Basilio – Il barbiere di Siviglia

DON BASILIO

IL BARBIERE DI SIVIGLIA

Libretto by Cesare Sterbini for Gioacchino Rossini

 

 

 

Album price: 6,00

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SCENA 8
Recitativo
Eh, voi dite benissimo,
e appunto io qui veniva ad avvisarvi.
Ma, segretezza!… È giunto
il Conte d’Almaviva.
Appunto quello.
Certo, ma… alla sordina.
Così, con buona grazia
bisogna principiare
a inventar qualche favola
che al pubblico lo metta in mala vista,
che comparir lo faccia
un uomo infame, un’anima perduta.
Io, io vi servirò. Fra quattro giorni,
credete a me, Basilio ve lo giura,
noi lo farem sloggiar da queste mura.
Oh certo! È il mio sistema,
e non sbaglia.
Ah, dunque,
la calunnia cos’è voi non sapete?
No? Uditemi e tacete.
Aria
La calunnia è un venticello,
un’auretta assai gentile
che insensibile, sottile,
leggermente, dolcemente
incomincia a sussurrar.
Piano piano, terra terra,
sotto voce, sibilando,
va scorrendo, va ronzando.
Nelle orecchie della gente
s’introduce destramente
e le teste ed i cervelli
fa stordire e fa gonfiar.
Dalla bocca fuori uscendo
lo schiamazzo va crescendo:
prende forza a poco a poco,
scorre già di loco in loco;
sembra il tuono, la tempesta
che nel sen della foresta,
va fischiando, brontolando
e ti fa d’orror gelar.
Alla fin trabocca e scoppia,
si propaga, si raddoppia
e produce un’esplosione
come un colpo di cannone,
un tremuoto, un temporale,
un tumulto generale,
che fa l’aria rimbombar.
E il meschino calunniato,
avvilito, calpestato,
sotto il pubblico flagello,
per gran sorte ha da crepar.
Recitativo
Ah, che ne dite?
Vengan denari, al resto son qua io.
SCENA 14
Ecco qua… oh cosa vedo!
Non capisco, son di stucco.
Qualche imbroglio qui ci sta.
Via, fermatevi, Signore.
Genti, aiuto, soccorretelo!
Genti, aiuto, per pietà!
SCENA 15
Zitto, Dottore!
Fermo, Signore!
Fate silenzio,
per carità.
La forza! Oh diavolo!
L’avete fatta!
Niente paura,
vengan pur qua.
Quest’avventura,
Ah, come diavolo
mai finirà?
SCENA ULTIMA
Parla d’uccidere.
Freddo ed immobile
come una statua,
fiato non restami
da respirar.
Ma se noi…
Ma se poi…
Mi par d’esser con la testa
in un’orrida fucina,
dove cresce e mai non resta
delle incudini sonore
l’importuno strepitar.
Alternando questo e quello
pesantissimo martello
fa con barbara armonia
muri e volte rimbombar.
E il cervello, poverello,
già stordito, sbalordito,
non ragiona, si confonde,
si riduce ad impazzar.

 

SCENA 4
Quintetto
Servitor di tutti quanti.
Come sto?
Il Curiale?
Ma, Don Bartolo, spiegatevi.
Colla febbre?
Come un morto?
(Una borsa! Andate a letto!
Ma che tutti sian d’accordo!)
Eh non son sordo.
Non mi faccio più pregar.
Brutta cera!
Dunque vado…
Buona sera… ben di core…
Obbligato… in verità.
(Ah, in che sacco va il tutore!)
Non gridate, intesi già.
SCENA 7
Recitativo
Affatto.
Io poi
dico che quell’amico
era il Conte in persona.
Il Conte.
La borsa parla chiaro.
Il notar? Siete matto?
Piove a torrenti, e poi
questa sera il Notaro
è impegnato con Figaro; il barbiere
marita sua nipote.
Non temete, in due salti io sono qua.
SCENA 10
Recitativo
Don Bartolo, Don Bartolo!
Ma piano.
Don Bartolo, dov’è?
Ma io…
Oibò, prendo l’anello.
Chi firma?
Evviva!
SCENA ULTIMA
Ah, Don Bartolo mio, quel signor Conte
certe ragioni ha in tasca,
certi argomenti a cui non si risponde.