Händel – Serse

SERSE

Dramma per musica

Music: Georg Friedrich Händel
Libretto: ?
First performance: London, 1738
Consulted source: Printed libretto, London, 1738
Reference copy: Museo internazionale e biblioteca della musica, Bologna
Image: Detail, triclinium of Livia, Palazzo Massimo alle Terme, Roma

 

 

Album price: 10,00

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SCENA I
Serse
Recitativo
SERSE Frondi tenere e belle
del mio platano amato,
per voi risplenda il fato.
Tuoni, lampi e procelle
non v’oltraggino mai la cara pace
né giunga a profanarvi austro rapace.
Aria
SERSE Ombra mai fu
di vegetabile,
cara ed amabile
soave più.
SCENA II
Arsamene, Elviro
Recitativo
ARSAMENE Siam giunti, Elviro…
ELVIRO Intendo.
ARSAMENE …dove alberga…
ELVIRO Seguite.
ARSAMENE …l’idol mio.
ELVIRO Dite pure.
ARSAMENE Oh, se fortuna…
ELVIRO Sì, così è…
ARSAMENE Tu, dove vai?
ELVIRO Men vado
ad appoggiarmi, ché di sonno io cado.
ARSAMENE Vien qui pronto, ti dico.
Sento un soave concento.
ELVIRO Andiam vicini.
ARSAMENE Andiam.
ELVIRO Son di Romilda
questi villaggi?
ARSAMENE Sì, lasciami udire.
ELVIRO Così dalla città poco discosti?
ARSAMENE Non parlar più.
ELVIRO Me n’anderò a dormire.
ARSAMENE Non ti partir.
ROMILDA Oh voi…
ARSAMENE Questa è Romilda.
ROMILDA …oh voi, che penate.
ELVIRO Romilda, è ver?
ARSAMENE Sì, taci.
ELVIRO E chi favella?
ROMILDA Oh voi, che penate
per cruda beltà,
un Serse…
SCENA III
Serse, Arsamene, Romilda
SERSE Qui si canta il mio nome.
ROMILDA Un Serse mirate,
che d’un ruvido tronco acceso sta;
e pur non corrisponde
altro al suo amor, che ‘l mormorio di fronde.
Recitativo
SERSE Arsamene.
ARSAMENE Mio sire.
SERSE Udiste?
ARSAMENE Udii.
SERSE Conoscete chi sia?
ARSAMENE Io, no, Signore.
SERSE Io sì.
ARSAMENE (Ahimè, che gelosia m’accora.)
SERSE Che dite?
ARSAMENE Ch’amerei sentirla ancora.
Aria
ROMILDA Va godendo vezzoso e bello
quel ruscello la libertà.
E tra l’erbe con onde chiare
lieto al mare correndo va.
Recitativo
SERSE Quel canto a un bel amor l’anima sforza.
Per mia dama la scelgo.
ARSAMENE (Oh dei che sento!)
Signor, ella è Romilda; è principessa;
ma parmi non convenga…
SERSE Eh mi diceste
non conoscerla. Or come?
ARSAMENE Sol la conosco al nome.
SERSE E al canto ancora.
Se dama non convien, sarà mia sposa.
L’approvate?
ARSAMENE Signor, a un re non lice
ergere al trono chi non è regina.
SERSE Per dama non convien, sposa non lice.
Nulla vi piace. È rigido il consiglio.
Mi fia compagna al soglio.
Le direte che l’amo, io così voglio.
ARSAMENE Io?
SERSE Sì, voi.
ARSAMENE Non ho il modo di parlare.
SERSE Cercatelo.
ARSAMENE Ma, sire, e se non posso…
SERSE Perché?
ARSAMENE Ma la modestia… e al fine…
SERSE Intesi.
Io gliel dirò, che a parlar meglio appresi.
Aria
SERSE Io le dirò che l’amo,
né mi sgomenterò.
E perché mia la bramo,
so quel che far dovrò.
ARSAMENE Tu le dirai che l’ami,
ma non ti ascolterà.
Quella beltà che brami
solo di me sarà.
SCENA IV
Romilda, Atalanta, Arsamene, Elviro
Recitativo
ROMILDA Arsamene.
ARSAMENE Romilda, oh Dei! Pavento
che ‘l tuo più volte a me giurato amore,
tu non sparga d’oblio.
ROMILDA Perché parli così?
ARSAMENE Lo so ben io.
Il re…
ATALANTA Chi? Serse?
ROMILDA E che da me richiede?
ARSAMENE Tenterà la tua fede.
ATALANTA (a Romilda) (Se può vincerle il cor, oh me felice!)
Vien acceso ogni cor dal tuo bel sguardo.
ROMILDA Io non temo.
ARSAMENE Io pavento.
ATALANTA (Ed io tutt’ardo.)
Dimmi Arsamene, e credi
che la germana mia tradir ti possa?
ARSAMENE Crollan le querce annose a una gran scossa.
ROMILDA Ma Romilda resiste.
ATALANTA (Ah, fosse infida!)
ROMILDA Mai sarà l’alma mia da te disciolta.
ARSAMENE Che diletto!
ATALANTA (Che doglia!) Ascolta, ascolta!
Aria
ATALANTA Sì sì, mio ben, sì sì,
io per te vivo sol,
io per te moro.
Amo chi mi ferì,
e pure al mio gran duol
non ho ristoro.
Romilda notte e dì
va esclamando così,
io per te moro.
Recitativo
ELVIRO Presto, signor, vien Serse.
ARSAMENE Io qui mi celo.
SCENA V
Serse, Romilda, Arsamene, Elviro
Recitativo
SERSE Come, qui, principessa, al ciel sereno?
Forse agl’inviti d’Arsamene usciste?
ROMILDA Egli non mi chiamò.
SERSE Parlovvi almeno.
ROMILDA Ma, sire…
SERSE Basta, udite,
Romilda. Il fato al trono
oggi vi scorge; amor v’ingemma il serto.
ROMILDA Non aspiro tant’alto. Io non ho merto.
SERSE Ne so ben la cagione.
Arsamene m’offende, ma…
ARSAMENE Io? Sire
tolga il ciel, che v’offenda.
ROMILDA Ei non sapea…
SERSE Tacete. E voi veloce
lunge da questa corte, qual torrente
volgete il piede.
ARSAMENE Andrò, benché innocente.
SERSE Pure se promettete
lasciar Romilda…
ELVIRO Eh, dite, io lo farò.
SERSE Posso usarvi pietate.
ARSAMENE Oh questo no.
Aria
ARSAMENE Meglio in voi col mio partire
gelosia si estinguerà.
Io men vado al mio morire,
voi restate in libertà.
SCENA VI
Serse, Romilda
Recitativo
SERSE Bellissima Romilda, eh non celate
l’adorato sembiante.
Uditemi Romilda, io sono amante.
E pur tacete ancora?
Dite un sì, dite un no, dite ch’io mora.
Aria
SERSE Di tacere e di schernirmi
ah crudel, chi t’insegnò?
O lasciate d’esser belle,
care luci, amate stelle,
o cessate di ferirmi,
che mai più vi seguirò.
Recitativo
ROMILDA Aspide sono, a’ detti tuoi, d’amore,
né vuò macchiar d’infedeltà il mio cuore.
Aria
ROMILDA Né men coll’ombre d’infedeltà
voglio tradire l’anima mia.
E se il mio bene suo mal si fa,
incolpi amore, non gelosia.
SCENA VII
Amastre
Aria
AMASTRE Se cangio spoglia,
non cangio core,
ma nell’amore
son pur l’istessa.
SCENA VIII
Ariodate, Amastre, Sodati
Recitativo
ARIODATE Pugnammo amici, e stette
per noi bella vittoria.
AMASTRE Dunque è vinto il re Moro? Oh noi felici!
ARIODATE Ed accresce di Serse ognor la gloria.
CORO Già la tromba,
che chiamò le schiere all’armi,
or si scioglie in dolci carmi,
e vittorie a noi rimbomba.
SCENA IX
Serse, Ariodate, Amastre
Recitativo
AMASTRE (Ecco Serse; oh che volto! Oh che splendore!)
SERSE Ariodate, vi abbraccio. Il vostro ferro
sempre porta vittoria.
ARIODATE Del vostro nome sol questa è la gloria.
SERSE In premio de’ disagi, ch’ora diamo
alla vostra città, che di nostr’armi
fatta è piazza, a sostener l’impresa
di Atene, or vi prometto,
Romilda, vostra figlia,
avrà sposo reale
della stirpe di Serse a Serse eguale.
ARIODATE Così arditi fantasmi
nel pensier non ammetto.
SERSE Ite, così prometto.
Aria
ARIODATE Soggetto al mio volere
gl’astri non chieggio, no.
Ma quel che fan le sfere,
sempre lodar saprò.
SCENA X
Serse, Amastre
Recitativo
SERSE Queste vittorie io credo,
predicono trionfi anco al mio amore
AMASTRE (Parla di me: hai vinto sì, mio core.)
SERSE Impaziente io vivo
di abbracciar quell’amato mio tesoro.
AMASTRE (E di gioia non moro?)
SERSE Ma pur, che dirà Amastre,
e l’offeso suo padre
del mio imeneo, del mio novello amore?
AMASTRE (E così mi schernisce il traditore?)
SERSE Benché di regio sangue
non sia l’idol mio
una vassalla illustrar poss’io
colle mie nozze. Al fin, crede decenti
i voler d’un gran rege il mondo.
AMASTRE Menti.
SERSE Chi parla olà? Chi siete?
AMASTRE Forestieri, Signor.
SERSE Ma a chi mentita
tu desti?
AMASTRE Al mio compagno,
che volea sostener, che il vasto Eufrate,
e che ‘l ponte che fate,
sarebbe esposto ai venti.
Io per discorso allor dissi: “tu menti”.
SERSE Sciocchi mi rassembrate. Ite lontani.
Non dee render ragione il mio decoro.
Sempre mi torna in mente il bel che adoro.
Aria
SERSE Più che penso alla fiamma del core,
più l’ardore crescendo sen va.
E ‘l mio petto è ricetto ben poco
di quel foco che pena mi dà.
SCENA XI
Arsamene, Elviro
Recitativo
ARSAMENE Eccoti il foglio Elviro,
a Romilda lo porta.
ELVIRO Siete pur risoluto?
ARSAMENE Sì, vanne.
ELVIRO Io vi saluto.
Che parlarle volete,
altro non le scrivete?
ARSAMENE No.
ELVIRO Ma son, voi sapete,
con voi bandito; e se son conosciuto?
Siete pur risoluto?
ARSAMENE Vanne, non tardar più.
ELVIRO Come gliel’ho da dar?
ARSAMENE Pensaci tu.
ELVIRO Che stravagante scena!
Aria
ELVIRO Signor, Signor lasciate fare a me,
io l’ho pensato bene,
corro, volo, parto, vo.
E più presto tornerò
che se avessi l’ale al piè.
Aria
ARSAMENE Non so se sia la speme
che mi sostiene in vita,
o l’aspro mio dolor.
So che quest’alma geme,
da che mi fu rapita
la gioia del mio cor.
SCENA XII
Amastre
Recitativo
AMASTRE Tradir di regia sposa
la fé promessa? E chiamerallo il mondo
un decente voler? No, che de’ regi
son giustizia e clemenza i più gran pregi.
Aria
AMASTRE Saprà delle mie offese
ben vendicarsi il cor.
Colui che l’ira accese
proverà il mio furor.
SCENA XIII
Atalanta, Romilda
Recitativo
ATALANTA Al fin sarete sposa al vostro Serse.
ROMILDA Che? Mio Serse non è.
ATALANTA Meno Arsamene.
ROMILDA Egli sì, perché l’amo.
ATALANTA Egli no, perché parte esule errante.
Perdete un re per un perduto amante.
ROMILDA Perduto amante? E come?
ATALANTA Ha il core acceso
d’altre fiamme.
ROMILDA Di chi?
ATALANTA Ben lo saprete.
ROMILDA Dunque odierò Arsamene; e al re gli affetti
tutti darò: che dite?
ATALANTA Allor prudente
certo vi chiamerò; ed Arsamene
in sposo io chiederò.
ROMILDA E che, dunque l’amate?
ATALANTA No, ma poi l’amerò.
ROMILDA E sì tosto potrete
render d’amore i vostri voti accesi?
ATALANTA Mi sforzerò.
ROMILDA Ah che pur troppo intesi.
Aria
ROMILDA Se l’idol mio
rapir mi vuoi,
cangia desio, ch’è vanità.
Quei dolci lacci
snodar non puoi,
che mi legaro la libertà.
SCENA XIV
Atalanta
Recitativo
ATALANTA Per rapir quel tesoro,
che te colma di gioia, e me d’affanni,
se amor non basta, adoprerò gl’inganni.
Aria
ATALANTA Un cenno leggiadretto,
un riso vezzosetto,
un moto di pupille
può far innamorar.
Lusinghe pianti e frodi
son anco certi modi,
che destano faville
e tutti io li so far.
SCENA I
Amastre, Elviro
Aria
AMASTRE Speranze mie fermate,
non mi lasciate ancor.
Aria
ELVIRO Ah chi voler fiora di bella giardina,
giacinta indiana, tulipana, gelsomina?
Recitativo
ELVIRO E chi direbbe mai ch’io sono Elviro?
Ma se del foglio poi sapesse il re?
AMASTRE (Che parla egli del re?)
ELVIRO Credo, Arsamene,
pianti e sospiri al vento spargerà,
e che per moglie, al fin il re l’avrà.
AMASTRE (Il re? Per moglie? chi? Cieli che sento!)
ELVIRO Serse però dovrebbe aver per sposa
dama di regio sangue, e non vassalla;
questa non gli fa onore.
AMASTRE (Dunque io sono schernita. Ah traditore!)
Amico.
ELVIRO Ah ci fui colto.
AMASTRE Ferma, olà, dico a te, perché scappar?
ELVIRO Da mia che cercar?
Voler fiora comprar? Ma…
AMASTRE No. Si dice,
che Serse sarà sposo in questo dì:
vorrei saper di chi?
ELVIRO Ma dire tu chi star?
E perché dimandar?
AMASTRE Viaggiante curioso, e che ama il re.
ELVIRO Perché ti star bon uom, mi dir a te;
ma tacer, non parlar!
AMASTRE Di’ pur, non dubitar.
ELVIRO Ariodate, de chista
città signor, che stare al re vassallo,
aver figlia Romilda, e re voler
chista sposar; ma chista sempre dir,
“se mi sposar, morir”.
AMASTRE Ma Romilda ama il re?
ELVIRO No: ma fratello,
ch’aver nome Arsamene.
AMASTRE E questo forse
i dolor suoi le scrive?
ELVIRO Ahimè! Ti star devina.
Chi voler fiora di bella giardina?
AMASTRE Dimmi.
ELVIRO Nu saper altro.
Tulipana, gelsomina.
AMASTRE Perché m’uccida il duolo
mancava solo esser tradita ancora.
ELVIRO Chi voler fiora? Chi voler fiora?
Aria
AMASTRE Or che siete speranze tradite,
sì fuggite, fuggite da me.
E in quest’anima oppressa dal duolo
resti sola la bella mia fé.
SCENA II
Elviro, Atalanta
Recitativo
ELVIRO Quel curioso è partito: oh, che indiscreto!
Matto non son per dirgli il mio segreto.
La signora Atalanta a me se n’ viene.
Oh, bene, bene, bene!
ATALANTA A piangere ogn’ora
amor mi destina…
ELVIRO Ah! Chi vuol fiora di bella giardina?
Voler giacinta, voler gelsomina?
ATALANTA Olà, vien qua! Degli aspri miei dolori
l’acute spine adornerò co’ fiori.
ELVIRO Ma mi chi star?
ATALANTA Non so.
ELVIRO Mi ben guardar.
ATALANTA Tu quivi? O sventurato! guarda bene…
Che porti?
ELVIRO Porto un foglio di Arsamene
all’amata Romilda.
ATALANTA A me lo porgi.
ELVIRO Glielo darete poi?
ATALANTA Sì.
ELVIRO Ma dov’è?
ATALANTA Sta nelle stanze sue, scrivendo al re.
ELVIRO Al re? Ma che gli scrive?
ELVIRO E d’Arsamene?
ATALANTA Punto non si sovvienne.
Aria
ELVIRO Ah tigre infedele!
Cerasta crudele!
Recitativo
ATALANTA Parti, il re s’avvicina.
ELVIRO Ah! Chi vuol fiora di bella giardina?
SCENA III
Serse, Atalanta
Recitativo
ATALANTA (Con quel foglio mi farò contenta.)
Arioso
SERSE È tormento troppo fiero,
l’adorar cruda beltà.
Recitativo
SERSE Di quel foglio, Atalanta,
lice saper gli arcani?
Saran forse amorosi?
ATALANTA È ver, ma strani.
SERSE Son più curioso.
ATALANTA Ma.
SERSE Ma che?
ATALANTA Io temo.
Mi perdonate?
SERSE Sì.
ATALANTA Dunque leggete.
(Deh, seconda l’inganno o ignudo Arciero.)
SERSE Scrive Arsamene.
ATALANTA È vero.
SERSE “Allorché nell’Ibero ascoso è il sole
verrò notturno, ove talor mi suole
il raggio balenar di nostre stelle.
Ivi a dispetto di maligna sorte,
o sarò vostro o pur sarò di morte!”
A chi scrive Arsamene?
ATALANTA A me.
SERSE A voi?
ATALANTA Vi sdegnate?
SERSE Stupisco. Ma s’egli ama
Romilda?
ATALANTA No, signor, ella ben l’ama,
ma lui finge d’amarla, affinché quieta
non sturbi il nostro amore.
SERSE Strana avventura! Godi sì mio core!
ATALANTA Dunque vi prego o re, se l’approvate,
che pubblico imeneo lo faccia mio.
SERSE Bella, farò che sia
o vostro sposo o preda all’ira mia.
Aria
ATALANTA Dirà che amor per me
piagato il cor non gli ha.
Ma non gli date fé,
ch’egli fingendo va.
Recitativo
SERSE Voi quel foglio lasciate a me per prova.
ATALANTA (Bella frode, se giova.)
SERSE Itene pure!
ATALANTA Ma vi ricordo.
SERSE E che?
Aria
ATALANTA Dirà che non mi amò,
che mai per me languì,
ma non credete, no,
che fingerà così.
SCENA IV
Serse, Romilda
Recitativo
SERSE Ingannata Romilda! Ecco leggete.
Dite poi se Arsamene amar dovete.
ROMILDA Leggo.
SERSE Né vi sdegnate?
ROMILDA A chi scrive?
SERSE Alla sua cara Atalanta.
Sapete già, s’io mento.
ROMILDA (Non mi uccider tormento!)
SERSE Che farete?
ROMILDA Piangendo ognor vivrò.
Duetto
SERSE L’amerete?
ROMILDA L’amerò.
SERSE E pur sempre vi tradì.
ROMILDA L’empia sorte vuol così.
SERSE Se ben fiero v’ingannò?
L’amerete?
ROMILDA L’amerò.
Aria
SERSE Se bramate d’amar chi vi sdegna,
vuò sdegnarvi, ma come non so.
La vostr’ ira crudel me l’insegna;
tento farlo e quest’alma non può.
SCENA V
Romilda
Recitativo
ROMILDA L’amerò? Non fia vero.
Amante traditor! Sorella infida!
Godete di mie pene.
Barbara, menzognero!
L’amerò? Non fia vero.
Ma voi, che delirate, mi ascoltate,
forse saper bramate
la mia furia crudele ora chi sia?
Aria
ROMILDA È gelosia,
quella tiranna
che tanto affanna
l’anima mia.
Del suo veleno
m’aspersa il seno,
e mi condanna
a pena ria.
SCENA VI
Amastre, Elviro
Recitativo
AMASTRE Giàcché il duol non m’uccide,
m’uccida questo ferro.
ELVIRO Oibò, che fate?
Pensate: e poi se mi volete credere
vivete sol per ben mangiar e bevere.
AMASTRE Via su, pria di morire
a quell’alma crudel corriamo a dire.
Aria
AMASTRE Anima infida,
tradita io sono.
Vien, tu m’uccida,
io ti perdono.
SCENA VII
Arsamene, Elviro
Recitativo
ELVIRO È pazzo affé.
ARSAMENE Elviro
ELVIRO Voi qui signor? Fuggiamo.
ARSAMENE Che ti disse Romilda?
ELVIRO Ad Atalanta
diedi il foglio, e mi disse,
che la vostra Romilda amava il re,
che stava a lui scrivendo.
ARSAMENE Di nera infedeltade, o mostro orrendo!
Ma, non bene intendesti? Parla a me.
ELVIRO V’ho detto già, ch’ama e che scrive al re.
Che volete di più?
ARSAMENE Forse scherzò?
ELVIRO Oibò oibò; parlò troppo da vero.
ARSAMENE O di tigre crudel core più fiero!
Aria
ARSAMENE Quella che tutta fé
per me languia d’amore,
no che più mia non è,
perduto ho il core.
Che pensa il ciel? Che fa?
Non sa col suo rigore
punir chi reo sen va
di tanto errore.
SCENA VIII
Coro, Serse, Ariodate
CORO La virtute sol potea
giunger l’Asia all’altra riva.
Viva Serse, viva, viva.
Recitativo
SERSE Ariodate.
ARIODATE Signor.
SERSE Del mare ad onta
e sin del vento infido
seppi giunger ancor Sesto ad Abido.
Tu vanne pronto ad ordinar le schiere.
ARIODATE Ubbidirò.
SERSE Pria della terza aurora
di passar in Europa è il mio volere.
ARIODATE Per esempio de’ regi
i tuoi gloriosi pregi
con caratteri d’or la fama scriva.
SCENA IX
Arsamene, Serse
Arioso
ARSAMENE Per dar fine alla mia pena
chi mi svena per pietà?
Recitativo
SERSE Arsamene, ove andate?
ARSAMENE A ber l’onda di Lete,
sol per scordarmi che fratel mi siete.
SERSE Cessi lo sdegno.
ARSAMENE E in voi la tirannia.
SERSE Voglio sposarvi al bel, che v’innamora.
ARSAMENE E mi schernite ancora?
SERSE So di qual fiamma ardete.
Lessi le vostre note, invan tacete.
ARSAMENE (Ah che Romilda, oh Dei, mostrò il mio foglio!)
Ed or che lo confesso,
e che già lo sapete?
SERSE Per consorte l’avrete.
ARSAMENE Ora lasciate
ch’io vi baci la man.
SERSE Tanto l’amate?
ARSAMENE Più che l’alma mia.
SERSE Chè nol diceste pria?
Lieti saremo in un istesso dì.
Io sposo di Romida…
ARSAMENE Ed io di chi?
SERSE Di Atalanta.
ARSAMENE E così voi m’ingannate?
SERSE So, che Atalanta amate.
ARSAMENE Amo Romilda.
SERSE Eh, non fingete più.
ARSAMENE Dunque a me Romilda non concedete?
SERSE Lo so, non la volete.
Aria
ARSAMENE Sì la voglio, e la otterrò,
e se il ciel per me non splende,
gli empi mostri e l’ombre orrende
di Cocito invocherò.
SCENA X
Atalanta, Serse
Recitativo
ATALANTA V’inchino eccelso re.
SERSE Negò Arsamene
d’esser vostro amante
e per Romilda sol egli è costante.
Dunque da ver non v’ama; e voi lasciate
di soffrir tante pene, e non l’amate.
Aria
ATALANTA Voi mi dite che non l’ami
ma non dite, se potrò.
Troppo belle
son le stelle
ch’al suo volto il ciel donò.
Troppo stretti quei legami
onde amor m’incatenò.
Recitativo
SERSE Saria lieve ogni doglia,
se potesse un amante
amar e disamar sempre a sua voglia.
Aria
SERSE Il core spera e teme,
penando ogn’or così,
se goderà in amore
sapere ancor non può.
Lo chieggio alla mia speme,
ella mi dice, sì.
Ma poi freddo timore
sento che dice no.
SCENA XI
Elviro
Recitativo
ELVIRO Me infelice! Ho smarrito il mio padrone!
Ma mi confesso reo; son pazzo affé.
Egli ha smarrito me.
Forse per questo ponte ei se n’andò.
No, ch’io non veggo no.
Ma qual adombra il ciel nubilo oscuro?
Sento che l’onde fremono,
sento che l’aria sibila;
son restato all’oscuro;
voglio partir, e vo’ partir in fretta.
Si spezza il ponte, a te, fa’ cor gambetta,
perché nemico al mio temperamento
è l’acquoso elemento.
Aria
ELVIRO Del mio caro Bacco amabile
nell’impero suo potabile
amo solo d’abitar.
L’acqua rende ipocondriaco,
il buon vin sin al zodiaco
la mia testa fa innalzar.
SCENA XII
Serse, Amastre
Duetto
SERSE Gran pena è gelosia!
AMASTRE Lo sa il mio cor piagato.
SERSE Per altri son sprezzato.
AMASTRE Per altri anch’io tradita.
SERSE E la mia fé schernita.
AMASTRE Schernita è l’alma mia.
AMASTRE E SERSE Gran pena è gelosia!
Recitativo
SERSE Aspra sorte!
AMASTRE Empie stelle!
SERSE O Romilda crudel!
AMASTRE Serse rubelle!
SERSE Chi parla?
AMASTRE Un infelice.
SERSE E chi sei tu?
AMASTRE Un che vi servì in guerra, e fu ferito.
SERSE Vuoi tornar a servirmi?
AMASTRE Ci penserò.
SERSE Perché?
AMASTRE Perché non vuo’ servir senza mercé.
SERSE Che? Mi trovasti ingrato?
AMASTRE Son rimasto ingannato.
SERSE (Ma sen viene il mio ben.) Scostati. Appresso
noi parlerem. Tengo un affar ch’importa.
Ritorna a me in brev’ore.
AMASTRE (Tornerò per tua pena, o traditore!)
SCENA XIII
Serse, Romilda, Amastre
Recitativo
SERSE Romilda, e sarà ver, che sempre invano
pianger mi lascerete?
Che dite? Rispondete.
Arietta
ROMILDA Val più contento core
che quanto il mondo aduna.
Più vale un ben d’amore
che cento di fortuna.
Recitativo
SERSE Vuo’, ch’abbian fine i miei dolori immensi.
ROMILDA Lasciate, ch’io ci pensi.
SERSE No, datemi la destra!
AMASTRE Olà fermate,
che il re v’inganna.
SERSE Che ardimento è questo?
Olà, condotto sia
in oscura prigion.
AMASTRE Morirò pria.
SERSE Temerità importuna!
Strano disturbo!
ROMILDA (O mia buona fortuna!)
Cessate olà! E voi prode guerriero
riponete quel brando.
Ite. Approverà Serse il mio comando.
AMASTRE La fortuna, la vita, e l’esser mio
in eterno obbligate.
ROMILDA Ite, non vi fermate.
Che se venisse il re … Ditemi solo,
che v’indusse del re a sturbar le voglie?
AMASTRE Perché vi vuol sforzar d’essergli moglie,
e fiamme più gradite
v’ardono il sen.
ROMILDA Partite.
Aria
ROMILDA Chi cede al furore
di stelle rubelle
amante non è.
Trionfa in amore
del fato spietato
l’invitta mia fé.
SCENA I
Arsamenene, Romilda, Atalanta, Elviro
Recitativo
ARSAMENE Sono vani i pretesti.
ROMILDA Scrivesti ad Atalanta.
Elviro parlerà.
ARSAMENE Sì, Atalanta dirà… (Oh amare pene!)
ROMILDA Ecco, Atalanta viene.
ATALANTA (Ahi, scoperto è l’inganno, e che farò?)
ELVIRO Brutti imbrogli son questi.
Ho la febbre, e la voce… Deh Signora
dite per carità
quel che diceste a me.
ATALANTA Dissi, Romilda scrive, ed ama il re.
ARSAMENE Che volete di più?
ROMILDA Dunque ingannate?
ATALANTA Piano; non v’adirate.
Dissi così, per far partire il servo,
che voleva parlarvi.
ROMILDA Seguite pur, son pronta ad ascoltarvi.
ATALANTA Serse mi sopraggiunse, e prese il foglio.
Io per giovarvi, dissi: è scritto a me;
mi finsi amante, ed ho ingannato il re.
ARSAMENE Or che dite Romilda?
ROMILDA Or che dite, Arsamene?
ARSAMENE Che v’adoro.
ROMILDA Che siete il caro bene!
Fate Atalanta pur quanto sapete,
Arsamene il mio ben non mi torrete!
Aria
ATALANTA No, se tu mi sprezzi,
morir non vuo’.
Fo certi vezzi
col mio sembiante,
che un altro amante
trovar saprò.
SCENA II
Arsamenene, Romilda, Elviro, Serse
Recitativo
ROMILDA Ecco in segno di fé la destra amica.
ELVIRO Ecco Serse, ecco Serse.
ARSAMENE Oh, che sciagura!
ELVIRO Ed io v’aspetterò fuor delle mura.
ROMILDA Nascondetevi.
ARSAMENE Oh sorte!
SERSE Che vi mosse, Romilda, a quel guerriero
donar la libertate?
ROMILDA Il suo valore.
SERSE Tutto potete; è vostro il regno e il core.
Già siete mia reina.
ROMILDA Signor, volo tanto alto è gran ruina.
SERSE Deh non negate più.
ROMILDA Negherò sempre.
SERSE Franger io ben saprò…
Intendete, Romilda?
ROMILDA (Ahi. Che farò?)
SERSE Non partirò, se pria… Basta… che dite?
ROMILDA Che del mio genitor vi vuol l’assenso.
SERSE E poi che dubbio v’è?
ROMILDA Ubbidirò il mio re.
SERSE Vado a chiederlo, e intanto
mi stillo in gioia.
ROMILDA Ed io mi struggo in pianto.
Aria
SERSE Per rendermi beato
parto, vezzose stelle,
e poi, pupille belle,
a voi ritornerò.
Farfalla al vostro lume
il core innamorato
ardendo le sue piume
fenice io sorgerò.
SCENA III
Arsamene, Romilda
Recitativo
ARSAMENE Ubbidirò al mio re?
Oh che limpido amor! Che bella fé!
ROMILDA Ahi ch’io mi moro.
ARSAMENE Romilda?
ROMILDA Vi fermate!
ARSAMENE Romilda?
ROMILDA Andate, andate, Serse il re
sovvenirmi potrà,
quando m’ucciderà.
ARSAMENE Tanto m’odiate?
ROMILDA Tanto vi adoro, addio, vi lascio, addio.
ARSAMENE Vi fuggo.
ROMILDA E dove andate, idolo mio?
ARSAMENE Dove vuol fiera sorte.
E voi, dove?
ROMILDA Alla morte.
ARSAMENE Eh dite, al trono,
che promesso vi fu.
ROMILDA Vi lascio, addio, non mi vedrete più.
Aria
ARSAMENE Amor, tiranno amor
per me non ha pietà.
Farmi languir ognor
è troppa crudeltà.
Un core, un petto sol
tanto soffrir non sa,
o cangia tempre al duol,
o dammi libertà.
SCENA IV
Serse, Ariodate
Recitativo
ARIODATE Come già v’accennammo,
sposo del nostro sangue, a piacer vostro,
destiniamo a Romilda.
SERSE Alto è l’onore… e…
ARIODATE Bramo sol d’ubbidirvi.
SERSE Dunque udite.
Verrà tra poco nelle vostre stanze
persona eguale a noi, del nostro sangue:
fate, che vostra figlia
per suo sposo l’accetti.
ARIODATE Del vostro sangue? E così noto a me?
SERSE Quanto Serse!
ARIODATE Arsamene, altri non è.
Aria
ARIODATE Del ciel d’amore
sorte sì bella
chi mai sperò.
Per mio splendore
qual fu la stella
che lampeggiò.
SCENA V
Romilda, Serse
Recitativo
ROMILDA Il serto rifiuto:
e dite a Serse in riportargli il dono,
che fida amante, ad altri sposa io sono.
SERSE Fermatevi mia sposa e mia reina.
ROMILDA Che dite? Oimè! Così non mi chiamate.
SERSE Perché?
ROMILDA Perché oscurate
il decoro real.
SERSE Come?
ROMILDA Ascoltate.
Arsamene m’amò.
SERSE Principio infausto.
ROMILDA Fu modesto e fedel.
SERSE Basta.
ROMILDA Servimmi
tacito adoratore.
SERSE Ah m’uccidete!
ROMILDA Ma ardito al fin.
SERSE Che?
ROMILDA Non ardisco, o sire,
mi arrossisco, Signor; non lo dirò.
Parto, lo scriverò.
SERSE No, no, seguite.
ROMILDA Non so se ardire, o se fortuna fu…
SERSE Ah, che non posso più!
ROMILDA Le sue labbra accostò…
SERSE Dove?
ROMILDA Alle mie,
e… e… e…
SERSE E vi baciò, non è? Ditelo!
ROMILDA Appunto.
SERSE Per fuggir le mie nozze, ora mentite.
Ma siasi ver o no; delle sue colpe
abbia il castigo. Olà, pronti volate!
Vedova di quel bacio,
poi sposa mia sarete.
ROMILDA Mio re, mio sposo, sì: oh amare pene!
Fermate, e viva il caro mio Arsamene.
SCENA VI
Romilda, Amastre
Recitativo
ROMILDA Prode guerrier..
AMASTRE Signora…
ROMILDA A me venite.
Se nel petto nutrite
alma cortese e pia,
le mie preghiere udite.
AMASTRE Comandi, e non preghiere
a me porger dovete. Io mi sovvengo,
che toglieste il mio piede
da’ lacci di quell’empio, ingrato re.
ROMILDA Ingratissimo appunto. Egli comanda,
ch’Arsamene s’uccida.
In voi il mio cor si fida.
Cercatelo, e per voi nota gli sia
questa sentenza ria.
AMASTRE Vado pronto a servirvi, ed io vi prego
di far recare al re questo mio foglio.
ROMILDA Volo per ispedirlo. (Oh, mio cordoglio!)
Aria
AMASTRE Cagion son io
del mio dolore,
e so perché.
Ama il cor mio
un traditore,
con troppo amore,
con troppa fé.
SCENA VII
Arsamene, Romilda
Recitativo
ARSAMENE Romilda infida, e di me pensa ancora?
ROMILDA Romilda, che vi adora,
di voi pensa ad ognora.
ARSAMENE Per spronarmi a partire,
non per salvar chi v’ama,
dite che Serse brama il mio morire.
Duetto
ROMILDA Troppo oltraggi la mia fede.
ARSAMENE Troppo inganni la mia fede.
ROMILDA, ARSAMENE Alma fiera, ingrato core.
ROMILDA È tiranna la mercede, che riceve
al mio petto innamorato!
ARSAMENE Non è questa la mercede, che si deve
al mio petto innamorato!
SCENA VIII
Arsamene, Romilda, Ariodate
CORO Ciò che Giove destinò
impedir l’uomo non sa.
Recitativo
ARIODATE Ecco lo sposo. Io ben ne fui presago.
Quanto m’arride il fato.
ARSAMENE Alma fiera troppo oltraggi la mia fede.
ROMILDA Core ingrato troppo oltraggi la mia fede.
ARIODATE A colmarmi d’onore
Signor, so che veniste.
ROMILDA Ah il genitore!
ARIODATE Romilda, non partite.
ROMILDA Ariodate, che dite?
ARIODATE Che a voi dò la mia figlia
per serva umile e sposa,
come m’impose il re.
ARSAMENE Serse l’impose?
ARIODATE A me stesso.
ROMILDA Che ascolto?
ARSAMENE E voi veniste
ARIODATE per prenderla in consorte?
ARSAMENE Altro non bramo.
ROMILDA (Oh me beata! Oh sorte!)
ARIODATE Romilda, acconsentite?
ROMILDA Sì mio padre e signore.
ARIODATE Stringete ormai le destre.
ROMILDA, ARSAMENE E in uno il core!
ARIODATE Ora corriamo a Serse
per render grazie d’un sì grande onore.
CORO Chi infelice si trovò
pien di gioia or lieto va.
SCENA IX
Serse, Ariodate
Recitativo
SERSE Se ne viene Ariodate, è tempo omai
di scoprir, che son io,
che Romilda desio.
Eccomi, Ariodate!
ARIODATE Invitto Sire,
v’inchino.
SERSE Or che vi sembra?
Lo sposo egual vi dissi?
ARIODATE È un alto onore!
SERSE Romilda vaga
ne sarà paga?
ARIODATE Non brama più.
SERSE Ma perché mai non viene?
Dov’è?
ARIODATE Co’ lo sposo.
SERSE Come?
ARIODATE Co’ lo sposo, Signor.
SERSE Che sposo? Ahimè!
ARIODATE Come imponeste.
SERSE Che v’imposi? Che?
ARIODATE Eguale a voi, del vostro sangue; e venne
nelle mie stanze…
SERSE E sono sposi?
ARIODATE Sono.
SERSE Empio! Perfido! Indegno!
ARIODATE Mio re?
SERSE Tu m’hai tradito,
e pur «tuo re» tenti chiamarmi, ardito.
Romilda a me l’invia? Perfida donna!
Crede co’ inchiostri rei
incantar follemente i sdegni miei?
ARIODATE (Perché non moro, o ciel!)
SERSE Leggi, che fai?
ARIODATE “Ingratissimo amante.”
SERSE Come? Ingrato mi chiama; e tanto ell’osa?
ARIODATE “Venni per esser vostra.”
SERSE E altrui si sposa?
ARIODATE “Trovai che mi sprezzate.”
SERSE Ah note scellerate!
ARIODATE “Parto, ma il ciel punirà vostre colpe.”
SERSE Colpe di averti amato.
ARIODATE “Io piangerò
sin all’ultimo fiato;
Amastre.”
SERSE Che?
ARIODATE Non di Romilda è il foglio.
SERSE Amastre! Vanne, e ti allontana, indegno.
Non mancava altro tedio in tanto sdegno.
Aria
SERSE Crude furie degli orridi abissi
aspergetemi d’aspro veleno.
Crolli il mondo, il sole s’eclissi
a quest’ira, che spira il mio seno.
SCENA ULTIMA
Tutti
Recitativo
SERSE Perfidi, e ancora osate
venirmi innanzi?
ARIODATE Che furor!
ARSAMENE Cessate.
Umil al vostro piè…
SERSE Sol per schernirmi.
ARSAMENE Come, Signor?
SERSE Tu m’hai Romilda tolta.
ARSAMENE Fu per vostro comando.
ARIODATE È ver.
ROMILDA Confermo.
SERSE E quando?
Temerari pretesti!
Questo ferro a quell’empia in seno immergi.
ARSAMENE Ch’io sveni la mia sposa?
Svenerò pria il tuo core.
AMASTRE Datelo a me, Signore.
SERSE E chi sei tu che ognor sempre mi sturbi?
AMASTRE Uno, che cerca far giusta vendetta.
Volete che si sveni
un’alma che tradì chi pur l’adora?
SERSE Sì.
AMASTRE E si squarci quel core?
SERSE Sì.
AMASTRE Muori dunque ingrato, e traditore.
Ecco Amastre tradita, e ogn’or fedele:
e tu spietato e rio
la disprezzi così?
SERSE Uccidetemi sì.
AMASTRE Morir degg’io.
SERSE Fermate! Ora mi pento.
AMASTRE E torni ad amarmi?
SERSE Sì, ma di tua pietade indegno sono.
AMASTRE Amami pure, o caro, io ti perdono.
ELVIRO Sono tutto tremante!
ARIODATE Or sparve il duolo.
ARSAMENE Io respiro, e stupisco.
ROMILDA Io mi consolo.
ATALANTA Ed io cercherò altrove un altro amante.
SERSE Amici, compatite i miei furori,
e godete felici i vostri amori.
Aria
ROMILDA, ARSAMENE Caro voi siete all’alma
dolce voi siete al cor.
Son dalla vostra palma
fatta trofeo d’amor.
CORO Ritorna a noi la calma
riede la gioia al cor.
Per riportar la palma
s’uniro amore e onor.