
si raduna a noi d’intorno,
siate un poco più prudente,
vi farete criticar.
DONNA ELVIRA Non sperarlo, o scellerato,
ho perduta la prudenza;
le tue colpe ed il mio stato
voglio a tutti palesar.
DONN’ANNA, DON OTTAVIO Quegli accenti sì sommessi,
quel cangiarsi di colore,
son indizi troppo espressi
che mi fan determinar.
DON GIOVANNI Povera sventurata! I passi suoi
voglio seguir: non voglio
che faccia un precipizio. Perdonate,
bellissima Donn’Anna;
se servirvi poss’io,
in mia casa v’aspetto. Amici, addio.
SCENA XIII
Donn’Anna, Don Ottavio
Recitativo
DONN’ANNA Don’Ottavio, son morta!
DON OTTAVIO Cosa è stato?
DONN’ANNA Per pietà, soccorretemi.
DON OTTAVIO Mio bene…
Fate coraggio!
DONN’ANNA Oh Dei!
Quegli è il carnefice
del padre mio.
DON OTTAVIO Che dite…
DONN’ANNA Non dubitate più: gli ultimi accenti
che l’empio proferì, tutta la voce
richiamar nel cor mio di quell’indegno
che nel mio appartamento…
DON OTTAVIO Oh ciel! Possibile
che sotto il sacro manto d’amicizia…
Ma come fu, narratemi
lo strano avvenimento.
DONN’ANNA Era già alquanto
avanzata la notte,
quando nelle mie stanze, ove soletta
mi trovai per sventura, entrar io vidi
in un mantello avvolto
un uom che al primo istante
avea preso per voi…
Ma riconobbi poi
che un inganno era il mio.
DON OTTAVIO Stelle! Seguite.
DONN’ANNA Tacito a me s’appressa
e mi vuole abbracciar: sciogliermi cerco,
ei più mi stringe; grido,
non viene alcun; con una mano cerca
d’impedire la voce
e coll’altra m’afferra
stretta così, che già mi credo vinta.
DON OTTAVIO Perfido! E alfin?
DONN’ANNA Al fine il duol, l’orrore
dell’infame attentato
accrebbe sì la lena mia, che a forza
di vincolarmi, torcermi e piegarmi
da lui mi sciolsi.
DON OTTAVIO Ohimè, respiro.
DONN’ANNA Allora
rinforzo i stridi miei, chiamo soccorso,
fugge il fellon, arditamente il seguo
fin nella strada per fermarlo, e sono
assalitrice d’assalita; il padre
v’accorre, vuol conoscerlo, e l’iniquo,
che del povero vecchio era più forte,
compie il misfatto suo col dargli morte.
Aria
DONN’ANNA Or sai chi l’onore
rapire a me volse,
chi fu il traditore
che il padre mi tolse.
Vendetta ti chiedo,
la chiede il tuo cor.
Rammenta la piaga
del misero seno,
rimira di sangue
coperto il terreno,
se l’ira in te langue
d’un giusto furor.
SCENA XIV
Don Ottavio
Recitativo
DON OTTAVIO Come mai creder deggio
di sì nero delitto
capace un cavaliero?
Ah di scoprire il vero
ogni mezzo si cerchi! Io sento in petto
e di sposo e d’amico
il dover che mi parla:
disingannar la voglio o vendicarla.
Aria
DON OTTAVIO Dalla sua pace
la mia dipende;
quel che a lei piace
vita mi rende,
quel che le incresce
morte mi dà.
S’ella sospira,
sospiro anch’io.
È mia quell’ira,
quel pianto è mio;
e non ho bene
s’ella non l’ha.
SCENA XV
Leporello, Don Giovanni
Recitativo
LEPORELLO Io deggio ad ogni patto
per sempre abbandonar questo bel matto!
Eccolo qui: guardate
con qual indifferenza se ne viene!
DON GIOVANNI Oh Leporello mio, va tutto bene!
LEPORELLO Don Giovannino mio, va tutto male!
DON GIOVANNI Come, va tutto male?
LEPORELLO Vado a casa,
come voi l’ordinaste,
con tutta quella gente…
DON GIOVANNI Bravo!
LEPORELLO A forza
di chiacchiere, di vezzi e di bugie,
ch’ho imparato sì bene a star con voi,
cerco d’intrattenerli…
DON GIOVANNI Bravo!
LEPORELLO Dico
mille cose a Masetto, per placarlo,
per trargli dal pensier la gelosia.
DON GIOVANNI Bravo, in coscienza mia.
LEPORELLO Faccio che bevano
e gli uomini e le donne.
Son già mezzo ubriachi,
altri canta, altri scherza,
altri seguita a ber; in sul più bello
chi credete che capiti?
DON GIOVANNI Zerlina!
LEPORELLO Bravo! E con lei chi viene?
DON GIOVANNI Donna Elvira.
LEPORELLO Bravo! E disse di voi…
DON GIOVANNI Tutto quel mal che in bocca le venia.
LEPORELLO Bravo, in coscienza mia!
DON GIOVANNI E tu cosa facesti?
LEPORELLO Tacqui.
DON GIOVANNI Ed ella?
LEPORELLO Seguì a gridar.
DON GIOVANNI E tu?
LEPORELLO Quando mi parve
che già fosse sfogata, dolcemente
fuor dell’orto la trassi e, con bell’arte
chiusa la porta a chiave, io mi cavai
e sulla via soletta la lasciai.
DON GIOVANNI Bravo, bravo, arcibravo!
L’affar non può andar meglio: incominciasti,
io saprò terminar. Troppo mi premono
queste contadinotte:
le voglio divertir fin che vien notte.
Aria
DON GIOVANNI Fin ch’han dal vino
calda la testa,
una gran festa
fa’ preparar.
Se trovi in piazza
qualche ragazza,
teco ancor quella
cerca menar.
Senza alcun ordine
la danza sia.
Chi ‘l minuetto,
chi la follia,
chi l’alemanna
farai ballar.
Ed io fra tanto
dall’altro canto
con questa e quella
vo amoreggiar.
Ah la mia lista
doman mattina
d’una decina
devi aumentar.
SCENA XVI
Masetto, Zerlina, Don Giovanni
Recitativo
ZERLINA Masetto, senti un po’… Masetto, dico!
MASETTO Non mi toccar.
ZERLINA Perché?
MASETTO Perché mi chiedi?
Perfida! Il tatto sopportar dovrei
d’una man infedele?
ZERLINA Ah no, taci, crudele.
Io non merto da te tal trattamento!
MASETTO Come? Ed hai l’ardimento di scusarti?
Star sola con un uom, abbandonarmi
il dì delle mie nozze! Porre in fronte
a un villano d’onore
questa marca d’infamia! Ah, se non fosse,
se non fosse lo scandalo! Vorrei…
ZERLINA Ma se colpa io non ho! Ma se da lui
ingannata rimasi; e poi che temi?
Tranquillati, mia vita,
non mi toccò la punta delle dita.
Non me lo credi? ingrato!
Vien qui, sfogati, ammazzami, fa’ tutto
di me quel che ti piace.
Ma poi, Masetto mio, ma poi fa’ pace.
Aria
ZERLINA Batti, batti, o bel Masetto,
la tua povera Zerlina.
Starò qui come agnellina
le tue botte ad aspettar.
Lascerò straziarmi il crine,
lascerò cavarmi gli occhi,
e le care tue manine
lieta poi saprò baciar.
Ah lo vedo, non hai core.
Pace, pace, o vita mia,
in contenti ed allegria
notte e dì vogliam passar.
Recitativo
MASETTO (Guarda un po’ come seppe
questa strega sedurmi! Siamo pure
i deboli di testa!)
DON GIOVANNI Sia preparato tutto a una gran festa.
ZERLINA Ah Masetto, Masetto! Odi la voce
del monsù cavaliero?
MASETTO Ebben, che c’è?
ZERLINA Verrà!
MASETTO Lascia che venga.
ZERLINA Ah se vi fosse
un buco da fuggir!
MASETTO Di cosa temi?
Perché diventi pallida? Ah capisco,
capisco, bricconcella!
Hai timor ch’io comprenda
com’è tra voi passata la faccenda.
Finale
MASETTO Presto, presto, pria ch’ei venga,
por mi vo’ da qualche lato.
C’è una nicchia… qui celato,
cheto cheto mi vo star.
ZERLINA Senti… Senti, dove vai?
Non t’asconder, o Masetto,
se ti trova, poveretto,
tu non sai quel che può far.
MASETTO Faccia, dica quel che vuole.
ZERLINA Ah non giovan le parole!
MASETTO Parla forte, e qui t’arresta.
ZERLINA Che capriccio ha nella testa!
MASETTO (Capirò se m’è fedele,
e in qual modo andò l’affar.)
ZERLINA (Quell’ingrato, quel crudele
oggi vuol precipitar.)
SCENA XVII
Don Giovanni
DON GIOVANNI Su, svegliatevi, da bravi,
su, coraggio, o buona gente!
Vogliam stare allegramente,
vogliam rider, e scherzar.
Alla stanza della danza
conducete tutti quanti
ed a tutti in abbondanza
gran rinfreschi fate dar.
SCENA XVIII
Don Giovanni, Zerlina, Masetto
DON GIOVANNI Zerlinetta mia garbata,
t’ho già visto, non scappar.
ZERLINA Ah lasciatemi andar via…
DON GIOVANNI No no, resta, gioia mia.
ZERLINA Se pietade avete in core…
DON GIOVANNI Sì, ben mio, son tutto amore.
Vieni un poco in questo loco,
fortunata io ti vo far.
ZERLINA Ah s’ei vede il sposo mio,
so ben io quel che può far.
DON GIOVANNI Masetto!
MASETTO Sì, Masetto.
DON GIOVANNI E chiuso là perché?
La bella tua Zerlina
non può, la poverina,
più star senza di te.
MASETTO Capisco, sì Signore.
DON GIOVANNI Adesso fate core.
O suonatori udite,
venite omai con me.
ZERLINA, MASETTO Sì sì, facciamo core,
ed a ballar cogli altri
andiamo tutti tre
SCENA XIX
Donn’Anna, Don Ottavio, Donna Elvira, Don Giovanni, Leporello
DONNA ELVIRA Bisogna aver coraggio,
o cari amici miei,
e i suoi misfatti rei
scoprir potremo allor.
DON OTTAVIO L’amica dice bene,
coraggio aver conviene.
Discaccia, o vita mia,
l’affanno ed il timor.
DONN’ANNA Il passo è periglioso,
può nascer qualche imbroglio.
Temo pel caro sposo
e per noi temo ancor.
LEPORELLO Signor, guardate un poco
che maschere galanti.
DON GIOVANNI Falle passar avanti,
di’ che ci fanno onor.
DONN’ANNA, DON OTTAVIO, DONNA ELVIRA Al volto ed alla voce
si scopre il traditore.
LEPORELLO Zi zi, signore maschere!
Zi zi…
DONN’ANN A, DONNA ELVIRA Via, rispondete.
DON OTTAVIO Cosa chiedete?
LEPORELLO Al ballo, se vi piace,
v’invita il mio signor.
DON OTTAVIO Grazie di tanto onore:
andiam, compagne belle.
LEPORELLO L’amico anche su quelle
prove farà d’amor.
DONN’ANNA, DON OTTAVIO Protegga il giusto cielo
il zelo del mio cor.
DONNA ELVIRA Vendichi il giusto cielo
Il mio tradito amor.
SCENA XX
Donn’Anna, Don Ottavio, Donna Elvira, Don Giovanni, Leporello
DON GIOVANNI Riposate, vezzose ragazze.
LEPORELLO Rinfrescatevi, bei giovinotti.
DON GIOVANNI, LEPORELLO Tornerete a far presto le pazze,
tornerete a scherzar e ballar.
DON GIOVANNI Ehi, caffè!
LEPORELLO Cioccolatte!
MASETTO Ah Zerlina, giudizio!
DON GIOVANNI Sorbetti!
LEPORELLO Confetti!
MASETTO, ZERLINA Troppo dolce comincia la scena,
in amaro potria terminar.
DON GIOVANNI Sei pur vaga, brillante Zerlina!
ZERLINA Sua bontà!
MASETTO (La briccona fa festa.)
LEPORELLO Sei pur cara, Giannotta, Sandrina!
MASETTO Tocca pur, che ti cada la testa.
ZERLINA Quel Masetto mi par stralunato,
brutto brutto si fa quest’affar.
DON GIOVANNI, LEPORELLO Quel Masetto mi par stralunato,
qui bisogna cervello adoprar.
LEPORELLO Venite pur avanti,
vezzose mascherette.
DON GIOVANNI È aperto a tutti quanti,
viva la libertà!
DONN’ANNA, DON OTTAVIO, DONNA ELVIRA Siam grati a tanti segni
di generosità!
DON GIOVANNI, DONN’ANNA, DON OTTAVIO, DONNA ELVIRA Viva la libertà!
DON GIOVANNI Ricominciate il suono.
Tu accoppia i ballerini.
Il tuo compagno io sono.
Zerlina, vien pur qua.
LEPORELLO Da bravi, via, ballate.
DONNA ELVIRA (Quella è la contadina.)
DONN’ANNA Io moro!
DON OTTAVIO Simulate.
DON GIOVANNI, LEPORELLO, MASETTO Va bene in verità!
DON GIOVANNI A bada tien Masetto.
LEPORELLO Non balli, poveretto.
Vien qua, Masetto caro,
facciam quel ch’altri fa.
MASETTO No no, ballar non voglio.
LEPORELLO Eh balla, amico mio.
DONN’ANNA (Resister non poss’io.)
DON OTTAVIO, DONNA ELVIRA (Fingete, per pietà.)
DON GIOVANNI Vieni con me, mia vita…
ZERLINA Oh numi! Son tradita!
MASETTO Lasciami! Ah no! Zerlina!
LEPORELLO Qui nasce una ruina.
DONN’ANNA, DON OTTAVIO, DONNA ELVIRA L’iniquo da sé stesso
nel laccio se ne va.
ZERLINA Gente, aiuto! Aiuto, gente!
DONN’ANNA, DON OTTAVIO, DONNA ELVIRA Soccorriamo l’innocente.
MASETTO Ah Zerlina!
ZERLINA Scellerato!
DONN’ANNA, DON OTTAVIO, DONNA ELVIRA Ora grida da quel lato.
Ah, gittiamo giù la porta!
ZERLINA Soccorretemi, o son morta!
DONN’ANNA, DON OTTAVIO, DONNA ELVIRA, MASETTO Siam qui noi per tua difesa.
DON GIOVANNI Ecco il birbo che t’ha offesa,
ma da me la pena avrà!
Mori, iniquo!
LEPORELLO Ah cosa fate!
DON GIOVANNI Mori, dico!
DON OTTAVIO Nol sperate!
DONN’ANNA, DON OTTAVIO, DONNA ELVIRA, MASETTO, ZERLINA L’empio crede con tal frode
di nasconder l’empietà.
DON GIOVANNI Donna Elvira!
DONNA ELVIRA Sì, malvagio!
DON GIOVANNI Don Ottavio!
DON OTTAVIO Sì signore!
DON GIOVANNI Ah credete!
DONN’ANNA, DON OTTAVIO, DONNA ELVIRA, MASETTO, ZERLINA Traditore!
Tutto, tutto già si sa.
Trema, trema, o scellerato!
Saprà tosto il mondo intero
il misfatto orrendo e nero,
la tua fiera crudeltà.
Odi il tuon della vendetta,
che ti fischia intorno intorno;
sul tuo capo in questo giorno
il suo fulmine cadrà!
DON GIOVANNI È confusa la mia testa,
non so più quel ch’io mi faccia,
e un’orribile tempesta
minacciando, oddio, mi va.
Ma non manca me coraggio
non mi perdo o mi confondo
se cadesse ancor il mondo,
nulla mai temer mi fa.
LEPORELLO È confusa la sua testa,
non so più quel ch’ei si faccia,
e un’orribile tempesta
minacciando, oddio, lo va.
Ma non manca lui coraggio
non si perde o si confonde
se cadesse ancor il mondo,
nulla mai temer lo fa.
SCENA I
Don Giovanni, Leporello
Duetto
DON GIOVANNI Eh via, buffone,
non mi seccar.
LEPORELLO No no, padrone,
non vo’ restar.
DON GIOVANNI Sentimi, amico…
LEPORELLO Vo’ andar, vi dico.
DON GIOVANNI Ma che ti ho fatto,
che vuoi lasciarmi?
LEPORELLO Oh niente affatto!
Quasi ammazzarmi!
DON GIOVANNI Va’ che sei matto;
fu per burlar.
LEPORELLO Ed io non burlo,
ma voglio andar.
Recitativo
DON GIOVANNI Leporello.
LEPORELLO Signore.
DON GIOVANNI Vien qui, facciamo pace: prendi.
LEPORELLO Cosa?
DON GIOVANNI Quattro doppie.
LEPORELLO Oh sentite,
per questa volta
la cerimonia accetto,
ma non vi ci avvezzate; non credete
di sedurre i miei pari,
come le donne, a forza di danari.
DON GIOVANNI Non parliam più di ciò! ti basta l’animo
di far quel ch’io ti dico?
LEPORELLO Purché lasciam le donne.
DON GIOVANNI Lasciar le donne! pazzo,
lasciar le donne? Sai ch’elle per me
son necessarie più del pan che mangio,
più dell’aria che spiro!
LEPORELLO E avete core
d’ingannarle poi tutte?
DON GIOVANNI È tutto amore.
Chi a una sola è fedele
verso l’altre è crudele; io, che in me sento
sì esteso sentimento,
vo’ bene a tutte quante.
Le donne poi, che calcolar non sanno,
il mio buon natural, chiamano inganno.
LEPORELLO Non ho veduto mai
naturale più vasto e più benigno.
Orsù, cosa vorreste?
DON GIOVANNI Odi, vedesti tu la cameriera
di Donna Elvira?
LEPORELLO Io no.
DON GIOVANNI Non hai veduto
qualche cosa di bello,
caro il mio Leporello. Ora io con lei
vo’ tentar la mia sorte; ed ho pensato,
già che siam verso sera,
per aguzzarle meglio l’appetito
di presentarmi a lei col tuo vestito.
LEPORELLO E perché non potreste
presentarvi col vostro?
DON GIOVANNI Han poco credito
con gente di tal rango
gli abiti signorili.
Sbrigati… via.
LEPORELLO Signor… per più ragioni…
DON GIOVANNI Finiscila, non soffro opposizioni.
SCENA II
Don Giovanni, Leporello, Donna Elvira
Terzetto
DONNA ELVIRA Ah taci, ingiusto core,
non palpitarmi in seno;
è un empio, è un traditore,
è colpa aver pietà.
LEPORELLO Zitto; di Donna Elvira,
Signor, la voce io sento.
DON GIOVANNI Cogliere io vo’ il momento,
tu fermati un po’ là.
Elvira, idolo mio…
DONNA ELVIRA Non è costui l’ingrato?
DON GIOVANNI Sì, vita mia, son io,
e chieggo carità.
DONNA ELVIRA (Numi, che strano affetto
mi si risveglia in petto!)
LEPORELLO (State a veder la pazza
che ancor gli crederà.)
DON GIOVANNI Discendi, o gioia bella:
vedrai che tu sei quella,
che adora l’alma mia,
pentito io sono già.
DONNA ELVIRA No, non ti credo, o barbaro!
DON GIOVANNI Ah credimi, o m’uccido!
LEPORELLO Se seguitate, io rido.
DON GIOVANNI Idolo mio, vien qua.
DONNA ELVIRA (Dei! Che cimento è questo?
Non so s’io vado o resto.
Ah proteggete voi
la mia credulità.)
LEPORELLO (Già quel mendace labbro
torna a sedur costei.
Deh proteggete, o Dei,
la sua credulità!)
DON GIOVANNI (Spero che cada presto!
Che bel colpetto è questo!
Più fertile talento
del mio, no, non si dà.)
Recitativo
DON GIOVANNI Amico, che ti par?
LEPORELLO Mi par che abbiate
un’anima di bronzo.
DON GIOVANNI Va’ là che sei il gran gonzo! Ascolta bene:
quando costei qui viene,
tu corri ad abbracciarla,
falle quattro carezze,
fingi la voce mia; poi con bell’arte
cerca teco condurla in altra parte.
LEPORELLO Ma Signor…
DON GIOVANNI Non più repliche.
LEPORELLO E se poi mi conosce?
DON GIOVANNI Non ti conoscerà se tu non vuoi.
Zitto, ell’apre. Ehi giudizio!
SCENA III
Don Giovanni, Leporello, Donna Elvira
Recitativo
DONNA ELVIRA Eccomi a voi.
DON GIOVANNI (Veggiamo che farà.)
LEPORELLO (Che imbroglio!)
DONNA ELVIRA Dunque creder potrò che i pianti miei
abbian vinto quel cor? Dunque pentito
l’amato Don Giovanni al suo dovere
e all’amor mio ritorna?…
LEPORELLO Sì, carina!
DONNA ELVIRA Crudele! Se sapeste
quante lagrime, e quanti
sospir voi mi costate!
LEPORELLO Io, vita mia?
DONNA ELVIRA Voi.
LEPORELLO Poverina! quanto mi dispiace!
DONNA ELVIRA Mi fuggirete più?
LEPORELLO No, muso bello.
DONNA ELVIRA Sarete sempre mio?
LEPORELLO Sempre.
DONNA ELVIRA Carissimo!
LEPORELLO Carissima! (La burla mi dà gusto.)
DONNA ELVIRA Mio tesoro!
LEPORELLO Mia Venere!
DONNA ELVIRA Son per voi tutta foco.
LEPORELLO Io tutto cenere.
DON GIOVANNI (Il birbo si riscalda.)
DONNA ELVIRA E non m’ingannerete?
LEPORELLO No sicuro.
DONNA ELVIRA Giuratemi.
LEPORELLO Lo giuro a questa mano
che bacio con trasporto, e a quei bei lumi…
DON GIOVANNI Ih eh ih eh ah ih, sei morto!
LEPORELLO, DONNA ELVIRA Oh numi!
DON GIOVANNI Ih eh ih eh ah ih! Par che la sorte
mi secondi. Veggiamo…
Le finestre son queste: ora cantiamo.
Canzonetta
DON GIOVANNI Deh vieni alla finestra, o mio tesoro,
deh vieni a consolar il pianto mio:
se neghi a me di dar qualche ristoro,
davanti agli occhi tuoi morir vogl’io.
Tu ch’hai la bocca dolce più del miele,
tu che il zucchero porti in mezzo al core,
non esser, gioia mia, con me crudele:
lasciati almen veder, mio bell’amore.
Recitativo
DON GIOVANNI V’è gente alla finestra, forse è dessa.
Zi zi…
SCENA IV
Masetto, Don Giovanni
Recitativo
MASETTO Non ci stanchiamo: il cor mi dice
che trovar lo dobbiam.
DON GIOVANNI (Qualcuno parla.)
MASETTO Fermatevi: mi pare
che alcuno qui si muova.
DON GIOVANNI (Se non fallo è Masetto.)
MASETTO Chi va là?
Non risponde.
Animo, schioppo al muso!
Chi va là?
DON GIOVANNI (Non è solo.
Ci vuol giudizio.) Amici…
(Non mi voglio scoprir.) Sei tu Masetto?
MASETTO Appunto quello, e tu?
DON GIOVANNI Non mi conosci? Il servo
son io di Don Giovanni.
MASETTO Leporello!
Servo di quell’indegno cavaliere!
DON GIOVANNI Certo, di quel briccone…
MASETTO Di quell’uom senza onore… ah dimmi un poco
dove possiam trovarlo.
Lo cerco con costor per trucidarlo.
DON GIOVANNI (Bagatelle!) Bravissimo, Masetto!
Anch’io con voi m’unisco
per fargliela a quel birbo di padrone.
Ma udite un po’ qual è la mia intenzione.
Aria
DON GIOVANNI Metà di voi qua vadano,
e gli altri vadan là,
e pian pianin lo cerchino,
lontan non fia di qua.
Se un uom, e una ragazza,
passeggian per la piazza,
se sotto a una finestra
fare all’amor sentite;
ferite pur, ferite:
il mio padron sarà.
In testa egli ha un cappello
con candidi pennacchi,
addosso un gran mantello,
e spada al fianco egli ha.
Andate, fate presto…
Tu solo vien con me:
bisogna far il resto,
ed or vedrai cos’è.
SCENA V
Don Giovanni, Masetto
Recitativo
DON GIOVANNI Zitto, lascia ch’io senta… ottimamente.
Dunque dobbiam ucciderlo?
MASETTO Sicuro.
DON GIOVANNI E non ti basteria rompergli l’ossa…
Fracassargli le spalle…
MASETTO No no, voglio ammazzarlo,
vo’ farlo in cento brani…
DON GIOVANNI Hai buone arme?
MASETTO Cospetto!
Ho pria questo moschetto…
E poi questa pistola…
DON GIOVANNI E poi?
MASETTO Non basta?
DON GIOVANNI Eh basta certo! Or prendi,
questa per la pistola…
Questa per il moschetto…
MASETTO Ahi, ahi!
DON GIOVANNI Taci, o t’uccido.
Questa per ammazzarlo,
questa per farlo in brani,
villano, mascalzon, ceffo da cani.
SCENA VI
Masetto, Zerlina
Recitativo
MASETTO Ahi ahi la testa mia!
Ahi ahi le spalle, e il petto…
ZERLINA Mi parve di sentire
la voce di Masetto.
MASETTO Oddio! Zerlina…
Zerlina mia, soccorso!
ZERLINA Cosa è stato?
MASETTO L’iniquo, il scellerato
mi ruppe l’ossa e i nervi.
ZERLINA Oh poveretta me! Chi?
MASETTO Leporello
o qualche diavol che somiglia a lui.
ZERLINA Crudel! Non tel diss’io
che con questa tua pazza gelosia
ti ridurresti a qualche brutto passo?
Dove ti duole?
MASETTO Qui…
ZERLINA E poi?
MASETTO Qui… e ancora qui…
ZERLINA E poi non ti duol altro?
MASETTO Duolmi un poco
questo piè, questo braccio e questa mano.
ZERLINA Via via, non è gran mal, se il resto è sano.
Vientene meco a casa,
purché tu mi prometta
d’essere men geloso,
io, io ti guarirò, caro il mio sposo.
Aria
ZERLINA Vedrai, carino,
se sei buonino,
che bel rimedio
ti voglio dar.
È naturale,
non dà disgusto,
e lo speziale
non lo sa far.
È un certo balsamo
che porto addosso,
dare tel posso,
se il vuoi provar.
Saper vorresti
dove mi sta?
Sentilo battere,
toccami qua!
SCENA VII
Leporello, Donna Elvira, Donn’Anna, Don Ottavio, Zerlina
Recitativo
LEPORELLO Di molte faci il lume
s’avvicina, o mio ben, stiamo qui un poco
fin che da noi si scosta.
DONNA ELVIRA Ma che temi,
adorato mio sposo?
LEPORELLO Nulla… nulla…
Certi riguardi, io vo veder se il lume
è già lontano… (ah come
da costei liberarmi?)
Rimanti, anima bella.
DONNA ELVIRA Ah non lasciarmi.
Sestetto
DONNA ELVIRA Sola sola in buio loco
palpitar il cor io sento,
e m’assale un tal spavento
che mi sembra di morir.
LEPORELLO Più che cerco, men ritrovo
questa porta sciagurata…
Piano piano, l’ho trovata,
ecco il tempo di fuggir.
DON OTTAVIO Tergi il ciglio, o vita mia,
e dà calma al tuo dolore;
l’ombra oddio del genitore
più non vuole il tuo martir.
DONN’ANNA Lascia almen alla mia pena
questo picciolo ristoro,
sol la morte, o mio tesoro,
il mio pianto può finir.
DONNA ELVIRA Ah dov’è lo sposo mio!
LEPORELLO Se mi trova, son perduto.
DONNA ELVIRA (Una porta là vegg’io,
cheta cheta io vo’ partir.)
LEPORELLO (Una porta là vegg’io,
cheto cheto io vo’ partir.)
SCENA VIII
Leporello, Donna Elvira, Donn’Anna, Don Ottavio, Zerlina
Sestetto
MASETTO, ZERLINA Ferma, briccone,
dove ten vai?
DONN’ANNA, DON OTTAVIO Ecco il fellone!
Come era qua!
MASETTO, ZERLINA, DONN’ANNA, DON OTTAVIO Ah mora il perfido
che m’ha tradito!
DONNA ELVIRA È mio marito!
Pietà, pietà!
MASETTO, ZERLINA, DONN’ANNA, DON OTTAVIO È Donna Elvira
quella ch’io vedo?
Appena il credo!
No no, morrà!
LEPORELLO Perdon, perdono,
signori miei,
quello io non sono,
sbaglia costei;
viver lasciatemi,
per carità!
MASETTO, ZERLINA, DONN’ANNA, DON OTTAVIO Dei! Leporello!
Che inganno è questo!
Stupido resto…
Che mai sarà?
Mille torbidi pensieri
mi s’aggiran pel cervello;
che disordin è mai quello,
che impensata novità!
LEPORELLO Mille torbidi pensieri
mi s’aggiran per la testa;
se mi salvo in tal tempesta
è un prodigio in verità!
SCENA IX
Leporello, Donna Elvira, Donn’Anna, Don Ottavio, Zerlina
Recitativo
ZERLINA Dunque quello sei tu che il mio Masetto
poco fa crudelmente maltrattasti?
DONNA ELVIRA Dunque tu m’ingannasti, o scellerato,
spacciandoti con me da Don Giovanni?
DON OTTAVIO Dunque tu in questi panni
venisti qui per qualche tradimento?
ZERLINA A me tocca punirti.
DONNA ELVIRA Anzi a me.
DON OTTAVIO No no, a me.
MASETTO Accoppatelo meco tutti tre.
Aria
LEPORELLO Ah pietà, signori miei,
ah pietà, pietà di me!
Do ragione a voi, a lei,
ma il delitto mio non è.
Il padron con prepotenza
l’innocenza mi rubò.
Donna Elvira, compatite,
voi capite come andò!
Di Masetto non so nulla,
vel dirà questa fanciulla,
è un’oretta circumcirca,
che con lei girando vo.
A voi, signore,
non dico niente
certo timore
certo accidente
di fuori chiaro,
di dentro oscuro
Non c’è riparo…
La porta… il muro…
Vo da quel lato…
Poi qui celato…
L’affar si sa.
Ma s’io sapeva,
fuggia per qua.
SCENA X
Donna Elvira, Donn’Anna, Don Ottavio, Zerlina
Recitativo
DONNA ELVIRA Ferma, perfido, ferma…
MASETTO Il birbo ha l’ali ai piedi…
ZERLINA Con qual arte
si sottrasse l’iniquo…
DON OTTAVIO Amici miei,
dopo eccessi sì enormi
dubitar non possiam, che Don Giovanni
non sia l’empio uccisore
del padre di Donn’Anna. In questa casa
per poche ore fermatevi… un ricorso
vo’ far a chi si deve, e in pochi istanti
vendicarvi prometto.
Così vuole dover, pietade, affetto.
Aria
DON OTTAVIO Il mio tesoro intanto
andate a consolar,
e del bel ciglio il pianto
cercate di asciugar.
Ditele che i suoi torti
a vendicar io vado,
che sol di stragi e morti
nunzio vogl’io tornar.
SCENA XI
Don Giovanni, Leporello
Recitativo
DON GIOVANNI Ah ah ah, questa è buona!
Or lasciala cercar. Che bella notte!
È più chiara del giorno; sembra fatta
per gir a zonzo a caccia di ragazze.
È tardi? Oh ancor non sono
due della notte; avrei
voglia un po’ di saper come è finito
l’affar tra Leporello e Donna Elvira:
s’egli ha avuto giudizio…
LEPORELLO Alfin vuole ch’io faccia un precipizio.
DON GIOVANNI È desso. Oh Leporello!
LEPORELLO Chi mi chiama?
DON GIOVANNI Non conosci il padron?
LEPORELLO Così nol conoscessi!
DON GIOVANNI Come, birbo?
LEPORELLO Ah siete voi, scusate.
DON GIOVANNI Cosa è stato?
LEPORELLO Per cagion vostra io fui quasi accoppato.
DON GIOVANNI Ebben, non era questo
un onore per te?
LEPORELLO Signor, vel dono.
DON GIOVANNI Via via, vien qua, che belle cose
ti deggio dir.
LEPORELLO Ma cosa fate qui?
DON GIOVANNI Vien dentro e lo saprai.
Diverse istorielle
che accadute mi son da che partisti
ti dirò un’altra volta: or la più bella
ti vo’ solo narrar.
LEPORELLO Donnesca al certo.
DON GIOVANNI C’è dubbio? una fanciulla
bella, giovin, galante
per la strada incontrai, le vado appresso,
la prendo per la man, fuggir mi vuole,
dico poche parole, ella mi piglia,
sai per chi?
LEPORELLO Non lo so.
DON GIOVANNI Per Leporello.
LEPORELLO Per me?
DON GIOVANNI Per te.
LEPORELLO Va bene.
DON GIOVANNI Per la mano
essa allora mi prende.
LEPORELLO Ancora meglio.
DON GIOVANNI M’accarezza, mi abbraccia…
“Caro il mio Leporello…
Leporello mio caro…” Allor m’accorsi
ch’era qualche tua bella.
LEPORELLO Oh maledetto!
DON GIOVANNI Dell’inganno approfitto. Non so come
mi riconosce: grida; sento gente,
a fuggire mi metto, e pronto pronto
per quel muretto in questo loco io monto.
LEPORELLO E mi dite la cosa
con tale indifferenza!
DON GIOVANNI Perché no?
LEPORELLO Ma se fosse
costei stata mia moglie!
DON GIOVANNI Meglio ancora!
IL COMMENDATORE Di rider finirai pria dell’aurora.
DON GIOVANNI Chi ha parlato?
LEPORELLO Ah qualche anima
sarà dell’altro mondo
che vi conosce a fondo.
DON GIOVANNI Taci, sciocco!
Chi va là! Chi va là!
IL COMMENDATORE Ribaldo audace,
lascia a’ morti la pace.
LEPORELLO Ve l’ho detto.
DON GIOVANNI Sarà qualcun di fuori
che si burla di noi…
Ehi, del Commendatore
non è questa la statua? Leggi un poco
quella iscrizion.
LEPORELLO Scusate…
non ho imparato a leggere
a’ raggi della luna…
DON GIOVANNI Leggi, dico.
LEPORELLO “Dell’empio che mi trasse al passo estremo
qui attendo la vendetta.”
Udiste? Io tremo!
DON GIOVANNI Oh vecchio buffonissimo!
Digli che questa sera
l’attendo a cena meco.
LEPORELLO Che pazzia! ma vi par… Oh Dei, mirate
che terribili occhiate egli ci dà.
Par vivo! Par che senta!
E che voglia parlar…
DON GIOVANNI Orsù, va’ là,
o qui t’ammazzo e poi ti seppellisco.
LEPORELLO Piano piano, signore, ora ubbidisco.
Duetto
LEPORELLO O statua gentilissima
del gran Commendator…
Padron mi trema il core,
non posso terminar.
DON GIOVANNI Finiscila, o nel petto
ti metto questo acciar.
LEPORELLO Che impiccio, che capriccio,
io sentomi gelar.
DON GIOVANNI Che gusto, che spassetto
lo voglio far tremar.
LEPORELLO O statua gentilissima,
benché di marmo siate…
Ah padron mio, mirate
che seguita a guardar.
DON GIOVANNI Mori…
LEPORELLO No no, attendete…
Signor, il padron mio…
badate ben, non io,
vorria con voi cenar.
Ah ah!
Che scena è questa?
Oh ciel, chinò la testa!
DON GIOVANNI Va’ là, che se’ un buffone…
LEPORELLO Guardate ancor, padrone.
DON GIOVANNI E che deggio guardar?
LEPORELLO Colla marmorea testa
ei fa così, così.
LEPORELLO, DON GIOVANNI Colla marmorea testa
ei fa così, così.
DON GIOVANNI Parlate, se potete;
verrete a cena?
IL COMMENDATORE Sì.
LEPORELLO Mover mi posso appena…
Mi manca, oh Dei, la lena!
Per carità, partiamo,
andiamo via di qui.
DON GIOVANNI Bizzarra è inver la scena;
verrà il buon vecchio a cena.
A prepararla andiamo…
partiamo via di qui.
SCENA XII
Donna Anna, Don Ottavio
Recitativo
DON OTTAVIO Calmatevi, idol mio, di quel ribaldo
vedrem puniti in breve i gravi eccessi!
Vendicati sarem.
DONN’ANNA Ma il padre, oddio!
DON OTTAVIO Convien chinare il ciglio
ai voleri del ciel: respira, o cara!
Di tua perdita amara
fia domani un dolce compenso.
Questo cor, questa mano…
che il mio tenero amor…
DONN’ANNA Oh Dei! Che dite?
In sì tristi momenti…
DON OTTAVIO E che vorresti
con indugi novelli
accrescer le mie pene?
Crudele!
DONN’ANNA Crudele!
Ah no, mio bene,
troppo mi spiace
allontanarti un ben che lungamente
la nostr’alma desia… ma il mondo… oddio…
Non sedur la costanza
del sensibil mio core!
Abbastanza per te mi parla amore.
Rondò
DONN’ANNA Non mi dir, bell’idol mio,
che son io crudel con te;
tu ben sai quant’io t’amai,
tu conosci la mia fé.
Calma, calma il tuo tormento,
se di duol non vuoi ch’io mora;
forse un giorno il cielo ancora
sentirà pietà di me.
Recitativo
DON OTTAVIO Ah si segua il suo passo: io vo con lei
dividere i martiri;
saran meco men gravi i suoi sospiri.
SCENA XIII
Don Giovanni, Leporello
Finale
DON GIOVANNI Già la mensa è preparata,
voi suonate, amici cari,
già che spendo i miei danari,
io mi voglio divertir.
Leporello, presto, in tavola!
LEPORELLO Son prontissimo a ubbidir.
Bravi! “Cosa rara”!
DON GIOVANNI Che ti par del bel concerto?
LEPORELLO È conforme al vostro merto.
DON GIOVANNI Ah che piatto saporito!
LEPORELLO Ah che barbaro appetito!
Che bocconi da gigante,
mi par proprio di svenir.
DON GIOVANNI Nel veder i miei bocconi
gli par proprio di svenir.
Piatto!
LEPORELLO Servo.
DON GIOVANNI Versa il vino.
Eccellente marzimino!
LEPORELLO (Questo pezzo di fagiano
piano piano vo’ inghiottir.)
DON GIOVANNI (Sta mangiando, quel marrano;
fingerò di non capir.)
Leporello.
LEPORELLO Padron mio…
DON GIOVANNI Parla schietto, mascalzone!
LEPORELLO Non mi lascia una flussione
le parole proferir.
DON GIOVANNI Mentre io mangio, fischia un poco.
LEPORELLO Non so far…
DON GIOVANNI Cos’è?
LEPORELLO Scusate.
Sì eccellente è il vostro cuoco,
che lo volli anch’io provar.
DON GIOVANNI Sì eccellente è il cuoco mio,
che lo volle anch’ei provar.
SCENA XIV
Don Giovanni, Leporello, Donna Elvira
DONNA ELVIRA L’ultima prova
dell’amor mio
ancor vogl’io
fare con te.
Più non rammento
gl’inganni tuoi,
pietade io sento…
DON GIOVANNI, LEPORELLO Cos’è? Cos’è?
DONNA ELVIRA Da te non chiede
quest’alma oppressa
della sua fede
qualche mercé.
DON GIOVANNI Mi maraviglio!
Cosa volete?
Se non sorgete,
non resto in piè!
DONNA ELVIRA Ah non deridere
gli affanni miei!
LEPORELLO (Quasi da piangere
mi fa costei.)
DON GIOVANNI Io te deridere?
Cielo! perché?
Che vuoi, mio bene?
DONNA ELVIRA Che vita cangi.
DON GIOVANNI Brava!
DONNA ELVIRA, LEPORELLO Cor perfido!
DON GIOVANNI Lascia ch’io mangi;
e se ti piace,
mangia con me.
DONNA ELVIRA Restati, barbaro,
nel lezzo immondo,
esempio orribile
d’iniquità!
LEPORELLO Se non si muove
nel suo dolore
di sasso ha il core,
o cor non ha.
DON GIOVANNI Vivan le femmine,
viva il buon vino,
sostegno e gloria
d’umanità!
DONNA ELVIRA Ah!
LEPORELLO Che grido è questo mai!
DON GIOVANNI Va’ a veder che cosa è stato.
LEPORELLO Ah!
DON GIOVANNI Che grido indiavolato!
Leporello, che cos’è?
LEPORELLO Ah signor… per carità!…
Non andate fuor di qua!…
L’uom di sasso… l’uomo bianco…
Ah padrone!… io gelo… io manco…
Se vedeste che figura!
Se sentiste come fa.
Ta ta ta ta ta ta ta ta.
DON GIOVANNI Non capisco niente affatto:
tu sei matto in verità!
LEPORELLO Ah sentite!
DON GIOVANNI Qualcun batte.
Apri…
LEPORELLO Io tremo.
DON GIOVANNI Apri, ti dico.
LEPORELLO Ah…
DON GIOVANNI Per togliermi d’intrico
ad aprir io stesso andrò!
LEPORELLO Non vo’ più veder l’amico,
pian pianin m’asconderò.
SCENA XV
Don Giovanni, Leporello, il Commendatore
IL COMMENDATORE Don Giovanni, a cenar teco
m’invitasti, e son venuto.
DON GIOVANNI Non l’avrei giammai creduto,
ma farò quel che potrò!
Leporello! Un’altra cena
fa’ che subito si porti.
LEPORELLO Ah padron! Siam tutti morti!
DON GIOVANNI Vanne, dico…
IL COMMENDATORE Ferma un po’.
Non si pasce di cibo mortale
chi si pasce di cibo celeste;
altre cure più gravi di queste,
altra brama quaggiù mi guidò!
LEPORELLO La terzana d’avere mi sembra,
e le membra fermar più non so.
DON GIOVANNI Parla, dunque: che chiedi, che vuoi?
IL COMMENDATORE Parlo, ascolta, più tempo non ho.
DON GIOVANNI Parla, parla, ascoltando ti sto.
LEPORELLO Ah le membra fermar più non so.
IL COMMENDATORE Tu m’invitasti a cena,
il tuo dover or sai,
rispondimi, verrai
tu a cenar meco?
LEPORELLO Oibò!
Tempo non ha, scusate.
DON GIOVANNI A torto di viltate
tacciato mai sarò!
IL COMMENDATORE Risolvi!
DON GIOVANNI Ho già risolto.
IL COMMENDATORE Verrai?
LEPORELLO Dite di no.
DON GIOVANNI Ho fermo il core in petto:
non ho timor, verrò!
IL COMMENDATORE Dammi la mano in pegno.
DON GIOVANNI Eccola. Ohimè!
IL COMMENDATORE Cos’hai?
DON GIOVANNI Che gelo è questo mai?
IL COMMENDATORE Pentiti, cangia vita:
è l’ultimo momento!
DON GIOVANNI No no, ch’io non mi pento;
vanne lontan da me!
IL COMMENDATORE Pentiti, scellerato!
DON GIOVANNI No, vecchio infatuato!
IL COMMENDATORE Pentiti!
DON GIOVANNI No.
IL COMMENDATORE Sì.
DON GIOVANNI No.
IL COMMENDATORE Ah tempo più non v’è.
DON GIOVANNI Da qual tremore insolito,
sento assalir gli spiriti,
donde escono quei vortici
di foco pien d’orror!
IL COMMENDATORE Tutto a tue colpe è poco;
vieni, c’è un mal peggior.
DON GIOVANNI Chi l’anima mi lacera?
Chi m’agita le viscere?
Che strazio, ohimè, che smania!
Che inferno! che terror!
LEPORELLO Che ceffo disperato!
Che gesti da dannato!
Che gridi, che lamenti!
Come mi fa terror!
CORO Tutto a tue colpe è poco;
vieni, c’è un mal peggior.
SCENA ULTIMA
Donn’Anna, Don Ottavio, Donna Elvira, Masetto, Zerlina, Leporello
DONN’ANNA, DON OTTAVIO, DONNA ELVIRA, MASETTO, ZERLINA Ah dove è il perfido,
dov’è l’indegno?
Tutto il mio sdegno
sfogar io vo.
DONN’ANNA Solo mirandolo
stretto in catene,
alle mie pene
calma darò.
LEPORELLO Più non sperate…
di ritrovarlo…
Più non cercate
lontano andò.
DONN’ANNA, DON OTTAVIO, DONNA ELVIRA, MASETTO, ZERLINA Cos’è, favella…
LEPORELLO Venne un colosso…
DONN’ANNA, DON OTTAVIO, DONNA ELVIRA, MASETTO, ZERLINA Via, presto, sbrigati…
LEPORELLO Ma se non posso…
Tra fumo e foco…
badate un poco…
l’uomo di sasso…
fermate il passo…
giusto là sotto…
diede il gran botto…
giusto là il diavolo
sel’ trangugiò.
DONN’ANNA, DON OTTAVIO, DONNA ELVIRA, MASETTO, ZERLINA Stelle! che sento!
LEPORELLO Vero è l’evento.
DONN’ANNA, DON OTTAVIO, DONNA ELVIRA, MASETTO, ZERLINA Ah certo è l’ombra
che s’incontrò!
DON OTTAVIO Or che tutti, o mio tesoro,
vendicati siam dal cielo,
porgi, porgi a me un ristoro,
non mi far languire ancor.
DONN’ANNA Lascia, o caro, un anno ancora
allo sfogo del mio cor.
DON OTTAVIO Al desio di chi t’adora
ceder deve un fido amor.
DONN’ANNA Al desio di chi m’adora
Ceder deve un fido amor.
DONNA ELVIRA Io men vado in un ritiro
A finir la vita mia.
MASETTO, ZERLINA Noi, a casa andiamo
a cenar in compagnia.
LEPORELLO Ed io vado all’osteria
a trovar padron miglior.
DONN’ANNA, DON OTTAVIO, DONNA ELVIRA, MASETTO, ZERLINA, LEPORELLO Resti dunque quel birbon
con Proserpina e Pluton;
e noi tutti, o buona gente,
ripetiam allegramente
l’antichissima canzon.
Questo è il fin di chi fa mal:
e de’ perfidi la morte
alla vita è sempre ugual.