DON OTTAVIO – Don Giovanni – Mozart

DON OTTAVIO

Don Giovanni
Libretto by Lorenzo da Ponte for Wolfgang Amadeus Mozart

 

 

 

Album price: 8,00

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SCENA 3
Recitativo
Tutto il mio sangue
verserò se bisogna:
ma dov’è il scellerato?
Signore…
Ah soccorrete, amici, il mio tesoro.
Cercatemi, recatemi…
qualche odor… qualche spirto… ah non tardate…
Donn’Anna… sposa… amica… il duolo estremo
la meschinella uccide…
Già rinviene…
Datele nuovi aiuti…
Celate, allontanate agli occhi suoi
quell’oggetto d’orrore.
Anima mia… consolati… fa core…
Duetto
Senti, cor mio, deh senti,
guardami un solo istante,
ti parla il caro amante,
che vive sol per te.
Il padre… lascia, o cara,
la rimembranza amara…
Hai sposo e padre in me.
Lo giuro agl’occhi tuoi,
lo giuro al nostro amor.
Che giuramento, oh Dei!
Che barbaro momento!
Fra cento affetti e cento
vammi ondeggiando il cor.
SCENA 12
Cieli, che aspetto nobile!
Che dolce maestà!
Il suo pallor, le lagrime
m’empiono di pietà.
Certo moto d’ignoto tormento
dentro l’alma girare mi sento
che mi dice per quella infelice
cento cose che intender non sa.
Io di qua non vado via,
se non scopro questo affar.
Dunque quella?
Incomincio a dubitar.
Quegli accenti sì sommessi,
quel cangiarsi di colore,
son indizi troppo espressi
che mi fan determinar.
SCENA 13
Cosa è stato?
Mio bene…
Fate coraggio!
Che dite…
Oh ciel! Possibile
che sotto il sacro manto d’amicizia…
Ma come fu, narratemi
lo strano avvenimento.
Stelle! Seguite.
Ohimè, respiro.
SCENA 14
Recitativo
Come mai creder deggio
di sì nero delitto
capace un cavaliero?
Ah di scoprire il vero
ogni mezzo si cerchi! Io sento in petto
e di sposo e d’amico
il dover che mi parla:
disingannar la voglio o vendicarla.
Aria
Dalla sua pace
la mia dipende;
quel che a lei piace
vita mi rende,
quel che le incresce
morte mi dà.
S’ella sospira,
sospiro anch’io.
È mia quell’ira,
quel pianto è mio;
e non ho bene
s’ella non l’ha.
SCENA 19
L’amica dice bene,
coraggio aver conviene.
Discaccia, o vita mia,
l’affanno ed il timor.
Al volto ed alla voce
si scopre il traditore.
Cosa chiedete?
Grazie di tanto onore:
andiam, compagne belle.
Protegga il giusto cielo
il zelo del mio cor.
SCENA 20
Siam grati a tanti segni
di generosità!
Viva la libertà!
Simulate.
(Fingete, per pietà.)
L’iniquo da sé stesso
nel laccio se ne va.
Soccorriamo l’innocente.
Ora grida da quel lato.
Ah, gittiamo giù la porta!
Siam qui noi per tua difesa.
Nol sperate!
L’empio crede con tal frode
di nasconder l’empietà.
Sì signore!
Traditore!
Tutto, tutto già si sa.
Trema, trema, o scellerato!
Saprà tosto il mondo intero
il misfatto orrendo e nero,
la tua fiera crudeltà.
Odi il tuon della vendetta,
che ti fischia intorno intorno;
sul tuo capo in questo giorno
il suo fulmine cadrà!

 

SCENA 8
Ecco il fellone!
Come era qua!
Ah mora il perfido
che m’ha tradito!
È Donna Elvira
quella ch’io vedo?
Appena il credo!
No no, morrà!
Dei! Leporello!
Che inganno è questo!
Stupido resto…
Che mai sarà?
Mille torbidi pensieri
mi s’aggiran pel cervello;
che disordin è mai quello,
che impensata novità!
SCENA 9
Recitativo
Dunque tu in questi panni
venisti qui per qualche tradimento?
No no, a me.
SCENA 10
Recitativo
Amici miei,
dopo eccessi sì enormi
dubitar non possiam, che Don Giovanni
non sia l’empio uccisore
del padre di Donn’Anna. In questa casa
per poche ore fermatevi… un ricorso
vo’ far a chi si deve, e in pochi istanti
vendicarvi prometto.
Così vuole dover, pietade, affetto.
Aria
Il mio tesoro intanto
andate a consolar,
e del bel ciglio il pianto
cercate di asciugar.
Ditele che i suoi torti
a vendicar io vado,
che sol di stragi e morti
nunzio vogl’io tornar.
SCENA 12
Recitativo
Calmatevi, idol mio, di quel ribaldo
vedrem puniti in breve i gravi eccessi!
Vendicati sarem.
Convien chinare il ciglio
ai voleri del ciel: respira, o cara!
Di tua perdita amara
fia domani un dolce compenso.
Questo cor, questa mano…
che il mio tenero amor…
E che vorresti
con indugi novelli
accrescer le mie pene?
Crudele!
Ah si segua il suo passo: io vo con lei
dividere i martiri;
saran meco men gravi i suoi sospiri.
SCENA ULTIMA
Ah dove è il perfido,
dov’è l’indegno?
Tutto il mio sdegno
sfogar io vo.
Cos’è, favella…
Via, presto, sbrigati…
Stelle! che sento!
Ah certo è l’ombra
che s’incontrò!
Or che tutti, o mio tesoro,
vendicati siam dal cielo,
porgi, porgi a me un ristoro,
non mi far languire ancor.
Al desio di chi t’adora
ceder deve un fido amor.
Resti dunque quel birbon
con Proserpina e Pluton;
e noi tutti, o buona gente,
ripetiam allegramente
l’antichissima canzon.
Questo è il fin di chi fa mal:
e de’ perfidi la morte
alla vita è sempre ugual.

 

 

 

il zelo del mio cor.
SCENA 20
Siam grati a tanti segni
di generosità!
Viva la libertà!
Simulate.
(Fingete, per pietà.)
L’iniquo da sé stesso
nel laccio se ne va.
Soccorriamo l’innocente.
Ora grida da quel lato.
Ah, gittiamo giù la porta!
Siam qui noi per tua difesa.
Nol sperate!
L’empio crede con tal frode
di nasconder l’empietà.
Sì signore!
Traditore!
Tutto, tutto già si sa.
Trema, trema, o scellerato!
Saprà tosto il mondo intero
il misfatto orrendo e nero,
la tua fiera crudeltà.
Odi il tuon della vendetta,
che ti fischia intorno intorno;
sul tuo capo in questo giorno
il suo fulmine cadrà!
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SCENA 8
Ecco il fellone!
Come era qua!
Ah mora il perfido
che m’ha tradito!
È Donna Elvira
quella ch’io vedo?
Appena il credo!
No no, morrà!
Dei! Leporello!
Che inganno è questo!
Stupido resto…
Che mai sarà?
Mille torbidi pensieri
mi s’aggiran pel cervello;
che disordin è mai quello,
che impensata novità!
SCENA 9
Recitativo
Dunque tu in questi panni
venisti qui per qualche tradimento?
No no, a me.
SCENA 10
Recitativo
Amici miei,
dopo eccessi sì enormi
dubitar non possiam, che Don Giovanni
non sia l’empio uccisore
del padre di Donn’Anna. In questa casa
per poche ore fermatevi… un ricorso
vo’ far a chi si deve, e in pochi istanti
vendicarvi prometto.
Così vuole dover, pietade, affetto.
Aria
Il mio tesoro intanto
andate a consolar,
e del bel ciglio il pianto
cercate di asciugar.
Ditele che i suoi torti
a vendicar io vado,
che sol di stragi e morti
nunzio vogl’io tornar.
SCENA 12
Recitativo
Calmatevi, idol mio, di quel ribaldo
vedrem puniti in breve i gravi eccessi!
Vendicati sarem.
Convien chinare il ciglio
ai voleri del ciel: respira, o cara!
Di tua perdita amara
fia domani un dolce compenso.
Questo cor, questa mano…
che il mio tenero amor…
E che vorresti
con indugi novelli
accrescer le mie pene?
Crudele!
Ah si segua il suo passo: io vo con lei
dividere i martiri;
saran meco men gravi i suoi sospiri.
SCENA ULTIMA
Ah dove è il perfido,
dov’è l’indegno?
Tutto il mio sdegno
sfogar io vo.
Cos’è, favella…
Via, presto, sbrigati…
Stelle! che sento!
Ah certo è l’ombra
che s’incontrò!
Or che tutti, o mio tesoro,
vendicati siam dal cielo,
porgi, porgi a me un ristoro,
non mi far languire ancor.
Al desio di chi t’adora
ceder deve un fido amor.
Resti dunque quel birbon
con Proserpina e Pluton;
e noi tutti, o buona gente,
ripetiam allegramente
l’antichissima canzon.
Questo è il fin di chi fa mal:
e de’ perfidi la morte
alla vita è sempre ugual.
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