Bartolo – Il barbiere di Siviglia

DON BARTOLO

IL BARBIERE DI SIVIGLIA
Libretto by Cesare Sterbini for Gioacchino Rossini

 

 

Album price: 6,00

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SCENA 3
Recitativo
Ebben, ragazza,
il tempo è buono? Cos’è quella carta?
Cos’è questa
Inutil Precauzione?
Un dramma? Bella cosa!
Sarà al solito un dramma semiserio.
Un lungo, malinconico, noioso,
poetico strambotto.
barbaro gusto! Secolo corrotto!
Vado, vado.
Son qua. Dov’è?
Io non la veggo.
Eh, Signorina! non vorrei… (cospetto!
Costei m’avesse preso!) In casa, in casa,
animo, su! a chi dico? In casa, presto.
Quel balcone,
voglio farlo murare.
Dentro, dico!
SCENA 4
Fra momenti io torno.
Non aprite a nessun. Se Don Basilio
venisse a ricercarmi, che m’aspetti.
Le mie nozze con lei meglio è affrettare.
Sì, dentr’oggi vo’ finir quest’affare.
SCENA 7
Recitativo
Ah, disgraziato Figaro!
Ah, indegno! ah, maledetto! ah, scellerato!
Ma si può dar di peggio!
Un ospedale ha fatto di tutta la famiglia
a forza d’oppio sangue e stranutiglia!
Signorina, il barbiere
lo vedeste?
Perché lo vo’ sapere.
E perché no?
Vedete che grazietta!
Più l’amo, e più mi sprezza la briccona.
Certo, certo è il barbiere
che la mette in malizia.
Chi sa cosa le ha detto!
Chi sa! Or lo saprò. Ehi, Berta, Ambrogio!
Dimmi.
Il barbiere
parlato ha con Rosina?
Rispondi
almen tu, babbuino!
Che pazïenza!
Ebben!
Rosina…
Che serve! Eccoli qua, son mezzo morti.
Parlate!
Eh, il diavol che vi porti!
SCENA 8
Recitativo
Ah, barbiere d’inferno!
Tu me la pagherai… Qua, Don Basilio
giungete a tempo. Oh! Io voglio,
per forza o per amor, dentro domani
sposar la mia Rosina. Avete inteso?
Chi? l’incognito amante
della Rosina?
Oh diavolo! Ah, qui ci vuol rimedio.
Sarebbe a dir?
E voi credete?
E vorreste…
Ma una calunnia…
No davvero.
Recitativo
Eh! sarà ver, ma diavolo!
Una calunnia è cosa che fa orrore!
No, no, non voglio affatto; e poi e poi
si perde tempo, e qui stringe il bisogno.
No, vo’ fare a mio modo.
In mia camera andiam. Voglio che insieme
il contratto di nozze ora stendiamo.
Quando sarà mia moglie,
da questi zerbinotti innamorati
metterla in salvo sarà pensier mio.
SCENA 10
Recitativo
In somma, colle buone,
potrei sapere dalla mia Rosina
che venne a far colui questa mattina?
Ti parlò?
Che ti diceva?
Davvero? Ed io scommetto
che portò la risposta al tuo biglietto.
Che serve!
L’arietta dell’Inutil Precauzione
che ti cadde staman giù dal balcone.
Vi fate rossa? (Avessi indovinato!)
Che vuol dir questo dito
così sporco d’inchiostro?
(Diavolo!) E questi fogli?
Or son cinque, eran sei.
Bravissima! E la penna,
perché fu temperata?
Un fiore?
Un fiore?
Ah, fraschetta!
Zitta!
Basta così.
Non più, tacete.
Aria
A un Dottor della mia sorte
queste scuse, signorina?
Vi consiglio, mia carina,
un po’ meglio a imposturar.
I confetti alla ragazza?
Il ricamo sul tamburo?
Vi scottaste?… Eh via! eh via!
Ci vuol altro, figlia mia,
per potermi corbellar.
Perché manca là quel foglio?
Vo’ saper cotesto imbroglio.
Sono inutili le smorfie…
Ferma là, non mi toccate.
Figlia mia, non lo sperate
non mi lascio infinocchiar.
Via, carina, confessate!
Son disposto a perdonar.
Non parlate? Vi ostinate?
So ben io quel che ho da far.
Signorina, un’altra volta
quando Bartolo andrà fuori,
la consegna ai servitori
a suo modo far saprà.
E non servono le smorfie.
Faccia pur la gatta morta;
cospetton, per quella porta
nemmen l’aria entrar potrà.
E Rosina innocentina,
sconsolata, disperata
in sua camera serrata
fin ch’io voglio star dovrà.
SCENA 13
Chi è costui? Che brutta faccia!
È ubriaco! Chi sarà?
Cosa vuol, signor Soldato?
(Qui costui, che mai vorrà?)
Che balordo?
Che, Bertoldo? Eh, andate al diavolo,
dottor Bartolo.
(Io già perdo la pazienza,
Qua prudenza ci vorrà.)
Son dottore, sì Signore.
Indietro!
(Dalla rabbia, dal dispetto
io già crepo in verità.
Ah, che io fo, se mi ci metto,
qualche gran bestialità!
SCENA 14
Signorina, che cercate?
Presto, presto, andate via.
Presto, presto, via di qua.
Dove, dove, Signor mio?
In caserma? Bagattella!
Olà, cospetto!
(Ubriaco maledetto!
Ah, costui crepar mi fa.)
Oh no, Signore
qui d’alloggio star non può.
Eh, non v’è replica.
Ho il brevetto d’esenzione.
Oh, mio padrone,
un momento e il mostrerò.
Ah, trovarlo ancor non posso,
ma sì, sì, lo troverò.)
Ecco qui. Con la presente,
il Dottor Bartolo, etcetera.
Esentiamo…
Cosa fa, Signor mio caro?
Vuol restar.
Oh son stufo, mio padrone.
Presto fuori, o un buon bastone
lo farà di qua sloggiar.
Ferma, ferma!
Vo’ vedere.
Grazie un corno!
Vo’ saper cotesto imbroglio.
Vo’ veder…
Qua quel foglio, presto qua.
Qua quel foglio, impertinente!
A chi dico? Presto qua.
Ah, fraschetta! Presto, qua.
Ah, che vedo! Ho preso abbaglio!
È la lista, son di stucco!
Ah son proprio un mammalucco!
Ah, che gran bestialità!
Ah, Rosina… poverina…
Ah, fermate… niente affatto…
Via, fermatevi, Signore.
Io ti voglio subissar.
Genti, aiuto, soccorretemi!
Genti, aiuto, per pietà!
SCENA 15
Voglio gridare!
Fermo, Signore!
Fate silenzio,
per carità.
Chi è?
La forza! Oh diavolo!
L’avete fatta!
Niente paura,
vengan pur qua.
Quest’avventura,
Ah, come diavolo
mai finirà?
SCENA ULTIMA
Non è vero.
Signor no.
È un impostore.
Io parlerò.
Questo soldato
m’ha maltrattato.
Freddo ed immobile
come una statua,
fiato non restami
da respirar.
Ma, Signor…
Ma un Dottor…
Ma se lei…
Ma vorrei…
Ma se noi…
Ma se poi…
Mi par d’esser con la testa
in un’orrida fucina,
dove cresce e mai non resta
delle incudini sonore
l’importuno strepitar.
Alternando questo e quello
pesantissimo martello
fa con barbara armonia
muri e volte rimbombar.

 

SCENA 1
Recitativo
Ma vedi il mio destino! Quel soldato,
per quanto abbia cercato,
niun lo conosce in tutto il reggimento.
Io dubito… eh, cospetto!
Che dubitar? Scommetto
che dal conte d’Almaviva
è stato qua spedito quel Signore
ad esplorar della Rosina il core.
Nemmen in casa propria
sicuri si può star!… Ma io…
Chi batte?
Ehi, chi è di là? Battono, non sentite?
In casa io son; non v’è timore, aprite.
SCENA 2
Duetto
Mille grazie, non s’incomodi.
Obbligato in verità.
(Questo volto non m’è ignoto,
non ravviso… non ricordo…
ma quel volto… ma quell’abito
non capisco, chi sarà?)
Ho capito. (Oh ciel, che noia!)
Basta, basta, per pietà.
(Ma che perfido destino!
Ma che barbara giornata!
Tutti quanti a me davanti!
Che crudel fatalità!)
Recitativo
Insomma, mio Signore,
chi è Lei, si può sapere?
Ebbene?
Sta mal? Corro a vederlo.
(Di costui non mi fido.
Andiamo, andiamo.)
Che c’è?
Parlate forte.
Forte, vi dico.
Piano, piano.
Dite, dite, v’ascolto.
Pian, per carità.
Che vedo! È sua scrittura!
Che cosa?
Piano un poco.
Una calunnia!
Siete un vero scolar di Don Basilio!
Io saprò come merita
ricompensar sì bel suggerimento.
Vo a chiamar la ragazza.
Poiché tanto per me v’interessate,
mi raccomando a voi.
SCENA 3
Recitativo
Venite, Signorina. Don Alonso,
che qui vedete, or vi darà lezione.
Cos’è stato?
E sempre, sempre in bocca
l’Inutil Precauzione!
Or bene, intesi. Andiamo.
Recitativo
Certo, bella voce.
Ma quest’aria, cospetto, è assai noiosa.
La musica a’ miei tempi era altra cosa.
Ah! quando, per esempio,
cantava Cafariello
quell’aria portentosa… la, ra, la.
Sentite, Don Alonso, eccola qua.
Arietta
Quando mi sei vicina,
amabile Rosina…
L’aria dicea Giannina
ma io dico Rosina,
Quando mi sei vicina
amabile Rosina,
il cor mi balla in petto,
mi balla il minuetto…
Recitativo
Bravo, Signor barbiere,
ma bravo!
Ebben, guidone,
che vieni a fare?
Oggi non voglio.
Perché?
Orsù, meno parole.
Oggi non vo’ far barba.
Che serve? A modo suo.
Vedi che fantasia!
Va in camera a pigliar la biancheria.
No, vado io stesso.
(Oh son pur buono
A lasciar qua quel diavolo di barbiere!)
Animo, va tu stesso.
Passato il corridor, sopra l’armadio,
il tutto troverai.
Bada non toccar nulla.
È quel briccon, che al Conte
ha portato il biglietto di Rosina.
Eh, a me non me la ficca…
Ah, disgraziato me!
Oh, che briccon! Me lo diceva il core.
Tutto mi ha rotto.
Sei piatti, otto bicchieri, una terrina.
Oh, non più.
A noi.
SCENA 4
Quintetto
Come, qua?
(Che vuol dir tal novità?)
Don Basilio, come state?
Ora vengo!…. Ehi, il Curiale.
Sì, tutto io so.
Dice bene, andate, andate.
Presto, andate a riposar.
Presto a letto.
Andate, andate.
Buona sera, mio Signore,
pace, sonno e sanità.
(Maledetto seccatore!)
Presto, andate via di qua.
Son qua.
Stringi, bravissimo.
Che cos’ è stato?
Ma lasciami vedere!
Il suo travestimento?
Ma bravi, ma bravissimi!
Ma bravi in verità!
Bricconi, birbanti,
ah voi tutti quanti
avete giurato
di farmi crepar.
Uscite furfanti,
vi voglio accoppar.
Di rabbia, di sdegno
mi sento crepar.
SCENA 5
Recitativo
Ah, disgraziato!… ed io
non mi accorsi di nulla. Ah Don Basilio
sa certo qualche cosa.
Ehi, chi è di là?
Chi è di là?… Senti, Ambrogio,
corri da Don Basilio qui rimpetto.
Digli ch’io qua l’aspetto,
che venga immantinente,
che ho gran cose da dirgli, e ch’io non vado
perché… perché… perché ho di gran ragioni.
Va’ subito. Di guardia
tu piantati alla porta, e poi… no, no,
(non me ne fido), io stesso ci starò.
SCENA 7
Recitativo
Dunque voi Don Alonso
non conoscete affatto?
Ah, certo
Il Conte lo mandò. Qualche gran trama
qua si prepara.
Il Conte?
Sia chi si vuole, amico, dal Notaro
vo in questo punto andare: in questa sera
stipular di mie nozze io vo’ il contratto.
Una nipote?
Che nipote? Il barbiere
non ha nipoti. Ah, qui v’è qualche imbroglio.
Questa notte i bricconi
me la voglion far. Presto, il Notaro
qua venga sull’istante.
Ecco la chiave del portone: andate,
presto, per carità.
SCENA 8
Recitativo
Per forza o per amore
Rosina avrà da cedere… cospetto!
Mi viene un’altra idea. Questo biglietto
che scrisse la ragazza ad Almaviva
potria servir… Che colpo da Maestro!
Don Alonso, il briccone,
senza volerlo mi diè l’armi in mano.
Ehi, Rosina, Rosina,
avanti, avanti.
Del vostro amante io vi vo dar novella.
Povera sciagurata! In verità
collocaste assai bene il vostro affetto.
Del vostro amor sappiate
ch’ei si fa gioco in sen d’un’altra amante.
Ecco la prova.
Don Alonso e il barbiere
congiuran contro voi, non vi fidate.
In potere del Conte d’Almaviva
vi voglio condurre.
Don Alonso e il barbiere
congiuran contro voi, non vi fidate.
In potere del Conte d’Almaviva
vi voglio condurre.
E il voglio.
Ah, scellerati!
Corro a sbarrar la porta.
Non mi muovo di qui!
Ma… e se fossero armati? Figlia mia,
poiché ti sei sì bene illuminata
facciam così. Chiuditi a chiave in camera.
Io vo’ a chiamar la forza.
Dirò che son due ladri, e come tali…
Corpo di Bacco!… L’avrem da vedere!
Figlia, chiuditi presto, io vado via.
SCENA ULTIMA
Fermi tutti. Eccoli qua.
Signor, son ladri.
Arrestate, arrestate.
Eh, andate al diavolo! Rosina
esser deve mia sposa, non è vero?
Come, come, fraschetta? Ah son tradito!
Arrestate, vi dico,
è un ladro.
È un birbante, è un briccon.
Il Conte? Che mai sento!
Ma cospetto!
Ma io…
Ma voi…
Ma tu, briccone,
tu pur tradirmi e far da testimonio!
Ed io, bestia solenne,
per meglio assicurare il matrimonio,
io portai via la scala del balcone.
Ah, disgraziato! Io crepo!
Ma… e la dote?… io non posso…
Sì, sì, ho capito tutto.
Sì, sì, che serve! Quel ch’è fatto è fatto.
Andate pur, che il ciel vi benedica.