MARCELLINA – Le nozze di Figaro – Mozart

MARCELLINA

LE NOZZE DI FIGARO

Libretto by Lorenzo da Ponte for Wolfgang Amadeus Mozart

 

 

 

 

SCENA 3
Io non mi perdo,
dottor mio, di coraggio:
per romper de’ sponsali
più avanzati di questo
bastò spesso un pretesto, ed egli ha meco,
oltre questo contratto,
certi impegni… so io… Basta… conviene
la Susanna atterrir; convien con arte
impuntigliarla a rifiutare il Conte.
Egli per vendicarsi
prenderà il mio partito,
e Figaro così fia mio marito.
SCENA 4
Recitativo
(Tutto ancor non ho perso:
mi resta la speranza.
Ma Susanna si avanza: io vo’ provarmi…
Fingiam di non vederla…)
e quella buona perla
la vorrebbe sposar!
Ma da Figaro alfine
non può meglio sperarsi: argent fait tout.
Brava! Questo è giudizio!
Con quegl’occhi modesti,
con quell’aria pietosa,
e poi…
(Che cara sposa!)
Duettino
Via resti servita,
Madama brillante.
No, prima a lei tocca.
Io so i dover miei,
non fo inciviltà.
La sposa novella!
Del Conte la bella!
Il merito!
Il posto!
Perbacco, precipito,
se ancor resto qua.

 

SCENA 11
Voi, Signor che giusto siete
ci dovete or ascoltar.
Un impegno nuziale
ha costui con me contratto:
e pretendo che il contratto
deva meco effettuar.
Che bel colpo, che bel caso,
è cresciuto a tutti il naso;
qualche Nume a noi propizio
qui ci ha fatti capitar.

 

SCENA 4
Recitativo
Io respiro.
(Alfin sposa io sarò d’un uom ch’adoro.)
Io t’ho prestati
due mila pezzi duri.
Cosa?
Una spatola impressa al braccio destro…
Oddio! È egli…
Raffaello.
Ecco tuo padre.
Sestetto
Riconosci in questo amplesso
una madre, amato figlio!
È un effetto di bon core,
tutto amore è quel che fa.
Lo sdegno calmate,
mia cara figliuola,
sua madre abbracciate
che vostra or sarà.
Sua madre.
Suo padre.
Al dolce diletto
che m’agita il petto
quest’anima appena
resistere or sa.
SCENA 5
Eccovi, o caro amico, il dolce frutto
de l’antico amor nostro…
Oggi, e doppie saranno.
Prendi, questo è il biglietto
del danar che a me devi, ed è tua dote.
Io.
E schiatti il signor Conte al gusto mio.

 

SCENA 2
Figlio!
Calmati, figlio mio.
Flemma, flemma, e poi flemma: il fatto è serio
e pensarci convien, ma pensa un poco,
che ancor non sai di chi si prenda gioco.
È ver, ma questo
al più ti porge un dritto
di stare in guardia e vivere in sospetto.
Ma non sai se in effetto…
Dove vai, figlio mio?
SCENA 3
Recitativo
Presto, avvertiam Susanna.
Io la credo innocente: quella faccia,
quell’aria di modestia… e caso ancora
ch’ella non fosse!… Ah quando il cor non ci arma
personale interesse
ogni donna è portata a la difesa
del suo povero sesso,
da questi uomini ingrati a torto oppresso.
Aria
Il capro e la capretta
son sempre in amistà,
l’agnello a l’agnelletta
la guerra mai non fa.
Le più feroci belve
per selve e per campagne
lascian le lor compagne
in pace e libertà.
Sol noi povere femmine,
che tanto amiam questi uomini,
trattate siam dai perfidi
ognor con crudeltà.
SCENA 8
Anzi è venuto:
abbassa un po’ la voce.
Io voglio qui celarmi.
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