CONTESSA D’ALMAVIVA – Le nozze di Figaro – Mozart

CONTESSA D’ALMAVIVA

LE NOZZE DI FIGARO

Libretto by Lorenzo da Ponte for Wolfgang Amadeus Mozart

 

 

 

SCENA I
Cavatina
Porgi, amor, qualche ristoro
al mio duolo, a’ miei sospir:
o mi rendi il mio tesoro
o mi lascia almen morir.
Recitativo
Vieni, cara Susanna,
finiscimi l’istoria.
Dunque volle sedurti?
Come lo sono
i moderni mariti:
per sistema infedeli,
per genio capricciosi
e per orgoglio poi tutti gelosi.
Ma se Figaro t’ama… ei sol potria…
Possibil!
Oh Ciel, che sento!
Ad un uom sì geloso!
Che ti par?
Nel nostro caso…
E poi?…
SCENA III
Recitativo
Ah mi difenda il cielo in tal periglio!
È ver, ma io…
io stava qui mettendo…
Certe robe… era meco la Susanna…
che in sua camera è andata.
(Numi! È il foglio
che Figaro gli scrisse!)
Strepito?
Io non intesi niente.
Di che?
Chi volete che sia?
Ah sì, Susanna… appunto…
A la sua stanza o qui, non vidi bene…
Per la mia cameriera?
Ah questa serva,
più che non turba me turba voi stesso.
Terzetto
Fermatevi… sentite…
Sortire ella non può.
Lo vieta l’onestà.
Un abito da sposa
provando ella si sta.
Bruttissima è la cosa,
chi sa cosa sarà.
Nemmen, nemmen, nemmeno.
Io v’ordino: tacete.
Consorte mio giudizio.
Un scandalo, un disordine
schiviam per carità.
Recitativo
E perché deggio
le mie camere aprir?
Come?
Porreste a repentaglio
d’una dama l’onore?
Ciel, che imprudenza!
Andiamo.
SCENA 5
Ahimè, fermate
e ascoltatemi un poco.
Mi credete capace
di mancare al dover?
Sì, lo vedrete…
Ma uditemi tranquillo.
No, ma invece è un oggetto,
che ragion di sospetto
non vi deve lasciar; per questa sera…
una burla innocente…
di far si disponeva… ed io vi giuro…
che l’onor… l’onestà…
Sentite.
Ah non ho cor!
È un fanciullo…
Sì, Cherubino.
SCENA 6
Ah Signore, quel furore
per lui fammi il cor tremar.
No… sentite…
Giuro il Ciel ch’ogni sospetto…
e lo stato in che il trovate…
sciolto il collo… nudo il petto…
Per vestir femminee spoglie…
Mi fa torto quel trasporto,
m’oltraggiate a dubitar.
Egli è innocente.
Voi sapete…
Vado… sì… ma…
Non son rea.
Ah la cieca gelosia
qualche eccesso gli fa far.
SCENA 7
Susanna!
Che storia è mai questa;
Susanna v’è là.
SCENE 8
Susanna, son morta,
il fiato mi manca.
Le vostre follie
non mertan pietà.
Nol dite.
Mentite.
Son l’empia, l’infida
che ognora v’inganna.
Adunque la fede
d’un’anima amante
sì fiera mercede
doveva sperar?
Crudele!
Più quella non sono,
ma il misero oggetto
del vostro abbandono,
che avete diletto
di far disperar.
Soffrir sì gran torto
quest’alma non sa.
Fu sol per provarvi.
Fu sol per burlarvi.
Di Figaro è il foglio,
e a voi per Basilio…
Perdono non merta
chi agli altri nol dà.
Ah quanto, Susanna,
son dolce di core!
Di donne al furore
chi più crederà?
Ingrato!
Da questo momento
quest’alma a conoscermi
apprender potrà.
SCENA 9
La cosa è scabrosa,
com’ha da finir!
Nol conosci?
Per recarlo…
Che stasera nel giardino…
Il talento aguzzi invano,
palesato abbiam l’arcano,
non v’è nulla da ridir.
Dunque accordi?
Eh via, chetati, balordo,
la burletta ha da finir.
Deh Signor, nol contrastate,
Consolate i lor desir.
SCENA 10
Cosa dici, cos’hai, cosa è nato?
Figaro, a l’erta.
Costui ci sconcerta.
Quel briaco, che viene a far qui?
Ma Signore, se in lui parla il vino!
Olà, Figaro, ascolta.
Che testa! Che ingegno!
Ed insiste quel pazzo!
Maledetto!
Come mai, giusto ciel, finirà?
Ma perché?
Che timor?
Figaro, a l’erta.
Lascialo e parti.
Oh Ciel, la patente del paggio!
Il suggello.
Se mi salvo da questa tempesta,
più non avvi naufragio per me.
SCENA 11
Son venuti a sconcertarmi,
qual rimedio ritrovar?
Come! Come!
Un birbante!
Son confusa, son stordita,
disperata, sbalordita,
certo un diavol dell’inferno
qui li ha fatti capitar.
Son tre matti.

 

SCENA 7
Recitativo
E Susanna non vien! Sono ansiosa
di saper come il Conte
accolse la proposta; alquanto ardito
il progetto mi par, e ad uno sposo
sì vivace e geloso…
Ma che mal c’è? Cangiando i miei vestiti
con quelli di Susanna e i suoi co’ miei…
al favor della notte… Oh cielo, a quale
umil stato fatale io son ridotta
da un consorte crudel, che dopo avermi
con un misto inaudito
d’infedeltà, di gelosie, di sdegni,
prima amata, indi offesa, e alfin tradita,
fammi or cercar da una mia serva aita!
Aria
Dove sono i bei momenti
di dolcezza e di piacer,
dove andaro i giuramenti
di quel labbro menzogner?
Perché mai se in pianti e in pene
per me tutto si cangiò,
la memoria di quel bene
dal mio sen non trapassò?
Ah se almen la mia costanza,
nel languire amando ognor,
mi portasse una speranza
di cangiar l’ingrato cor!
SCENA 9
Recitativo
Cosa mi narri! E che ne disse il Conte?
Piano, che meglio or lo porremo in gabbia.
Dov’è l’appuntamento
che tu gli proponesti?
Fissiamgli un loco. Scrivi.
Eh scrivi dico; e tutto
io prendo su me stessa.
Canzonetta su l’aria…
Duettino
Che soave zeffiretto…
Verso sera spirerà…
Sotto i pini del boschetto.
Ei già il resto capirà.
Recitativo
Ecco… prendi una spilla:
servirà di sigillo, attendi… scrivi
sul riverso del foglio:
Rimandate il sigillo.
Presto, nascondi: io sento venir gente.
SCENA 10
Oh brave! Vi ringrazio.
E chi è, narratemi,
quell’amabil fanciulla
ch’ha l’aria sì modesta?
Onoriamo la bella forestiera.
Venite qui… datemi i vostri fiori.
Come arrossì!… Susanna, e non ti pare…
che somigli ad alcuno?
SCENA 11
(Oh stelle!)
Io sono, o Signor mio,
irritata e sorpresa al par di voi.
Stamane…
Per l’odierna festa
volevam travestirlo al modo stesso
che l’han vestito adesso.
Adesso tocca a voi.
SCENA 12
Come si caverà dall’imbarazzo?
Io son di ghiaccio.
SCENA 13
Or non parliamo.
Ecco qui le due nozze,
riceverle dobbiam: alfin si tratta
d’una vostra protetta.
Seggiam.

 

SCENA 9
Parmi umida la notte… io mi ritiro.
Restaci in buon’ora.
SCENA 10
Il picciol paggio!
Ahi, me meschina!
E se il Conte ora vien? Sorte tiranna!
SCENA 11
Ah se il Conte arriva adesso
qualche imbroglio accaderà!
Arditello, sfacciatello,
Ite presto via di qua.
Via partite, o chiamo gente.
Anche un bacio! che coraggio!
Temerario!
Se il ribaldo ancor sta saldo
la faccenda guasterà.
Oh Ciel, il Conte!
Ah ci ha fatto un bel guadagno
con la sua temerità.
SCENA 12
Giacché così vi piace,
eccomi qui, Signor.
Io ve la do.
La cieca prevenzione
delude la ragione,
inganna i sensi ognor.
Tutto Susanna piglia
dal suo benefattor.
Signor, d’accese fiaccole
io veggio il balenar.
Al buio, Signor mio?
I furbi sono in trappola,
cammina ben l’affar.
È Figaro, men vo.
SCENA ULTIMA
Scoperta è la trama,
la perfida è qua.
Almeno io per loro
perdono otterrò.
Ah tutti contenti
saremo così.
Questo giorno di tormenti,
di capricci e di follia
in contenti e in allegria
solo amor può terminar.
Sposi, amici, al ballo, al gioco,
alle mine date foco,
ed al suon di lieta marcia
andiam tutti a festeggiar!