Rosina – Il barbiere di Siviglia

ROSINA

IL BARBIERE DI SIVIGLIA
Libretto by Cesare Sterbini for Gioacchino Rossini

 

 

Album price: 7,00

You can buy and download the entire album or individual tracks on Bandcamp or order the audio files at readopera.libretti@gmail.com

 

 

SCENA 3
Recitativo
Non è venuto ancor. Forse…
Oh, che vergogna!
Vorrei dargli il biglietto.
Niente, niente, Signor: son le parole
dell’aria dell’Inutil Precauzione.
Oh, bella! È il titolo
del nuovo Dramma in Musica.
Ah me meschina! l’aria m’è caduta!
Raccoglietela presto.
Ps… ps…
Presto.
Ah, il vento
l’ha portata via. Guardate.
Vado, vado, che furia!
Oh, che vita da crepare!
SCENA 5
Cavatina
Una voce poco fa
qua nel cor mi risuonò.
Il mio cor ferito è già,
e Lindor fu che il piagò.
Sì, Lindoro mio sarà;
lo giurai, la vincerò.
Il tutor ricuserà,
io l’ingegno aguzzerò.
Alla fin s’accheterà
e contenta io resterò.
Sì, Lindoro mio sarà;
lo giurai, la vincerò.
Io sono docile, son rispettosa,
sono ubbidiente, dolce amorosa.
Mi lascio reggere,
mi fo guidar.
Ma se mi toccano
qua nel mio debole
sarò una vipera,
e cento trappole,
prima di cedere,
farò giocar.
Recitativo
Sì sì, la vincerò. Potessi almeno
mandargli questa lettera. Ma come?
Di nessun qui mi fido.
Il tutore ha cent’occhi… basta, basta.
Sigilliamola intanto.
Con Figaro, il barbier, dalla finestra
discorrer l’ho veduto più d’un’ora.
Figaro è un galantuomo,
un giovin di buon core…
Chi sa eh’ei non protegga il nostro amore.
SCENA 6
Recitativo
Buon giorno, Signor Figaro.
Si muor di noia.
Ah, ah, mi fate ridere!
Che mi serve lo spirito,
che giova la bellezza
se chiusa io sempre sto fra quattro mura
che mi par d’esser proprio in sepoltura?
Ecco il tutor.
Certo, certo, è il suo passo.
E ancor io, Signor Figaro.
Quanto è garbato!
SCENA 7
Recitativo
(Ecco qua! sempre grida.)
Perché?
Forse anch’egli v’adombra?
Ebben, ve lo dirò. Sì, I’ho veduto,
gli ho parlato, mi piace, m’è simpatico.
Il suo discorso, il suo giovinale aspetto,
(crepa di rabbia, vecchio maledetto.)
SCENA 9
Recitativo
Ebbene, Signor Figaro.
Sì, davvero?
Come sarebbe a dir?
Eh, via!
Sì? Oh, l’ha sbagliata affé!
Povero sciocco, l’avrà a far con me.
Ma dite, Signor Figaro,
voi poco fa sotto le mie finestre
parlavate a un Signore…
Fortuna? Eh, la farà.
Un gran difetto?
Sì, davvero?
Quel giovane, vedete,
m’interessa moltissimo.
Non ci credete?
E la sua bella,
dite, abita lontano?
(Io scommetto…
Scommetto ch’ei sa tutto. Or mi chiarisco)
Ah, un piacere
io chiederti vorrei.
Del tuo cugin, amante fortunata,
è bella?
E il nome?
Ebben?… si chiama?
Duetto
Dunque io son… tu non m’inganni?
Dunque io son la fortunata!
(Già me l’ero immaginata.
Lo sapevo pria di te.)
Senti, senti, ma a Lindoro
per parlar come si fa?
Per parlarmi?… Bravo! bravo!
Venga pur, ma con prudenza.
Io già moro d’impazienza!
Ah, che tarda? Cosa fa?
Non saprei…
Non vorrei…
Mi vergogno…
Un biglietto? Eccolo qua.
Fortunati affetti miei,
io comincio a respirar.
Ah, tu solo, amor, tu sei
che mi devi consolar!
SCENA 10
Recitativo
Ora mi sento meglio.
Questo Figaro è un bravo giovinotto.
Figaro? Non so nulla.
Mi parlò.
Oh, mi parlò di cento bagattelle.
Del figurin di Francia,
del mal della sua figlia Marcellina…
Qual biglietto?
Sporco? Oh, nulla!
Io me l’avea scottato
e coll’inchiostro or or l’ho medicato.
Que’ fogli?… è vero.
D’uno mi son servita
a mandar dei confetti a Marcellina.
(Maledetto!) La penna?
Per disegnare un fiore sul tamburo.
Un fiore.
Davver?
Credete…
Signor…
SCENA 11
Recitativo
Brontola quanto vuoi,
chiudi porte e fenestre. Io me ne rido.
Già di noi altre femmine,
anche alla più marmotta,
per aguzzar l’ingegno
e far la spiritosa tutto a un tratto,
basta chiuder la chiave, e il colpo è fatto.
SCENA 14
D’ascoltar qua m’ è sembrato
un insolito romore.
Un soldato ed il tutore…
Cosa mai faranno qua?
(Ei mi guarda e s’avvicina.)
Oh Ciel! Che sento!
Ah, giudizio, per pietà!
Vado, vado, non gridate.
Aiuto!
(Ah, ci guarda!… Maledetto!
Ah, giudizio, per pietà)
Vado, vado, non gridate.
Aiuto!
(Ah, ci guarda!… Maledetto!
Ah, giudizio, per pietà)
Ahimè, ci guarda!
(Cento smanie io sento addosso.
Ah, più reggere non so.)
Grazie, grazie!
(Ah, cambiar potessi il foglio!)
Ma non è nulla.
Ma quel foglio che chiedete,
per azzardo m’ è cascato,
è la lista del bucato.
Bravo, bravo il mammalucco
che nel sacco entrato è già.
Ecco qua… sempre un’istoria.
Sempre oppressa e maltrattata!
Ah, che vita disperata,
non la so più sopportar.
Via, fermatevi, Signore.
Ma chetatevi!
SCENA 15
Zitto, Dottore!
Fermo, Signore!
Fate silenzio,
per carità.
La forza! Oh diavolo!
L’avete fatta!
Quest’avventura,
Ah, come diavolo
mai finirà?
SCENA ULTIMA
Il poverino
cotto è dal vino.
Fredda ed immobile
come una statua,
fiato non restami
da respirar.
Mi par d’esser con la testa
in un’orrida fucina,
dove cresce e mai non resta
delle incudini sonore
l’importuno strepitar.
Alternando questo e quello
pesantissimo martello
fa con barbara armonia
muri e volte rimbombar.
E il cervello, poverello,
già stordito, sbalordito,
non ragiona, si confonde,
si riduce ad impazzar.

 

SCENA 3
È un granchio al piede.
Oh, con mio gran piacer la prenderò.
Io canto, se le aggrada,
il rondò dell’Inutil Precauzione.
Io ve l’ho detto.
È il titolo dell’opera novella.
Eccolo qua.
Aria
Contro un cor che accende amore
di verace, invitto ardore,
s’arma invan poter tiranno
di rigor, di crudeltà.
D’ogni assalto vincitore
sempre amor trionferà.
Ah Lindoro, mio tesoro,
se sapessi, se vedessi…
questo cane di tutore,
ah che rabbia che mi fa.
Caro, a te mi raccomando,
tu mi salva, per pietà.
Dunque spero?
Il mio cor…
Cara immagine ridente,
dolce idea d’un lieto amore,
tu m’accendi in petto il core,
tu mi porti a delirar.
Recitativo
Oh, mille grazie…
Sì, certo. È la più nuova.
Ah, che rumore!
Ah, mio Lindoro,
Altro io non bramo.
SCENA 4
Quintetto
Don Basilio!
(Ah, di noi che mai sarà?)
Dice bene, andate, andate.
Presto, andate a riposar.
Presto a letto.
Andate, andate.
Buona sera, mio Signore,
pace, sonno e sanità.
(Maledetto seccatore!)
Presto, andate via di qua.
Vi ascolto, eccomi qua.
A mezza notte in punto,
anima mia, t’aspetto.
Io già l’istante affretto
che teco mi unirà.
Do-re-mi-fa-sol-la…
L’amico delira,
la testa gli gira.
Dottore, tacete
vi fate burlar.
Tacete, partiamo,
non serve gridar.
(Intesi già siamo,
non v’è a replicar.)
SCENA 8
Recitativo
(Oh cielo! Il mio biglietto!)
(In braccio a un altro!
Che mai sento… ah, Lindoro! ah, traditore!
Ah sì! … vendetta! E vegga,
vegga quell’empio chi è Rosina.)
Signore, di sposarmi
voi bramavate.
Ebben, si faccia!
Io… son contenta… ma, all’istante.
A mezza notte qui sarà l’indegno
con Figaro il barbier. Con lui fuggire
per sposarlo io voleva…
Ah, mio signore!
Entran per la fenestra. Hanno la chiave.
Quanto, quanto è crudel la sorte mia!
SCENA 9
Recitativo
Indietro,
anima scellerata! Io qui di mia
stolta credulità venni soltanto
a riparar lo scorno, a dimostrarti
qual sono, e quale amante
perdesti, anima indegna e sconoscente.
Taci. Fingesti amore
sol per sacrificarmi
a quel tuo vil Conte Almaviva.
Ah sì, t’amai, purtroppo!
Terzetto
Ah qual colpo inaspettato!
Egli stesso!… Oh ciel, che sento!
Di sorpresa e di contento
son vicina a delirar.
Ma Signor… ma voi… ma io…
Il bel nome di tua sposa,
ah qual gioia al cor mi dà.
Oh bel nodo avventurato
che fai paghi i miei desiri!
Alla fin de’ miei martiri
tu sentisti, amor, pietà.
Zitti zitti, piano piano,
non facciamo confusione.
Per la scala del balcone,
presto andiamo via di qua.
Recitativo
Me sventurata!
SCENA 10
Recitativo
Eccoci qua.
Oh, sospirata mia felicità!
SCENA ULTIMA
Io sua sposa? Oh, nemmeno per pensiero.
Dunque, Signor Don Bartolo?
Oh, noi felici!
Costò sospiri e pene questo felice istante.
Alla fin quest’alma amante comincia a respirar.