Leonora – Il Trovatore – Verdi

LEONORA

IL TROVATORE
Libretto by Salvatore Cammarano for Giuseppe Verdi

 

 

 

Album price: 6,00

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SCENA 2
Un’altra notte ancora
senza vederlo!
Ne’ tornei. V’apparve
bruno le vesti ed il cimier, lo scudo
bruno e di stemma ignudo,
sconosciuto guerrier, che dell’agone
gli onori ottenne. Al vincitor sul crine
il serto io posi. Civil guerra intanto
arse. Nol vidi più! Come d’aurato
sogno fuggente imago! Ed era volta
lunga stagion… ma poi…
Ascolta.
Tacea la notte placida.
Bella in ciel sereno,
la luna il viso argenteo
mostrava lieto e pieno.
Quando suonar per l’aere,
infino allor sì muto,
dolci s’udiro e flebili
gli accordi d’un lïuto,
e versi melanconici
un trovator cantò.
Versi di prece ed umile,
qual d’uom che prega Iddio.
In quella ripeteasi
un nome… il nome mio!
Corsi al veron sollecita…
egli era, egli era desso!
Gioia provai che agli angeli
solo è provar concesso!
Al core, al guardo estatico
la terra un ciel sembrò.
Invano!
Che dici! Oh, basti!
Obliarlo! Ah, tu parlasti
detto, che intendere l’alma non sa.
Di tale amor che dirsi
mal può dalla parola,
d’amor che intendo io sola.
Il cor s’inebriò.
Il mio destino compirsi
non può che a lui dappresso…
S’io non vivrò per esso,
Per esso io morirò!
SCENA 4
Anima mia!
Più dell’usato
è tarda l’ora; io ne contai gl’istanti
coi palpiti del core!… Alfin ti guida
pietoso amor tra queste braccia…
SCENA 5
Qual voce! Ah, dalle tenebre
tratta in errore io fui!
A te credei rivolgere
l’accento, e non a lui.
A te, che l’alma mia
sol chiede, sol desìa.
Io t’amo, il giuro, io t’amo
d’immenso, eterno amor!
(Ohimè!)
Deh, per pietà!
Conte!
Oh ciel, t’arresta!
(Che mai farò?
Un sol mio grido perdere
lo puote.) M’odi!
Un istante almen dia loco
il tuo sdegno alla ragione.
Io, sol io di tanto foco
son, pur troppo, la cagione!
Piombi, ah, piombi il tuo furore
sulla rea che t’oltraggiò.
Vibra il ferro in questo core,
che te amar non vuol, non può.

 

SCENA 4
Perchè piangete?
O dolci amiche,
un riso, una speranza, un fior la terra
non ha per me! Degg’io
volgermi a quei che degli afflitti è solo
conforto, e dopo i penitenti giorni,
può fra gli eletti al mio perduto bene
ricongiungermi un dì. Tergete i rai,
e guidatemi all’ara!
Giusto ciel!
Insano! E qui venisti?
E deggio… e posso crederlo?
Ti veggo a me d’accanto!
È questo un sogno, un’estasi,
un sovrumano incanto!
Non regge a tanto giubilo
rapito, il cor sospeso!
Sei tu dal ciel disceso,
o in ciel son io cor te?
SCENA 5
(M’atterrisce.)

 

SCENA 5
Quale d’armi fragor
poc’anzi intesi?
Ahimè, che dici!
SCENA 6
Di qual tetra luce
il nostro imen risplende!
E il posso?
L’onda de’ suoni mistici
pura discende al cor!
Vieni, ci schiude il tempio
gioie di casto amor.
Tu fremi!
Chi mai?
Chi mai?
Non reggo a colpi tanto funesti…
Oh, quanto meglio sarìa morir!

 

 

SCENA 1
Vanne.
Lasciami, né timor di me ti prenda.
Salvarlo io potrò forse.
Timor di me? Sicura,
presta è la mia difesa. In quest’oscura
notte ravvolta, presso a te son io,
e tu nol sai! Gemente
aura che intorno spiri,
deh, pietosa gli arreca i miei sospiri.
D’amor sull’ali rosee
vanne, sospir dolente.
Del prigioniero misero
conforta l’egra mente.
Com’aura di speranza
aleggia in quella stanza.
Lo desta alle memorie,
ai sogni dell’amor!
Ma, deh, non dirgli, improvvido,
le pene del mio cor!
Quel suon, quelle preci solenni, funeste,
riempiron quest’aere di cupo terrore!
Contende l’ambascia, che tutta m’investe,
al labbro il respiro, i palpiti al core!
Sull’orrida torre, ah, par che la morte
con ali di tenebre librando si va!
Ahi! forse dischiuse gli fian queste porte
sol quando cadaver già freddo sarà!
Oh ciel!… sento mancarmi!
Di te, di te scordarmi!
Tu vedrai che amore in terra
mai del mio non fu più forte.
Vinse il fato in aspra guerra,
vincerà la stessa morte.
O col prezzo di mia vita
la tua vita io salverò,
o con te per sempre unita
nella tomba io scenderò.
SCENA 2
A te dinante.
Il vedi.
Egli è già presso
all’ora estrema, e tu lo chiedi?
Ah sì, per esso
pietà domando.
Clemente il nume a te l’ispiri.
Mira, di acerbe lagrime
spargo al tuo piede un rio.
Non basta il pianto? Svenami,
ti bevi il sangue mio,
Calpesta il mio cadavere,
ma salva il Trovator!
Conte!
Grazia!
Uno ve n’ha… sol uno!
Ed io te l’offro.
Me stessa!
E compiere
saprò la mia promessa.
Dischiudimi
la via fra quelle mura.
Ch’ei m’oda… che la vittima
fugga, e son tua.
Lo giuro a Dio che l’anima
tutta mi vede!
(M’avrai, ma fredda esanime
spoglia)
(Vivrà! Contende il giubilo
i detti a me, Signore.
Ma coi frequenti palpiti
mercé ti rende il core!
Ora il mio fine, impavida,
piena di gioia attendo.
Dirgli potrò morendo:
salvo tu sei per me!)
Andiam.
È sacra la mia fé!