Händel – Orlando

ORLANDO

Dramma per musica

Music: Georg Friedrich Händel
Libretto: anonymous adaptation of Carlo Sigismondo Capece’s L’Orlando (1711)
First performance: 27 January 1733, King’s Theatre, Haymarket, London
Consulted source: Printed libretto, London, 1733
Reference copy: Palo Alto Stanford University Library
Image: Azzo di Masetto, Tournament and Hunting Scenes, late thirteenth century, Palazzo Comunale San Gimignano

 

 

 

SCENA I
Zoroastro
Recitativo
ZOROASTRO Geroglifici eterni,
che in cifre luminose ognor splendete,
ah, ch’alla mente umana
altro che belle oscurità non siete!
Pure il mio spirto audace
credé veder scritto là su in le stelle
che Orlando, eroe sagace,
alla gloria non fia sempre rubelle.
Ecco, sen vien. Su, miei consigli, all’opra!
SCENA II
Orlando, Zoroastro
Arioso
ORLANDO Stimolato dalla gloria
agitato dall’amore
che farai, misero core?
Recitativo
ZOROASTRO Purgalo ormai da effeminati sensi.
ORLANDO Chi sei? Che parli? Che vuoi tu? Che pensi?
ZOROASTRO Di tua gloria custode
ti stimolo a seguirla. Ergi ‘l tuo core
alle grand’opre.
ORLANDO Ah, me lo tolse amore!
ZOROASTRO Te lo renda il valore.
ORLANDO Languisce in petto.
ZOROASTRO Scherno esser vuoi d’un vile pargoletto?
ZOROASTRO Mira, e prendi l’esempio;
né appender voti, che di gloria al tempio.
Aria
ZOROASTRO Lascia Amor e segui Marte.
Va’, combatti per la gloria.
Sol oblio quel ti comparte
questo sol bella memoria.
SCENA III
Orlando
Recitativo
ORLANDO Immagini funeste
che turbate quest’alma;
e non avrò sopra di voi la palma?
Sì, già vi fuggo, e corro
a innalzar col valor novi trofei.
Ti rendo, o bella gloria, gli affetti miei.
Ma, che parlo e non moro?
E lascerò quel idolo che adoro!
No, parto, e fia mia gloria,
più servir ad amor, ch’aver vittoria.
Aria
ORLANDO Non fu già men forte Alcide
benché in sen d’Onfale bella
spesso l’armi egli posò.
Né men fiero il gran Pelide
sotto spoglie di donzella
d’Asia i regni minacciò.
SCENA IV
Dorinda, Orlando
Recitativo
DORINDA Quanto diletto avea tra questi boschi
a rimirar quegli innocenti scherzi
e de’ capri, e de’ cervi!
Nel serpeggiar de’ limpidi ruscelli
brillar i fior, ed ondeggiar le piante;
nel garrir degli augelli,
nello spirar di zeffiretto i fiati.
Oh giorni allor beati!
Ora per me funesti.
Io non so che sian questi
moti, che sento adesso entro al mio core.
Ho inteso dir, che ciò suol fare amore.
ORLANDO Itene pur tremando, anime vili,
ite d’abisso a popolare i regni.
Tu, illustre principessa
libera sei, e reco più a mia gloria
il tuo bello servir, ch’ogni vittoria.
DORINDA Quegli è il famoso Orlando
che vive, a quel ch’io vedo, anch’esso amando.
Aria
DORINDA Ho un certo rossore
di dir quel che sento;
s’è gioia o tormento
s’è gelo o un ardore,
s’è al fine… nol so.
Pur picciolo meco
bisogna che sia
piacere o dolore,
se l’anima mia
rinchiuder lo può.
SCENA V
Angelica, Medoro
Recitativo
ANGELICA M’hai vinto al fin, m’hai vinto, o cieco nume!
L’alma mia non presume
di riportar più i soliti trofei.
E tu, Orlando, ove sei?
Deh, mira al fin, che l’idolo mio, che adoro
è l’amabil Medoro;
io lo vidi ferito.
Sanarlo procurai; ma le sue piaghe
saldando nel suo petto, ah, nel mio core
per lui ne apriva amor una maggiore.
Duetto
ANGELICA Ritornava al suo bel viso,
fatto già bianco e vermiglio
con la rosa unito il giglio
dal pallore delle viole.
MEDORO E il mio cor da me diviso
si struggeva in fiamma lieve,
come suol falda di neve
discoperta ai rai del sole.
Recitativo
ANGELICA Spera, mio ben, che presto,
con più tranquilla sorte,
d’esser a me nel regno,
come già reso sei in amor, consorte.
MEDORO Di tanto onor troppo mi scorgo indegno.
Aria
MEDORO Chi possessore è del mio core
può senza orgoglio chiamarsi re.
Io ch’ho spezzato più d’un impero
ho a te piagato l’animo altero
e più d’un soglio val la mia fé.
SCENA VI
Medoro, Dorinda
Recitativo
MEDORO Ecco Dorinda, né sfuggirla io posso.
DORINDA Medoro, al fin ti trovo
pure una volta solo; perché poche
son quelle che lontana da te stia
la tua bella parente; ed ho timore
che più del sangue a lei t’unisca amore.
MEDORO No Dorinda, t’inganni, anzi fra poco
deve partir, ed accompagnarla io debbo.
DORINDA Tu con lei partirai?
MEDORO Con lei qui venni.
La vita, che a lei devo,
m’obbliga d’esser grato.
DORINDA E se mi lasci
poco temi però d’esser ingrato.
MEDORO Nol sarò mai. L’affetto tuo cortese
il tuo volto…
DORINDA Vorrei, gentil Medoro,
poterti prestar fede;
ma il core non ti crede, e che ingannarmi
dice, che vuoi, non posso consolarmi.
Aria
MEDORO Se il cor mai ti dirà
ch’io mi scordi di te,
rispondigli per me,
ch’è menzognero.
Memoria sì gradita
altro che con la vita,
mai non si partirà
dal mio pensiero.
SCENA VII
Dorinda
Recitativo
DORINDA Povera me! Ben vedo che m’alletta
con un parlar fallace;
ma così ancor mi piace,
e ogni sua paroletta
mi fa all’udito certa consonanza
che accorda col desio pur la speranza.
Aria
DORINDA O care parolette, o dolci sguardi,
sebbene siete bugiardi
tanto vi crederò.
Ma poi che far potrò
allor che troppo tardi
io vi conoscerò.
SCENA VIII
Zoroastro, Angelica, Orlando
Recitativo
ZOROASTRO Noti a me sono i tuoi fatali amori
con Medoro. E non temi
la vendetta d’Orlando?
ANGELICA È ver, che devo
molto all’eroe; ma…
ZOROASTRO Già se n’ vien. Celato
mi terrò per vegliar d’ognuno al fato.
ORLANDO (Quando mai troverò l’orme fugaci
d’Angelica la bella?)
ANGELICA (Oh Dei! Se vien Medoro
che qui attendea per partir seco! Eh forse,
se Orlando qua conduce il novo amore
per quella ch’ei salvò da man nemica,
non sarà così grande il mio timore.
Vuò fingermi gelosa
per meglio discoprire il suo pensiero.)
Orlando, è pur vero
ch’io qui ti veda!
ORLANDO Oh cieli! O cara, e come
potevo mai sperar sì lieta sorte!
Angelica, mio bene!
ANGELICA Erri nel nome,
Isabella vuoi dir, che là t’attende.
ORLANDO Son della principessa
difensor, non amante.
ANGELICA Ma per tale
ti pubblicò Dorinda allora, e quando…
ORLANDO Un’Angelica sol può amare Orlando.
ANGELICA
(Ma, oh Dei, vedo Medor! Convien che Orlando
allontani di qua.)
ORLANDO Chiedimi, o bella,
nuove prove d’amore.
ANGELICA (Oh soccorso opportun!) Sentimi Orlando
se pur vuoi, ch’io ti creda
a me fedel, pronto da te allontana
la dama, che a color di mano hai tolto
o non vedrai d’Angelica più il volto.
Aria
ANGELICA Se fedel vuoi ch’io ti creda
fa’ che veda la tua fedeltà.
Finché regni nel mio petto
il sospetto,
mai l’amor vi regnerà.
SCENA IX
Orlando
Recitativo
ORLANDO T’ubbidirò, crudele,
e vedrai in questo istante
che della principessa
fui solo difensore, ma non amante.
Aria
ORLANDO Fammi combattere
mostri e tifei
nuovi trofei
se vuoi dal mio valor.
Muraglie abbattere,
disfare incanti,
se vuoi ch’io vanti
darti prove d’amor.
SCENA X
Medoro, Angelica
Recitativo
MEDORO Angelica, deh lascia…
ANGELICA Fermati, oh Dei! Che pensi far, Medoro?
MEDORO Riconoscer chi sia
chi teco favellar finora ho visto.
ANGELICA Fermati, a morir vai, ché quello è Orlando.
MEDORO Alla gloria mi togli.
ANGELICA Ma ti serbo all’affetto.
MEDORO Ubbidir devo…
ANGELICA Forza è partir pria che qui torni Orlando.
Va’ al Fonte degli Allori, ivi m’attendi.
ANGELICA, MEDORO E del mio amor un novo pegno or prendi.
SCENA XI
Dorinda, Medoro, Angelica
Recitativo
DORINDA O Angelica, o Medoro; il vostro amore
indarno ormai si cela.
Perché il darsi la mano, ed abbracciarsi
è qualche cosa più di parentela.
ANGELICA Dorinda, il ver dicesti; è tempo ormai
di non tener più ascoso
che Medoro è il mio sposo.
Con lui mi parto già. Grazie ti rendo
del cortese ricetto
che dato n’hai; prendi e conserva questa
grata memoria d’un sincero affetto.
DORINDA Lo prendo, ma speravo
gioie più care aver dal tuo Medoro,
perché ancor io l’amavo.
MEDORO Vaga Dorinda, perdonar mi dei.
DORINDA Il ciel te lo perdoni; che m’hai fatto
più mal di quel che sai con questo tratto.
Terzetto
ANGELICA, MEDORO Consolati o bella
gentil pastorella
ch’al fine il tuo core
è degno d’amore
e amor troverà.
DORINDA Non so consolarmi
non voglio sperare.
Più amor non può darmi
l’oggetto da amare
che perder mi fa.
ANGELICA Non perder la speme
ch’è l’unico bene.
MEDORO Hai l’alma costante
per esser amante.
DORINDA No, solo fra pene
il cor viverà.
SCENA I
Dorinda
Arioso
DORINDA Quando spieghi i tuoi tormenti,
amoroso rosignolo,
par che canti e piangi allor,
e accompagni il mio dolor.
SCENA II
Dorinda, Orlando
Recitativo
ORLANDO Perché, gentil Dorinda,
così vai pubblicando
ch’ha rapito Isabella, e l’ama Orlando?
DORINDA Io? Signor, mal intese
ch’il riferì, d’Angelica parlai…
ORLANDO Dimmi, di quale Angelica tu intendi?
DORINDA Di quella ch’era meco
e poi se n’è partita
col suo Medoro, da lei tanto amato
ch’amavo pure anch’io
ch’era l’idolo mio
e me lasciò schernita
sebben questo gioiello m’ha donato.
ORLANDO
Che miro, oh ciel! Questo è il maniglio appunto
che già di Ziliante a me fu dono,
e ch’io dopo a lei diedi. Ah, più non posso
dubitar ch’ella sia, che me tradisce.
Ma chi è costui, che ardisce
d’esser a me rivale?
È il re circasso? O Ferraguto il Moro?
DORINDA Già v’ho detto, che chiamasi Medoro
ed è giovane e bello,
d’una bona struttura. Ahi, che non posso
scordarlo! Ed ora tutto quel che miro
parmi che sia Medoro, e ognor sospiro.
Aria
DORINDA Se mi rivolgo al prato
veder Medoro mio
in ogni fior mi fa.
Se miro il bosco, o ‘l rio
mi par che mormorando
or l’onde, ora le fronde
dicano sì ch’amando
qui ‘l tuo Medoro sta.
SCENA III
Orlando
Recitativo
ORLANDO È questa la mercede,
Angelica spietata,
del mio amor, di mia fede?
Ah! Non vi gioverà da me fuggire;
che sino d’Acheronte sulla strada
vi giungerà il mio sdegno, e la mia spada.
Aria
ORLANDO Cielo! Se tu il consenti,
deh, fa’ che nel mio seno
possa anche il ferro entrar;
perché a un sì rio dolore
dal misero mio core
sappia col ferro almeno
l’uscita ritrovar.
SCENA IV
Zoroastro, Angelica, Medoro
Recitativo
ZOROASTRO A qual rischio vi espone
incauti amanti un cieco amor?
ANGELICA È d’uopo
lontanarsi da Orlando.
ZOROASTRO E s’ei vi giunge?
MEDORO Ho core anch’io nel petto.
ANGELICA Forse per me non sarà mai crudele.
ZOROASTRO E avrà pietà di chi gli fu infedele?
Affrettatene i passi
per fuggir il suo sdegno
e l’opra mia per vostro aiuto impegno.
Aria
ZOROASTRO Tra caligini profonde
erra ognor la nostra mente
s’ha per guida un cieco nume.
Di rovina sulle sponde
è in pericolo imminente
se ragion non le dà il lume.
SCENA V
Angelica, Medoro
Recitativo
ANGELICA Da queste amiche piante
dovermi allontanar, quanto mi spiace!
MEDORO Conserveranno ogn’ora, o mio bel core,
la memoria fedel del nostro amore.
ANGELICA Ma del nostro cammino
è tempo ormai di seguitarne il corso.
Vanne ed appresta a’ corridori il morso,
ch’io qui t’attendo.
MEDORO Pronto
d’ogni tuo cenno esecutor son io.
Addio prati! Addio fonti! Allori addio!
Aria
MEDORO Verdi allori sempre unito
conservate il nostro nome,
come unito sarà il cor.
E poi dite a chi lo miri
da qual mano, quando, e come
fosse in voi sì ben scolpito
se volete, che sospiri
invidiando il nostro amor.
SCENA VI
Angelica
Recitativo
ANGELICA Dopo tanti perigli, e tanti affanni,
ora al paterno regno
con Medoro farò lieto ritorno.
Troppo ingrata ad Orlando
mi rendo, è ver, cui debbo onor, e vita.
Ma che far posso? Egli ben sa per prova,
che agli incanti d’un volto
né forza, né virtù, né merto giova.
Aria
ANGELICA Non potrà dirmi ingrata
perché restai piagata
da un così vago stral.
Se quando amor l’offese,
ei pur mal si difese
dall’arco suo fatal.
SCENA VII
Orlando
Recitativo
ORLANDO Dove, dove guidate
Furie, che m’agitate il piede errante?
Per ritrovar l’indegna
coppia, che si nascose a gli occhi miei.
Ma che rimiro, Oh Dei!
Scolpiti in queste piante
i nomi rei d’Angelica e Medoro
e’l lor perfido amore, e pur non moro!
Ma dov’è quella man, che li ha scolpiti?
Forse che in questo speco
del loro amor ricetto, ella s’asconde;
ne cercherò ben tutte
le più cieche voragini profonde.
SCENA VIII
Angelica, Orlando
Recitativo
ANGELICA Tutto a poter partire
ha già disposto il mio gradito amante.
Addio, dunque vi lascio, amiche piante.
Aria
ANGELICA Verdi piante, erbette liete
vago rio, speco frondoso,
sia per voi benigno il ciel.
Delle vostre ombre segrete
mai non turbi ‘l bel riposo
vento reo, nembo crudel.
Recitativo
ORLANDO Ah perfida, qui sei!
ANGELICA Chi mi soccorre? Oh Numi!
SCENA IX
Medoro
Recitativo
MEDORO Ohimè! Che miro! Angelica seguita
da un cavalier, fuggendo va nel bosco.
Volo a correr sull’orme.
SCENA X
Angelica, Orlando
Recitativo
ANGELICA Amor, caro amore,
assistimi tu;
tuo Nume imploro.
Ah Medoro! Medoro!
ORLANDO Medoro chiami in van.
ANGELICA Dove m’ascondo?
ORLANDO Non fuggirai, se non vai nell’altro mondo.
SCENA XI
Orlando
Recitativo
ORLANDO Ah stigie larve! Ah scellerati spettri,
che la perfida donna ora ascondete,
perché al mio amor offeso
al mio giusto furor non la rendete?
Ah, misero e tradito!
l’ingrata già m’ha ucciso.
Sono lo spirto mio da me diviso;
sono un’ombra, e qual ombra adesso io voglio
varcar là giù ne’ regni del cordoglio.
Ecco la stigia barca.
Di Caronte a dispetto
già solco l’onde nere. Ecco di Pluto
le affumicate soglie e l’arso tetto.
Già latra Cerbero
e già dell’Erebo
ogni terribile
squallida furia
se n’viene a me.
Ma la Furia che sol mi diè martoro,
dov’è? Questo è Medoro.
A Proserpìna in braccio
vedo che fugge. Or a strapparla io corro.
Ah, Proserpìna piange!
Vien meno il mio furore
se si piange all’inferno anco d’amore.
Vaghe pupille, non piangete, no
che del pianto ancor nel regno
può in ognun destar pietà;
vaghe pupille, non piangete, no.
Ma sì, pupille, sì piangete, sì,
che sordo al vostro incanto
ho un core d’adamanto,
né calma il mio furor.
Ma sì, pupille sì piangete sì.
SCENA I
Medoro, Dorinda
Recitativo
MEDORO Di Dorinda alle mura
ch’io ritornassi, Angelica mi disse,
quando per ria sventura
novo accidente me ne dispartisse.
DORINDA Medoro, e come mai qui ti rivedo?
Non so ancor, se lo credo,
ma Angelica, dov’è?
MEDORO Quivi m’impose
di ritornar.
DORINDA Io quasi volea dire
che tu per me dovessi rivenire;
ma sia pur qualsivoglia la cagione,
sempre è aperta per te la mia magione.
Celato star procura
perché Orlando ti cerca,
e per te ho gran paura;
sebben son mal gradita,
più della mia m’è cara la tua vita.
Aria
MEDORO Vorrei poterti amar
il cor ti vorrei dar,
ma sai che mio non è.
E s’io ti dassi ‘l cor,
a un cor ch’è traditor,
tu non daresti fé.
SCENA II
Dorinda
Recitativo
DORINDA Più obbligata gli sono
or che mi dice il vero
son contenta, è sincero;
e sebben nulla spero e nulla bramo,
non meno però adesso ancora io l’amo.
SCENA III
Orlando, Dorinda
Recitativo
ORLANDO Pur ti trovo, o mio bene,
e dopo tante pene,
pur giungo a riveder il tuo sembiante.
DORINDA (Orlando, il grande Orlando
mi si palesa amante!)
Forse meco scherzando,
Signor, tu vai…
ORLANDO Non so scherzar col foco;
e quel che per te m’arde è così fiero
che non trova più loco.
DORINDA (Par che dica il vero.)
ORLANDO Tu non rispondi?
DORINDA (Che dirò? Ben grande
se mi vuole in consorte
saria per me di questo eroe la preda.
Chi sa? Giove altre volte arse per Leda)
ORLANDO E tu non parli ancora?
Dimmi, crudel, se vuoi ch’io viva o mora.
Duetto
ORLANDO Unisca amor in noi
i miei, gli affetti tuoi
Venere bella.
DORINDA Ed innestar tu vuoi
al sangue degli eroi
me, pastorella?
Signor, meglio rifletti,
io son Dorinda.
Recitativo
ORLANDO Eh già lo so; tu sei
pronipote de’ Dei.
Ah no, sei l’Argalia
fratello del mio bene,
che l’empio Ferrauto uccise a torto.
Già in me s’accende l’ira.
DORINDA (Addio speranze! Per mia fé delira.)
ORLANDO Per Angelica mia se tu sei morto
ora ne vuò vendetta…
DORINDA (Bell’imbroglio per me.) Signor aspetta…
ORLANDO Sì, sì v’intendo ben, dirmi volete
ch’è Ferraut senz’elmo, e senza spada.
Li lascio dunque anch’io; su via, prendete.
Or ch’ho lasciato l’armi
son pronto a vendicarmi.
Aria
ORLANDO Già lo stringo, già l’abbraccio
con la forza del mio braccio
nuovo Anteo l’alzo da terra.
E se vinto non si rende
perché Marte lo difende,
Marte ancor io sfido a guerra.
Son morto, oh caro bene,
trafitto da rie pene
languente cado a terra.
SCENA IV
Angelica, Dorinda
Recitativo
ANGELICA Di Dorinda all’albergo
trovar Medoro io spero.
DORINDA Ah, mia Signora,
vaneggia affatto Orlando.
ANGELICA Che mi narri, Dorinda?
DORINDA Di sua strana follia sola è cagione
d’Angelica l’amor, e gelosia.
ANGELICA Mi fa pietà, ed ingrata
mi crederei in non averlo amato;
se l’amar fosse arbitrio, e non un fato.
Pure se Orlando, ah il concedete, oh Numi,
non fosse più del suo furore oppresso,
vorrei sperar, che vinceria sé stesso.
Aria
ANGELICA Così giusta è questa speme,
che se l’alma ancora teme,
ingannata è dal timor.
Ma in chi nacque per l’affanno,
la speranza è quell’inganno
che il piacer cangia in dolor.
SCENA V
Dorinda
Recitativo
DORINDA S’è corrisposto un core
teme ancor del suo amore.
Se un altro è mal gradito
prova il martir del barbaro Cocito.
Nel mar d’amor per tutto v’è lo scoglio
e vedo ben, che amare è un gran imbroglio.
Aria
DORINDA Amor è qual vento
che gira il cervello;
ho inteso che a cento
comincia bel bello
a farli godere;
ma a un corto piacere
dà un lungo dolor.
Se uniti due cori
si credon beati,
gelosi timori
li fan sfortunati;
se un core è sprezzato
divien arrabbiato,
così fa l’amor.
SCENA VI
Zoroastro
Recitativo
ZOROASTRO Impari ognun da Orlando
che sovente ragion si perde amando.
O voi del mio poter ministri eletti,
or la vostra virtute unite meco.
Si cangi il bosco in speco.
Là al furor dell’eroe siatene attenti
che fra pochi momenti avrò vittoria
e l’eroe renderò sano alla gloria.
Aria
ZOROASTRO Sorge infausta una procella
che oscurar fa il cielo e il mare,
splende fausta poi la stella
che ogni cor ne fa goder.
Può talor il forte errare,
ma risorto dall’errore,
quel che pria gli diè dolore
causa immenso il suo piacer.
SCENA VII
Angelica, Dorinda
Recitativo
ANGELICA Dorinda, e perché piangi?
DORINDA Non lo cercar, che al fin se lo saprai
più di me piangerai.
ANGELICA Dimmi che avvenne?
DORINDA Il furioso Orlando
ha distrutto il mio albergo; eh, oh Dei, non moro,
ed ha sepolto vivo il tuo Medoro.
ANGELICA Che intendo! Oh sorte ria!
Crudel, pur tolto m’hai l’anima mia!
SCENA VIII
Orlando, Angelica
Recitativo
ORLANDO Più non fuggir potrai
perfida Falerina…
ANGELICA In me ravvisa
Angelica da te già un tempo amata,
ora da te aborrita. Aprimi ‘l petto
levane pur il core,
come l’alma m’hai tolta
e con Medoro l’hai viva sepolta.
ORLANDO Sì, sì, devi morir, o core ingrato!
ANGELICA Non piango il mio, ma di Medoro il fato.
Duetto
ANGELICA Finché prendi ancora il sangue
godi intanto
de’ miei lumi al mesto umor.
Che dell’anima, che langue
questo pianto è sangue ancor.
ORLANDO Solo ha sete di sangue il mio cor.
Ma non placa il mio giusto rigor.
Recitativo
ORLANDO Vieni… vanne precipitando
di queste rupi al barbaro profondo.
ANGELICA Numi, pietà!
ORLANDO Già per la man d’Orlando
d’ogni mostro più rio purgato è il mondo.
Ora giunge la notte
delle cimerie grotte,
ed è seco Morfeo,
che i papaveri suoi sul crin mi sfronda
porgendomi a gustar di Lete l’onda.
Aria
ORLANDO Già l’ebbro mio ciglio
quel dolce liquore
invita a posar.
Tu perfido Amore
volando o scherzando
non farmi destar.
SCENA IX
Zoroastro, Dorinda, Orlando
Recitativo
ZOROASTRO Ecco il tempo prefisso.
Amor, fa quanto puoi
che Orlando schernirà gl’inganni tuoi.
Tu, che del gran Tonante
coll’artiglio celeste
il folgore sostieni,
le mie leggi son queste:
dalla region stellante
che rapida a me vieni
reca il divin liquore
per risanar dell’egro Orlando il core.
DORINDA Ah! Che fate signor? S’egli si desta
certo ambedue ne uccide.
ZOROASTRO Non temer, che lo voglio oggi guarire.
DORINDA È più sicur a lo lasciar dormire.
ORLANDO Dormo ancora, o son desto?
Come qui mi ritrovo
senz’elmo e senza il mio famoso brando?
Chi disarmarmi osò? Parla, Dorinda!
DORINDA Ve lo direi: ma temo che torniate
alla vostra follia,
e che lo paghi poi la mia vita
come pure faceste
ad Angelica e Medor, che voi uccideste.
ORLANDO Pur troppo hai detto, ed ho pur troppo udito.
E non m’inghiotte il suolo?
Non mi folgora il cielo?
Dove, o misero Orlando,
n’andrai per ritrovar chi con la morte
ti tolga al tuo rossore?
DORINDA Ben lo diss’io, ritorna a rimpazzire.
È meglio di fuggire.
Arioso
ORLANDO Per far, mia diletta,
per te la vendetta,
Orlando si mora.
SCENA ULTIMA
Angelica, Orlando, Medoro, Zoroastro, Dorinda
Recitativo
ANGELICA Dei, vive ancor.
ORLANDO Che vedo oh Dei!
Angelica tu vivi?
ANGELICA Vivo sì, e vive ancora
chi amandomi t’offende, e vuol mia sorte…
MEDORO Signor, dammi la morte;
non ti chiedo la vita
senza colei, per cui m’è sol gradita.
ZOROASTRO Orlando, al tuo furore,
geloso di tua gloria
io fui custode, e dalla morte io trassi
Angelica e Medoro,
e per ambo da te la grazia imploro.
DORINDA Signor, vi priego anch’io
sebben perdo (ho un gran cor) Medoro mio.
ORLANDO Non più! Udite tutti;
quando sia d’Orlando la più bella gloria.
ORLANDO Vinse incanti, battaglie, e fieri mostri
di sé stesso, e d’amor oggi ha vittoria.
Angelica a Medoro unita godi.
ANGELICA, MEDORO, DORINDA, ZOROASTRO Chi celebrar potrà mai le tue lodi?
Coro
ORLANDO Trionfa oggi ‘l mio cor
e da sì bell’aurora
avrò più bello ancora
un giorno il vostro amor.
ANGELICA, MEDORO Trionfa oggi ‘l mio cor
e con più lieta face
la fedeltà, la pace
risplenderà d’ognor.
DORINDA Mi scordo ogni dolor
oblio quel che m’affanna
v’invito alla capanna
per festeggiar ancor.
ORLANDO, ANGELICA, MEDORO, DORINDA, ZOROASTRO Con un diverso ardor
giacché ciascun è pago
dar lodi sol sia vago
a gloria, ed all’amor.