Händel – Giulio Cesare

GIULIO CESARE

Dramma per muisca

Music: Georg Friedrich Händel
Libretto: Giacomo Francesco Bussani, Nicola Francesco Haym
First performance: 1724, London
Source consulted: Printed Libretto, London, 1724
Reference copy: Museo internazionale e biblioteca della musica, Bologna
Image: Detail of the great hunt mosaic, Roman Villa of the Casale, Sicily. UNESCO site

 

 

Album price: 10,00

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SCENA I
Cesare, Curio, Coro
CORO Viva, viva il nostro Alcide!
Goda il Nilo in questo dì!
Ogni spiaggia per lui ride,
ogni affanno già sparì.
Aria
CESARE Presti omai l’egizia terra
le sue palme al vincitor.
Recitativo
CESARE Cesare venne, e vide e vinse;
gia’ sconfitto Pompeo invan rincorre
per rinforzar de’ suoi guerrieri lo stuolo
d’Egitto al re.
CURIO Tu qui, signor, giungesti
a tempo appunto, a prevenir le trame.
Ma chi ver’ noi sen’ viene?
SCENA II
Cesare, Curio, Cornelia, Sesto
Recitativo
CESARE Questa è Cornelia.
CURIO O sorte!
Del nemico Pompeo l’alta consorte?
Cesare, a questa un tempo
sacrai la libertade.
CORNELIA Signor, Roma è già tua. Teco han gli dei
oggi diviso il regno; ed è lor legge.
CESARE Da Cesare che chiedi,
gran germe de’ Scipioni, alta Cornelia?
CORNELIA Dà pace all’armi!
SESTO Dona
l’asta al tempio, ozio al fianco, ozio alla destra.
CESARE Virtù de’ grandi è il perdonar le offese.
Venga Pompeo, Cesare abbracci, e resti
l’ardor di Marte estinto:
sia vincitor del vincitore il vinto.
SCENA III
Achilla, Cesare, Curio, Cornelia, Sesto
Recitativo
ACHILLA La reggia, Tolomeo t’offre in albergo,
eccelso eroe, per tuo riposo; e in dono
quanto può donare un tributario trono.
CESARE Ciò che di Tolomeo
offre l’alma regal, Cesare aggrada.
ACHILLA Acciò, l’Italia ad adorarti impari,
in pegno d’amistade, e di sua fede
questa del gran Pompeo superba testa
di base al regal trono offre al tuo piede.
CESARE Giulio, che miri?
SESTO Oh dio, che veggio?
CORNELIA Ahi lassa!
Consorte! Mio tesoro!
CURIO Grand’ardir!
CORNELIA Tolomeo,
barbaro traditor! Io manco, io moro.
CESARE Curio, su, porgi aita
a Cornelia, che langue.
CURIO Che scorgo? Oh stelle, il mio bel sole esangue!
ACHILLA (Questa è Cornelia? Oh, che beltà! Che volto!)
SESTO Padre, Pompeo! Mia genitrice! Oh Dio!
CESARE Per dar urna sublime
al suo cenere illustre,
serbato sia il nobil teschio.
ACHILLA Oh dei!
CESARE E tu involati, parti. Al tuo signore
dì, che l’opre de’ regi,
sian di ben o di mal, son sempre esempio.
SESTO Che non è re, chi è re fellon, chi è un empio.
ACHILLA Cesare, frena l’ire…
CESARE Vanne, verrò alla reggia.
Pria ch’oggi il sole a tramontar si veggia.
Aria
CESARE Empio, dirò, tu sei,
togliti a gli occhi miei,
sei tutto crudeltà.
Non è di re quel core,
che donasi al rigore,
che in sen non ha pietà.
SCENA IV
Curio, Sesto, Cornelia
Recitativo
CURIO Già torna in sé.
SESTO Madre!
CURIO Cornelia!
CORNELIA Oh stelle!
Ed ancor vivo? Ah, tolga
quest’omicida acciaro
il cor, l’alma dal sen.
CURIO Ferma. Invan tenti
tinger di sangue in quelle nevi il ferro.
Curio, che ancor t’adora
e sposa ti desia, se pur t’aggrada,
vendicarti saprà con la sua spada.
CORNELIA Sposa a te?
CURIO Sì.
CORNELIA Ammutisci!
SESTO Tu, nemico a Pompeo, e tanto ardisci?
CURIO Cornelia, se m’aborri,
m’involerò al tuo aspetto;
sol per non molestarti,
giurerà questo cor di non amarti.
SESTO Madre!
CORNELIA Viscere mie!
SESTO Or che farem, tra le cesaree squadre,
tu senza il caro sposo, io senza il padre?
Aria
CORNELIA Priva son d’ogni conforto,
e pur speme di morire
per me misera non v’è.
Il mio cor, da pene assorto,
è già stanco di soffrire,
e morir si niega a me.
Recitativo
SESTO Vani sono i lamenti.
È tempo, o Sesto, ormai
di vendicar il padre.
Si svegli alla vendetta
l’anima neghittosa,
che offesa da un tiranno invan riposa.
Aria
SESTO Svegliatevi nel core,
furie d’un alma offesa,
a far d’un traditor
aspra vendetta!
L’ombra del genitore
accorre a mia difesa,
e dice: a te il rigor,
figlio, si aspetta.
SCENA V
Cleopatra, Nireno, Tolomeo, Guardie
Recitativo
CLEOPATRA Regni Cleopatra; ed al mio seggio intorno
popolo adorator arabo e siro
su questo crin la sacra benda adori.
Su, chi di voi, miei fidi,
ha petto e cor di sollevarmi al trono,
giuri su questa destra eterna fede.
NIRENO Regina, infausti eventi!
CLEOPATRA Che fia? Che tardi?
NIRENO Troncar fe’ Tolomeo il capo…
CLEOPATRA Ohimè, di chi?
NIRENO Del gran Pompeo.
CLEOPATRA Stelle! Costui che apporta?
NIRENO Per stabilirsi al soglio
a Cesare mandò fra’ doni involto…
CLEOPATRA Che gli mandò?
NIRENO L’esanimato volto.
CLEOPATRA Su, partite, miei fidi,
E tu qui resta.
Alle cesaree tende
son risolta portarmi;
e tu, Nireno, mi servirai di scorta.
NIRENO Cosa dirà Tolomeo?
CLEOPATRA Non paventar; col guardo
meglio ch’egli non fece
col capo di Pompeo,
Cesare obbligherò.
Invan aspira al trono;
egli è il germano, e la regina io sono.
TOLOMEO Tu di regnar pretendi,
donna superba e altera?
CLEOPATRA Io ciò ch’è mio contendo; e la corona,
dovuta alla mia fronte,
giustamente pretendo.
TOLOMEO Vanne, e torna omai, folle,
a qual di donna è l’uso,
di scettro invece a trattar l’ago e il fuso.
CLEOPATRA Anzi tu pur, effeminato amante,
va’ dell’età sui primi albori,
di regno invece a coltivar gli amori!
Aria
CLEOPATRA Non disperar, chi sa?
se al regno non l’avrai,
avrai sorte in amor.
Mirando una beltà
in essa troverai
a consolar un cor.
SCENA VI
Tolomeo, Achilla
Recitativo
ACHILLA Sire, Signor!
TOLOMEO Come fu il capo tronco
da Cesare gradito?
ACHILLA Sdegnò l’opra.
TOLOMEO Che sento?
ACHILLA T’accusò d’inesperto e troppo ardito.
TOLOMEO Tant’osa un vil romano?
ACHILLA Il mio consiglio apprendi, o Tolomeo.
Verrà Cesare in corte; in tua vendetta
cada costui, come cadè Pompeo.
TOLOMEO Chi condurrà l’impresa?
ACHILLA Io ti prometto
darti estinto il superbo al regio piede,
se di Pompeo la moglie
in premio a me il tuo voler concede.
TOLOMEO È costei tanto vaga?
ACHILLA Lega col crine, e col bel volto impiaga.
TOLOMEO Amico, il tuo consiglio è la mia stella.
Vanne, pensa, e poi torna.
Muora Cesare, muora, e il capo altero
sia del mio piè sostegno.
Roma, oppressa da lui, libera vada,
e fermezza al mio regno
sia la morte di lui più che la spada.
Aria
TOLOMEO L’empio, sleale, indegno
vorria rapirmi il regno,
e disturbar così
la pace mia.
Ma perda pur la vita,
prima che in me tradita
dall’avido suo cor
la pace sia.
SCENA VII
Cesare, Curio, Cleopatria, Nireno
Recitativo
CESARE Alma del gran Pompeo,
che al cenere suo d’intorno
invisibil t’aggiri,
fur ombra i tuoi trofei,
ombra la tua grandezza, e un’ombra sei.
Così termina al fine il fasto umano.
Ieri chi vivo occupò un mondo in guerra,
oggi risolto in polve un’urna serra.
Tal di ciascuno, ahi lasso,
il principio è di terra, e il fine è un sasso.
Misera vita, oh, quanto è fral tuo stato!
Ti forma un soffio, e ti distrugge un fiato.
CURIO Qui nobile donzella
chiede chinarsi al Cesare di Roma.
CESARE Sen’ venga pur.
CLEOPATRA Tra stuol di damigelle
io servo a Cleopatra.
Lidia m’appello, e sotto il ciel d’Egitto
di nobil sangue nata;
ma Tolomeo mi toglie,
barbaro usurpator, la mia fortuna.
CESARE (Quanta bellezza un sol sembiante aduna!)
Tolomeo sì tiranno?
CURIO (Se Cornelia mi sprezza,
oggi a Lidia rivolto
collocherò quest’alma in sì bel volto).
CLEOPATRA Avanti al tuo cospetto, avanti a Roma,
mesta, afflitta e piangente
chieggio giustizia.
CESARE (Oh dio, come innamora!)
Sfortunata donzella, in breve d’ora
deggio portarmi in corte,
oggi colà stabilirò tua sorte.
(Che bel crin!)
CURIO (Che bel sen!)
CLEOPATRA Signor, i tuoi favori
legan quest’alma.
CESARE E la tua chioma i cori.
Aria
CESARE Non è sì vago e bello
il fior nel prato,
quant’è vago e gentile
il tuo bel volto.
D’un fiore il pregio a quello
solo vien dato,
ma tutto un vago aprile
è in te raccolto.
Recitativo
NIRENO Cleopatra, vincesti.
Già di Cesare il core
tributario al tuo volto amor ti rende,
e tutto il suo voler da te dipende.
CLEOPATRA Cerchi pur Tolomeo
con empietà di cor le vie del trono,
ché a me, d’avito regno,
farà il nume d’amor benigno dono.
Aria
CLEOPATRA Tutto può donna vezzosa,
se amorosa.
Scioglie il labbro, o gira il guardo;
ogni colpo piaga un petto,
se difetto
non v’ha quel che scocca il dardo.
Recitativo
NIRENO Ferma, Cleopatra, osserva,
qual femmina dolente
con grave passo, e lacrimoso ciglio
qui s’avvicina.
CLEOPATRA Al portamento, al volto
donna volgar non sembra;
osserviamo in disparte
la cagion del suo duolo.
SCENA VIII
Cornelia, Sesto, Cleopatra, Nireno
Aria
CORNELIA Nel tuo seno, amico sasso
sta sepolto il mio tesoro.
Ma che! Vile, e negletta
sempre starai, Cornelia?
Recitativo
CORNELIA Ah no! Tra questi arnesi
un ferro sceglierò. Con mano ardita
contro di Tolomeo dentro la reggia…
SESTO Madre, ferma; che fai?
CORNELIA Lascia quest’armi;
voglio contro il tiranno
uccisor del mio sposo,
tentar la mia vendetta.
SESTO Questa vendetta a Sesto sol s’aspetta.
CORNELIA Oh dolci accenti! Oh care labbra! Dunque
sull’alba de’ tuoi giorni
hai tanto cor?
SESTO Son Sesto, e di Pompeo
erede son dell’alma.
CORNELIA Animo, oh figlio, ardire! Io coraggiosa
ti seguirò.
SESTO Ma, oh Dio, chi al re fellone
ci scorterà?
CLEOPATRA Cleopatra.
NIRENO Non ti scoprir!
CLEOPATRA E Lidia ancor, perché quell’empio cada,
ti saran scudo, e t’apriran la strada.
CORNELIA E chi ti sprona, amabile donzella,
oggi in nostro soccorso offrir te stessa?
CLEOPATRA La fellonia d’un re tiranno, il giusto.
Sotto il nome di Lidia
io servo a Cleopatra.
Se in virtù del tuo braccio ascende al trono,
sarai felice, e scorgerai qual sono.
CORNELIA Chi a noi sarà di scorta?
CLEOPATRA Questi, che alla regina è fido servo,
saprà cauto condurvi all’alta impresa.
SESTO Figlio non è, chi vendicar non cura
del genitor la morte.
Armerò questa destra, e al suol trafitto
cadrà punito il gran tiran d’Egitto.
Aria
SESTO Cara speme, questo core
tu cominci a lusingar.
Par che il ciel presti favore
i miei torti a vendicar.
Recitativo
CLEOPATRA Vegli pure il germano
alla propria salvezza:
ché, già contro gli mossi,
di Cesare la spada,
di Sesto e Cornelia il giusto sdegno.
Senza un certo periglio
non creda aver solo d’Egitto il regno.
Aria
CLEOPATRA Tu la mia stella sei,
amabile speranza,
e porgi ai desir miei
un grato e bel piacer.
Qual sia di questo core
la stabile costanza,
e quanto possa amore,
s’ha in breve da veder.
SCENA IX
Tolomeo, Cesare, Achilla
Recitativo
TOLOMEO Cesare, alla tua destra
stende fasci di scettri
generosa la sorte.
CESARE Tolomeo, a tante grazie
io non so dir, se maggior lume apporti,
mentre l’uscio del giorno egli diserra,
il sole in cielo, o Tolomeo qui in terra.
Ma sappi, ogni mal’opra
ogni gran lume oscura.
ACHILLA (Sino al real aspetto egli t’offende.)
TOLOMEO (Temerario latin!)
CESARE (So che m’intende).
TOLOMEO Alle stanze reali
questi che miri t’apriran le porte,
e a te guida saranno.
(Empio, tu pur venisti in braccio a morte).
CESARE (Scorgo in quel volto un simulato inganno)
Aria
CESARE Va tacito e nascosto,
quand’avido è di preda,
l’astuto cacciator.
Così chi è mal disposto,
non brama ch’alcun veda
l’inganno del suo cor.
SCENA X
Cornelia, Sesto, Tolomeo, Achilla
Recitativo
ACHILLA Sire, con Sesto il figlio,
questa è Cornelia.
TOLOMEO (Oh che sembianze, amore!)
CORNELIA Ingrato, a quel Pompeo, che al tuo gran padre
il diadema reale
stabilì sulla chioma,
tu recidesti il capo in faccia a Roma?
SESTO Empio, ti sfido a singolar certame.
Veder farò con generosa destra
aperto a questo regno,
che non sei Tolomeo, che se’ un indegno.
TOLOMEO Olà, da vigil stuol sian custoditi
questi romani arditi.
ACHILLA Alto signor, condona
il lor cieco furor!
TOLOMEO Per or mi basta
ch’abbia garzon sì folle
di carcere la reggia.
Costei, che baldanzosa
vilipese il rispetto
di maestà regnante,
nel giardin del serraglio abbia per pena
il coltivar i fiori. (Io per te serbo
questa dell’alma tua bella tiranna.)
ACHILLA Felice me!
TOLOMEO (Quanto costui s’inganna!)
SCENA XI
Cornelia, Sesto, Tolomeo, Achilla
Recitativo
ACHILLA Cornelia, in quei tuoi lumi
sta legato il mio cor. Se all’amor mio
giri sereno il ciglio,
e i talami concedi,
sarà la madre in libertà col figlio.
CORNELIA Barbaro, una romana
sposa ad un vil egizio?
SESTO A te consorte?
Ah no, pria della morte.
ACHILLA Olà! Per regal legge omai si guidi
prigionier nella reggia
così audace garzon.
CORNELIA Seguirò anch’io
l’amata prole, il caro figlio mio.
ACHILLA Tu ferma il piede, e pensa
di non trovar pietade a ciò che chiedi,
se pietade al mio amor pria non concedi.
Aria
ACHILLA Tu sei il cor di questo core,
sei il mio ben, non t’adirar.
Per amor io chiedo amore,
più da te non vuo’ bramar.
Recitativo
SESTO Madre!
CORNELIA Mia vita!
SESTO Addio!
CORNELIA Dove, dove, inumani,
l’anima mia guidate? Empi, lasciate
che al mio core, al mio bene
io porga almen gli ultimi baci. Ahi, pene!
Duetto
SESTO Son nato a lagrimar…
CORNELIA Son nata a lagrimar…
SESTO, CORNELIA … e il dolce mio conforto,
ah, sempre piangerò.
Se il fato ci tradì,
sereno e lieto dì
mai più sperar potrò.
SCENA I
Cleopatra, Nireno
Recitativo
CLEOPATRA Eseguisti, oh Niren, quanto t’imposi?
NIRENO Adempito è il comando.
CLEOPATRA Giunto è Cesare in corte?
NIRENO Io ve’l condussi,
ed ei già a queste soglie il piè rivolge.
CLEOPATRA Ma dimmi, è in porto
la meditata scena?
NIRENO Infra le nubi
l’alta reggia sfavilla.
Ma che far pensi?
CLEOPATRA Amore
già suggerì all’idea
stravagante pensier; ho già risolto,
sotto finte apparenze,
far prigionier d’amor ch’il cor m’ha tolto.
NIRENO A lui ti scoprirai?
CLEOPATRA Non è ancor tempo.
NIRENO Io che far deggio?
CLEOPATRA Attendi
Cesare qui in disparte, indi lo guida
in questi alberghi, e poi lo guida ancora
colà nelle mie stanze e a lui dirai,
che per dargli contezza
di quanto dal suo re gli si contende,
pria che tramonti il sol Lidia l’attende.
SCENA II
Nireno, Cesare, Cleopatra
Recitativo
NIRENO Da Cleopatra apprenda,
chi è seguace d’amor, l’astuzie e frodi.
CESARE Dov’è, Niren, dov’è l’anima mia?
NIRENO In questo loco in breve
verrà Lidia, signor.
CESARE Taci!
NIRENO Che fia?
CESARE Cieli! E qual delle sfere
scende armonico suon, che mi rapisce?
NIRENO Avrà di selce il cor chi non languisce.
CESARE Giulio, che miri? E quando
con abisso di luce
scesero i numi in terra?
Aria
CLEOPATRA V’adoro, pupille,
saette d’amore,
le vostre faville
son grate nel sen.
Pietose vi brama
il mesto mio core,
ch’ogn’ora vi chiama
l’amato suo ben.
Recitativo
CESARE Non ha in cielo il Tonante
melodia che pareggi un sì bel canto.
Vola, mio cor, al dolce incanto.
E come?
Ah, che del mio gioir invido è il nume!
NIRENO Signor, udisti, e che ti par di Lidia?
CESARE Virtù cotanta Lidia possiede?
Ah! Che se già piangente
mi saettò tra le armi, io ben m’aveggio,
che bellezza sì vaga,
cantando lega, e lagrimando impiaga.
NIRENO Signor, s’amor t’accese,
non t’affligger, no, no; Lidia è cortese.
Anzi, se non t’è grave, ella t’attende
nelle sue stanze or or.
CESARE Lidia mi brama?
NIRENO Ed ella a Cleopatra
anche ti scorterà.
CESARE Guidami tosto in seno al mio tesoro,
acciò che dolce renda il mio martoro.
Aria
CESARE Se in fiorito ameno prato
l’augellin tra fiori, e fronde
si nasconde,
fa più grato
il suo cantar.
Se così Lidia vezzosa
spiega ancor notti canore,
più graziosa
fa ogni core
innamorar.
SCENA III
Cornelia, Achilla
Aria
CORNELIA Deh, piangete, o mesti lumi,
già per voi non v’è più speme.
Recitativo
ACHILLA Bella, non lagrimare,
cangerà il tuo destin le crude tempre.
CORNELIA Chi nacque a sospirar, piange per sempre.
ACHILLA Un consenso amoroso,
che tu presti ad Achilla,
può sottrarti al rigor di servitù.
CORNELIA Olà! Così non mi parlar mai più.
ACHILLA Oh dio! Ascolta, ove vai?
CORNELIA Fuggo da te per non mirarti mai.
SCENA IV
Tolomeo, Cornelia, Achilla
Recitativo
TOLOMEO Bella, placa lo sdegno.
CORNELIA Lasciami, iniquo re.
ACHILLA Sire, qua mi portai,
per ammollir questa crudel, che adoro.
TOLOMEO Fu pietosa a’ tuoi detti?
ACHILLA Ella mi sprezza ognor, ed io mi moro.
TOLOMEO (Respiro, oh ciel!) Bella, lo sdegno ammorza!
Amico, e ben?
ACHILLA Signor, oggi vedrai
Cesare estinto al suolo,
re vendicato, e regnator tu solo.
TOLOMEO Parti, eseguisci, e spera; avrai in mercede
la tua crudel. (Folle è costui se’l crede).
Aria
ACHILLA Se a me non sei crudele,
ognor sarà fedele
a te questo cor.
Ma se spietata sempre
ver me non cangi tempre,
aspetta sol rigor.
Recitativo
TOLOMEO Bella, cotanto aborri
chi ti prega d’amar?
CORNELIA Un traditore
degno non è d’amor.
TOLOMEO Tanto rigore?
Ma se un re ti bramasse?
CORNELIA Sarei una furia in agitargli il core.
TOLOMEO Possibil che in quel volto
non alberghi pietà, che in questo seno…
CORNELIA Freni l’anima insana
lo stimolo del senso,
pensa che son Cornelia, e son romana.
TOLOMEO Tanto ritrosa a un re? Perfida donna!
Forza userò, se non han luogo i prieghi,
e involarti saprò, ciò che or mi nieghi.
Aria
TOLOMEO Sì, spietata, il tuo rigore
sveglia l’odio in questo sen.
Giacché sprezzi questo core,
prova, infida, il mio velen!
SCENA V
Cornelia, Sesto
Recitativo
CORNELIA Su, che si tarda? Or che partì il lascivo,
un generoso ardir l’onor mi salvi.
Tra le fauci de’ mostri
mi scaglierò da queste eccelse mura,
cibo sarò di fiere.
Non paventa il morir un’alma forte.
Addio Roma, addio Sesto. Io corro a morte.
SESTO Ferma! Che fai?
CORNELIA Chi mi trattiene il passo?
SESTO Madre!
CORNELIA Madre! Che veggio?
Figlio, Sesto, mio core!
Come qui ne venisti!
SESTO Io, per sottrarti al regnator lascivo,
di Niren con la scorta
quivi occulto mi trassi.
CORNELIA Troppo è certo il periglio
in cui, figlio, t’esponi.
SESTO Chi alla vendetta aspira,
vita non cura, o madre.
Sì, cadrà Sesto, o cadrà il tiranno.
SCENA VI
Nireno, Cornelia, Sesto
Recitativo
NIRENO Cornelia, infauste nove. Il re m’impone,
che tra le sue dilette io ti conduca.
CORNELIA Oh dio!
SESTO Numi, che sento?
NIRENO Non vi turbate, no; unqua sospetto
a Tolomeo non fui. Ambi verrete
là dove il re tiranno
è in preda alle lascivie.
Colà Sesto nascoso
in suo potere avrà l’alta vendetta.
Egli, solo ed inerme,
far non potrà difesa.
SESTO Molto, molto ti devo.
CORNELIA Assista il cielo una sì giusta impresa.
Aria
CORNELIA Cessa omai di sospirare.
Non è sempre irato il cielo;
contro i miseri suol fare
benché tardo le vendette.
Il nocchier, s’irato è il mare,
mai non perde la speranza,
onde avvien che la costanza
la salute a lui promette.
Recitativo
SESTO Figlio non è, chi vendicar non cura
del genitor lo scempio.
Su, dunque, alla vendetta
ti prepara, alma forte,
e prima di morir, altrui dà morte!
Aria
SESTO L’angue offeso mai non posa,
se il veleno pria non spande
dentro il sangue all’offensor.
Così l’alma mia non osa
di mostrarsi altera e grande
se non svelle l’empio cor.
SCENA VII
Cleopatra, Cesare
Recitativo
CLEOPATRA Esser qui deve in breve
l’idolo del mio sen, Cesare amato.
Ei sa che qui l’attende
Lidia sua, che l’adora.
Per discoprir, se porta il sen piagato,
fingerò di dormir, porterò meco,
mascherato nel sonno, Amor, ch’è cieco.
Aria
CLEOPATRA Venere bella,
per un istante,
deh, mi concedi
le grazie tutte
del dio d’amor.
Tu ben prevedi,
che il mio sembiante
dee far amante
d’un regio cor.
CESARE Che veggio, o Numi! Il mio bel sol qui dorme!
Vaga Lidia adorata,
ah, se di tanto incendio
che mi bolle nel seno,
ti penetrasse al cor qualche scintilla,
ben potresti sperar dalla tua sorte
d’essermi forse un dì sposa e consorte.
CLEOPATRA Sposa? T’adorerò fino alla morte.
CESARE Olà!
CLEOPATRA Che ti conturbi?
CESARE Una donzella,
serva di Cleopatra a tanto aspira?
CLEOPATRA Cesare, frena l’ire.
Giacché desta m’aborri,
perché m’abbi ad amar, torno a dormire.
SCENA VIII
Curio, Cleopatra, Cesare
Recitativo
CURIO Cesare, sei tradito.
CESARE Io tradito.
CLEOPATRA Che sento?
CURIO Mentr’io ver le tue stanze,
signor, t’attendo, odo di genti e spade
ripercosso fragor, ed una voce
gridar: Cesare mora, ed improvviso
a te ne volo, ad arrecar l’avviso.
CESARE Così dunque in Egitto
regna la fellonia? Bella, rimanti.
Sono infausti per noi cotesti lidi.
CLEOPATRA Fermati, non partir, che tu m’uccidi.
CESARE Lascia, Lidia…
CLEOPATRA Che Lidia?
Io volerò al conflitto. In tua difesa
sino agli stessi abissi
scenderia Cleopatra.
(Ohimè, che dissi?)
CESARE Cleopatra?
CLEOPATRA Sì.
CESARE Dov’è?
CLEOPATRA Cesare, volgi
in questo seno, e non altrove, il lampo
di quegli occhi che adoro.
Son Cleopatra, e non più Lidia in campo.
CESARE Sei Cleopatra?
CLEOPATRA In breve,
de’ congiurati il temerario ardire
questo aspetto regal farà che cada.
Torna al fianco, signor, quella tua spada.
CESARE Curio, a sì strani eventi
resto immobile sasso.
CURIO Stupido son.
CESARE Che udisti mai, cor mio?
Lidia è Cleopatra? E la spregiasti? Oh dio!
CLEOPATRA Fuggi, Cesare, fuggi!
Dalle regie tue stanze a questa fonte
volano i congiurati.
CESARE Come, nemmen Cleopatra
valse a frenar sì perfido ardimento?
CLEOPATRA La porpora reale
scudo non è bastante al tradimento.
CESARE Vengano pure, ho core.
Cesar non seppe mai, che sia timore.
CLEOPATRA Oh dio! Tu il mio cor mi struggi.
Salvati, o mio bel sol, Cesare, fuggi!
Aria
CESARE Al lampo dell’armi
quest’alma guerriera
vendetta farà.
Non fia che disarmi
la destra guerriera
che forza le dà.
CONGIURATI Mora Cesare, mora!
Recitativo
CLEOPATRA Che sento? Oh dio,
morrà Cleopatra ancora!
Anima vil, che parli mai? Deh taci!
Avrò, per vendicarmi,
in bellicosa parte,
di Bellona in sembianza un cor di Marte.
Intanto, o numi, voi che il ciel reggete,
difendete il mio bene,
ch’egli è del seno mio conforto, e speme.
Aria
CLEOPATRA Se pietà di me non senti,
giusto ciel, io morirò.
Tu da’ pace a’ miei tormenti,
o quest’alma spirerà.
SCENA IX
Tolomeo, Cornelia, Sesto
Arioso
TOLOMEO Belle dee di questo core,
voi portate il ciel nel volto,
non ha il ciel più bel splendore
di quel ch’avete in doppie stelle accolto.
Questo è luogo di pace,
onde il ferro depongo.
Che inutile ornamento
ora è questo in amor fiero stromento.
Recitativo
CORNELIA (Numi! Che fia di me?)
TOLOMEO Ma… qui Cornelia?
Questo candido lin tu prendi in segno,
secondo il mio costume,
di colei che destino
al regio letto, alle notturne piume.
SESTO (Ora è il tempo, o mia destra; il proprio ferro
che uccise il genitore, l’empio trafigga).
SCENA X
Achilla, Tolomeo, Cornelia, Sesto
Recitativo
ACHILLA Sire, prendi!
TOLOMEO Che fia?
SESTO Stelle crudeli!
ACHILLA Arma la man che non è tempo, o Sire,
di star fra vezzi in amorosa parte.
Queste Veneri lascia, e vola a Marte!
TOLOMEO Qual nemica fortuna?
ACHILLA Mentre io cerco di Cesare la strage,
s’avventa egli fra i nostri,
ma il numero di molti
alla virtù d’un solo al fin prevale.
Fugge con Curio, e da balcon sublime
si scaglia d’improvviso in mezzo al porto,
ed io miro in un punto
Curio sommerso, e Cesare già morto.
CORNELIA (Cesare morto?)
SESTO (Oh numi!)
ACHILLA Or Cleopatra
vola al campo romano,
e delle trombe ai bellicosi carmi,
di Cesare in vendetta,
corre co’ suoi contro il tuo campo all’armi.
TOLOMEO D’una femmina imbelle
non pavento i furori.
ACHILLA A te sol resta
che in premio di tant’opra
in isposa costei tu mi conceda.
TOLOMEO Temerario! Beltà che non ha pari
d’un tradimento in guiderdon pretendi?
ACHILLA Sire…
TOLOMEO Ammutisci, e parti!
Son re, e saprò premiarti.
ACHILLA Il mio servir questa mercé riceve?
TOLOMEO Olà!
ACHILLA (A chi fede non ha, fe’ non si deve.)
TOLOMEO Ciascuna si ritiri.
Dopo breve soggiorno
vittorioso fra voi farò ritorno.
SCENA XI
Cornelia, Sesto
Recitativo
SESTO Ecco in tutto perduta
la speme di vendetta!
Ferro, inerme ti vedo.
Io, per non più soffrir, morte a te chiedo.
CORNELIA Ferma, che fai? Se perverso il destino
fe’ vano il colpo, invan disperi, o Sesto.
SESTO Or che Cesare è estinto
che più sperar possiamo?
CORNELIA Animo, ardire!
Niren già t’apre il passo; al campo vanne.
Colà tu rivedrai l’empio tiranno,
e a lui fa poi mirar con alma forte,
che incontrar sai, non paventar, la morte.
SESTO Seguirò tanto con ignoto passo
ogn’orma del tiranno,
finché nel suo periglio
farò che cada esangue
del padre l’uccisor per man del figlio.
Aria
SESTO L’aure che spira
tiranno e fiero
egli non merta
di respirar.
Mi sveglia all’ira
quel cor severo,
sua morte solo
mi può placar.
SCENA I
Achilla
Recitativo
ACHILLA In talo modo si premia
il mio lungo servir, la fede mia?
Barbaro re, ti pentirai fra poco
d’avermi offeso. Andiamo,
prodi campioni, e a Cleopatra avanti
offriam le nostre insegne, offriamle il core,
e sia menda al tardar l’alto valore.
Aria
ACHILLA Dal fulgor di questa spada
vuo’ che cada
umiliato un empio cor.
Già non dee soffrir l’offese
chi difese
il suo regno col valor.
SCENA II
Tolomeo, Cleopatra
Recitativo
TOLOMEO Vinta cadesti al balenar di questo
mio fulmine reale.
CLEOPATRA Tolomeo non mi vinse;
mi tradì quella cieca,
che, tiran, ti protegge,
senz’onor, senza fede, e senza legge.
TOLOMEO Olà, sì baldanzosa
del vincitor al riverito aspetto?
S’incateni costei.
CLEOPATRA Empio crudel, ti puniranno gli dei.
TOLOMEO Costei, che per germana aborro e sdegno,
si conduca alla reggia; io colà voglio
che ad onta del suo ardire,
genuflessa m’adori a piè del soglio.
Aria
TOLOMEO Domerò la tua fierezza
ch’il mio trono aborre e sprezza,
e umiliata ti vedrò.
Tu qual Icaro rubelle
sormontar brami le stelle,
ma quell’ali io tarperò.
SCENA III
Cleopatra
Recitativo
CLEOPATRA E pur così in un giorno
perdo fasti e grandezze? Ahi fato rio!
Cesare, il mio bel nume, è forse estinto;
Cornelia e Sesto inermi son, né sanno
darmi soccorso. O dio!
Non resta alcuna speme al viver mio.
Aria
CLEOPATRA Piangerò la sorte mia,
sì crudele e tanto ria,
finché vita in petto avrò.
Ma poi morta d’ogn’intorno
il tiranno  e notte  e giorno
fatta spettro agiterò.
SCENA IV
Cesare, Achilla, Sesto, Nireno
Recitativo
CESARE Dall’ondoso periglio
salvo mi porta al lido
il mio propizio fato.
Qui la celeste Parca
non tronca ancor lo stame alla mia vita!
Ma, dove andrò? E chi mi porge aita?
Ove son le mie schiere?
Ove son le legioni,
che a tante mie vittorie il varco apriro?
Solo in queste erme arene
al monarca del mondo errar conviene?
Aria
CESARE Aure, deh, per pietà
spirate al petto mio,
per dar conforto, oh dio,
al mio dolor.
Dite, dov’è, che fa
l’idol del mio sen,
l’amato e dolce ben,
di questo cor?
Ma d’ogni intorno i’ veggio
sparse d’arme e d’estinti
l’infortunate arene;
segno d’infausto annunzio al fin sarà.
Recitativo
SESTO Cerco invan Tolomeo per vendicarmi,
e il mio destino spietato a me l’asconde.
ACHILLA Hai vinto, o fato!
SESTO Quai tronche voci?
ACHILLA Avete vinto, oh stelle!
CESARE Due guerrieri? In disparte,
de’ loro accenti il suono
udir io voglio, e penetrar chi sono.
NIRENO È questi Achilla, in mezzo al sen piagato.
CESARE (Achilla è il moribondo?)
NIRENO Amico, amico!
ACHILLA Oh cavalier ignoto,
che con voci d’amico
articoli il mio nome,
deh, se dia mai che ti conceda il fato
di favellar un giorno
alla bella Cornelia, al sol di Roma,
digli che quell’Achilla,
che consigliò del gran Pompeo la morte…
SESTO (Ah, scellerato! )
CESARE (Ah, iniquo!)
ACHILLA Che per averla in moglie,
contro Cesare ordì l’alta congiura…
SESTO (Ah, traditor!)
CESARE (Fellone!)
ACHILLA Sol per cagion di vendicarsi un giorno
contro il re Tolomeo
giunse in tal notte a spirar l’alma in guerra.
Questo sigil tu prendi;
nel più vicino speco
cento armati guerrieri
a questo segno ad ubbidir son pronti.
Con questi puoi per sotterranea via
penetrar nella reggia, e in breve d’ora
torre all’empio Cornelia,
e insieme, far che vendicato io mora.
NIRENO Spirò l’alma il fellon.
SESTO Tu scaglia intanto
il cadavere indegno
del traditor nell’onde.
SCENA V
Cesare, Sesto
Recitativo
CESARE Lascia questo sigillo.
SESTO Oh dei!
CESARE Che veggio!
SESTO Signor!
CESARE Tu, Sesto?
SESTO E come
vivo, Cesare? E illeso
chi’l sottrasse alla Parca?
CESARE Io, fra l’onde nuotando, al lido giunsi.
Non ti turbar, mi porterò alla reggia,
e m’aprirò con tal sigil l’ingresso.
Teco Niren mi siegua.
O che torrò alla sorte
Cornelia e Cleopatra, o avrò la morte.
Aria
CESARE Quel torrente, che cade dal monte,
tutto atterra ch’incontro lo sta.
Tale anch’io, a chi oppone la fronte,
dal mio brando atterrato sarà.
SCENA VI
Sesto, Nireno
Recitativo
SESTO Tutto lice sperar, Cesare vive.
NIRENO Segui, o Sesto, i suoi passi.
SESTO Achilla estinto? Or sì che il ciel comincia
a far le mie vendette.
Sì, sì, mi dice il core
che mio sarà il desiato onore.
Aria
SESTO La giustizia ha già sull’arco
pronto strale alla vendetta,
per punire un traditor.
Quanto è tarda la saetta,
tanto più crudele aspetta
la sua pena un empio cor.
SCENA VII
Cleopatra, Cesare
Recitativo
CLEOPATRA Voi, che mie fide ancelle un tempo foste,
or lagrimate invan; più mie non siete.
Il barbaro germano,
che mi privò del regno,
a me vi toglie, e a me torrà la vita.
Ma, qual strepito d’armi?
Ah sì, più mie non siete,
spirar l’alma Cleopatra or or vedrete.
CESARE Forzai l’ingresso a tua salvezza, o cara.
CLEOPATRA Cesare, o un’ombra sei?
CESARE Olà, partite ormai, empi ministri
d’un tiranno spietato!
Cesare così vuol, pronti ubbidite.
CLEOPATRA Ah, ben ti riconosco,
amato mio tesoro,
al valor del tuo braccio!
Ombra, no, tu non sei, Cesare amato.
CESARE Cara, ti stringo al seno.
Ha cangiato vicende il nostro fato.
CLEOPATRA Come salvo ti vedo?
CESARE Tempo avrò di svelarti
ogni ascosa cagion del viver mio.
Libera sei, vanne fra tanto al porto,
e le disperse schiere in un raduna.
Colà mi rivedrai. Marte mi chiama
all’impresa total di questo suolo.
Per conquistar, non che l’Egitto, un mondo,
basta l’ardir di questo petto solo.
Aria
CLEOPATRA Da tempeste il legno infranto,
se poi salvo giunge in porto,
non sa più che desiar.
Così il cor tra pene e pianto,
or che trova il suo conforto,
torna l’anima a bear.
SCENA VIII
Tolomeo, Cornelia
Recitativo
TOLOMEO Cornelia, è tempo omai
che tu doni pietade a un re che langue.
CORNELIA Speri invano mercede.
Come obliar poss’io
l’estinto mio consorte?
TOLOMEO Altro ten’offre il regnator d’Egitto.
Cara, al mio sen ti stringo.
CORNELIA Scostati, indegno, e pensa,
che Cornelia è romana.
TOLOMEO Non ho più che temer. Cesare estinto,
Cleopatra umiliata, or non ascolto
che il mio proprio volere.
CORNELIA Se alcun non temi,
temi pur questo ferro,
che a me sola s’aspetta
far del morto consorte or la vendetta!
SCENA IX
Tolomeo, Cornelia, Sesto
Recitativo
SESTO T’arresta, o genitrice!
A me, o tiranno!
TOLOMEO Io son tradito, oh Numi!
SESTO Sappi, perfido mostro, e per tua pena:
salvo i numi serbar dai tradimenti
Cesare invitto, e Cleopatra ei sciolse
dall’ingiuste catene. Ei qui sen’ viene.
Io lo precorro, e questo
chiede quel sangue, ch’è dovuto a Sesto.
TOLOMEO Del folle ardir ti pentirai ben presto.
CORNELIA Or ti riconosco,
figlio del gran Pompeo, e al sen ti stringo.
SESTO Giace il tiranno estinto.
Or padre, sì, tu benché vinto, hai vinto.
Aria
CORNELIA Non ha più che temere
quest’alma vendicata,
or sì sarò beata,
comincio a respirar.
Or vuo’ tutto in godere
si cangi il mio tormento,
ch’è vano ogni lamento,
se il ciel mi fa sperar.
SCENA ULTIMA
Cesare, Cleopatra, Nireno, Sesto, Cornelia
Recitativo
NIRENO Qui Curio vincitor, qui tuo l’Egitto.
In questo ondoso piano,
Cesare ognun acclama
Signor del Mondo e Imperator Romano.
CESARE Del suo fido servir, premio con degno
avrà Nireno. Curio,
già del tuo forte braccio
si conosce il valor. Ma qui Cornelia?
SESTO Signor, ecco a’ tuoi piedi
e di Cornelia, e di Pompeo il figlio.
Egli la grande offesa
del tradimento enorme
vendicò con suo brando,
e tolse a Tolomeo l’alma col sangue.
CESARE E morì Tolomeo?
CORNELIA Se Sesto in mia difesa
pronto non accorrea,
di Cornelia l’onor era in periglio.
CESARE La vendetta del padre
è ben dovuta al figlio.
Sorgi, Sesto, ed amico al sen ti accolgo.
SESTO Ogni affetto di fede in te rivolgo.
CORNELIA Dell’estinto tiranno
ecco i segni reali, a te li porgo.
CESARE Bellissima Cleopatra,
quel diadema che miri, a te s’aspetta.
Io te ne cingo il crine,
Regina dell’Egitto.
Darai norma alle genti, e legge al trono.
CLEOPATRA Cesare, questo regno è sol tuo dono.
Tributaria regina
Imperator ti adorerò di Roma.
CESARE (Amor, chi vide mai più bella chioma?)
Duetto
CLEOPATRA Caro!
CESARE Bella!
CLEOPATRA, CESARE Più amabile beltà
mai non si troverà
del tuo bel volto.
CESARE In te non splenderà
né amor né fedeltà
da me disciolto.
CLEOPATRA In me non splenderà
né amor né fedeltà
da te disciolto.
CESARE Goda pur or l’Egitto
in più tranquillo stato
la prima libertà. Cesare brama,
dall’uno all’altro polo
ch’il gran nome roman spanda la fama.
CORO Ritorni omai nel nostro core
la bella gioia ed il piacer.
Sgombrato è il sen d’ogni dolor,
ciascun ritorni ora a goder.
CLEOPATRA, CESARE Bel contento il sen già si prepara,
se tu sarai costante ognor per me.
Così fuggì dal cor la doglia amara
e sol vi resta amor, costanza e fé.